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Chi sono Paolo Lattanzio e Michele Nitti, i due ex grillini passati al Pd

Michele De Feudis

L'uno attivista antimafia, l'altro direttore d'orchestra, entrambi pugliesi: vanno a rinfoltire la pattuglia parlamentare dei dem

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Nel valzer dei cambi di casacca nelle Camere, il Pd guadagna due parlamentari: sono i due deputati baresi ex pentastellati Paolo Lattanzio e Michele Nitti. Sono stati accolti trionfalmente dal capogruppo Graziano Del Rio: “Siamo molto lieti dell’adesione dei colleghi Lattanzio e Nitti con i quali in questi anni abbiamo collaborato proficuamente apprezzandone competenza, impegno e capacità di dialogo con quei mondi della cultura e della società che particolarmente oggi soffrono a causa della pandemia”.

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Nel valzer dei cambi di casacca nelle Camere, il Pd guadagna due parlamentari: sono i due deputati baresi ex pentastellati Paolo Lattanzio e Michele Nitti. Sono stati accolti trionfalmente dal capogruppo Graziano Del Rio: “Siamo molto lieti dell’adesione dei colleghi Lattanzio e Nitti con i quali in questi anni abbiamo collaborato proficuamente apprezzandone competenza, impegno e capacità di dialogo con quei mondi della cultura e della società che particolarmente oggi soffrono a causa della pandemia”.

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Entrambi componenti della Commissione Cultura a Montecitorio, sono da sempre stati “malpancisti” rispetto alle dinamiche pentastellate. Lattanzio, attivista di Save the children prima dell’impegno in politica, è cresciuto a Bari nell’antimafia sociale durante i due mandati di Michele Emiliano come sindaco, nei quali si distinse per la creazione di “Radio Kreattiva”, una web radio calibrata sui temi della legalità, insieme a Stefano Fumarulo, giovane intellettuale solidarista e stretto collaboratore del governatore (scomparso prematuramente). Nelle elezioni politiche fu sostenuto anche dalla Ong Avaaz in chiave antisovranista, scatenando  la reazione di Giorgia Meloni di Fdi. Lattanzio, sempre distante dalle posizioni gialloverdi sull’immigrazione (in contrasto con la sua formazione progressista), nell’agosto scorso abbandonò il M5S in polemica con i vertici che non chiusero l’accordo con il centrosinistra alle regionali pugliesi, e fece subito dopo un endorsement per Emiliano. Dopo aver seguito un percorso fusionista ed ecologista con l’ex ministro Lorenzo Fioramenti (ma anche con Lia Quartapelle e Rossella Muroni), adesso ha aderito al progetto dem: il passaggio è stato favorito dalla grande intesa maturata in Commissione cultura con la deputata Pd Flavia Piccoli Nardelli, con cui c’era stata già collaborazione alla fine del primo governo Conte per la legge sull’editoria, e da un proficuo dialogo con il ministro Dario Franceschini.

 

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Più tortuoso l’itinerario di Michele Nitti: direttore d’orchestra di Adelfia (condivide il paese natio con la pasionaria Antonella Laricchia) prima della candidatura alle politiche era sempre stato critico dei 5S. E’ stato eletto - da barese e nonostante le note rivalità calcistiche - nel collegio uninominale di Lecce. Ha abbandonato il Movimento a gennaio 2020 (era in ritardo nelle restituzioni) e per un periodo ha imboccato una strada neocentrista, con l’altro transfuga ex 5S Gianluca Rospi, facendo parte nel gruppo misto della componente post alfaniana di Alternativa popolare. Adesso la svolta a sinistra e l’ingresso nel partito di Nicola Zingaretti.

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