PUBBLICITÁ

Bilancio, Mes, Proporzionale, Quirinale

Il conflitto di interessi che salverà l’Italia

Oltre la maggioranza Ursula. Il doppio scacco ai populismi che si nasconde dietro le geometrie niente male tra Pd, M5s e FI

Claudio Cerasa

La lezione per i nemici di Berlusconi in fondo è semplice: il conflitto di interesse che gli avversari del Cav. hanno combattuto per anni è lo stesso conflitto di interessi che da anni permette al Cav. di tenere le sue antenne lontane dalle sirene del populismo.

PUBBLICITÁ

La più interessante tra le notizie politiche registrate in questa settimana ha a che fare con uno scenario gustoso che sarebbe stato difficile immaginare fino a qualche mese fa. Lo scenario è quello che da qualche giorno a questa parte si sta profilando in modo sempre più chiaro di fronte ai nostri occhi ed è quello che sta prendendo forma lungo un asse strategico perfettamente sintetizzato dall’acronimo URSULA: Urge Ridare a Silvio Una Leadership Autonoma. Ursula, oltre a coincidere con l’improbabile acronimo che vi abbiamo appena suggerito, è ovviamente anche il nome della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha permesso all’Italia di arrivare nel giro di nemmeno due anni allo scenario che oggi stiamo osservando con interesse: una convergenza lenta e graduale fra tre forze politiche, come Pd, M5s e Forza Italia, divise da tutto ma unite dall’Europa.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


La più interessante tra le notizie politiche registrate in questa settimana ha a che fare con uno scenario gustoso che sarebbe stato difficile immaginare fino a qualche mese fa. Lo scenario è quello che da qualche giorno a questa parte si sta profilando in modo sempre più chiaro di fronte ai nostri occhi ed è quello che sta prendendo forma lungo un asse strategico perfettamente sintetizzato dall’acronimo URSULA: Urge Ridare a Silvio Una Leadership Autonoma. Ursula, oltre a coincidere con l’improbabile acronimo che vi abbiamo appena suggerito, è ovviamente anche il nome della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha permesso all’Italia di arrivare nel giro di nemmeno due anni allo scenario che oggi stiamo osservando con interesse: una convergenza lenta e graduale fra tre forze politiche, come Pd, M5s e Forza Italia, divise da tutto ma unite dall’Europa.

PUBBLICITÁ

   

Era il 16 luglio del 2019 quando Ursula von der Leyen venne votata dal Parlamento europeo come presidente della Commissione (con i voti del Pd e di FI e con quelli decisivi del M5s) e quello schema di gioco (consolidato dal secondo governo Conte) ha prodotto un risultato a suo modo straordinario, costringendo il M5s a sbarazzarsi ogni giorno di un pizzico del suo antieuropeismo (due anni fa il M5s sfilava in piazza con i gilet gialli contro Macron, oggi chiede a Macron di trovargli un posto nel suo gruppo al Parlamento europeo) e permettendo al centrodestra più europeista (quello del Cav.) di emanciparsi ogni giorno di più dal centrodestra meno europeista (quello di Salvini). Il voto favorevole offerto dal centrodestra allo scostamento di bilancio (voluto fortemente dal Cav.) è però solo una piccola parte (e nemmeno quella più importante) del mosaico del nuovo equilibrio della maggioranza. E per provare a mettere a fuoco questo mosaico occorre avvicinare tra loro almeno quatto tasselli: il voto sul Mes, le mosse sul bilancio, le manovre sulla legge elettorale, la successione al Quirinale.

 

PUBBLICITÁ

Primo punto: Forza Italia, come ormai sospettano sia Salvini sia Meloni, non voterà contro le comunicazioni che il presidente Conte effettuerà in Senato il 9 dicembre in vista della ratifica del trattato del Mes che avverrà nel Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre.

Secondo punto: Forza Italia, da giorni, sta lavorando insieme con il ministro Gualtieri per trovare dei punti di convergenza non solo sul decreto “Ristori” (finanziato con lo scostamento di bilancio) ma anche sulla prossima manovra.

Terzo punto: Forza Italia, da mesi, sta lavorando insieme con il Pd e con il M5s per provare a ottenere il prossimo anno una legge proporzionale che consenta al partito del Cav. di diventare il perno dei partiti moderati italiani (linea Gianni Letta).

Quarto punto: l’avvicinamento tra Forza Italia e la maggioranza non verrà suggellato da un rimpasto o da un ingresso al governo di Forza Italia (anche se il M5s sarebbe pronto ormai ad accettare splendidamente anche quello) ma si consoliderà in occasione della scelta del prossimo capo dello stato (e sapere già oggi che il successore di Mattarella non sarà un presidente inviso né al Cav., né a Renzi, né a Zingaretti offre un sollievo rispetto al futuro dell’Italia secondo forse solo alla notizia dell’arrivo di un vaccino contro il Covid).

 

PUBBLICITÁ

La maggioranza Ursula è ormai nei fatti (bacioni ai teorici del votosubitissimo che volevano mettere nelle mani di Salvini, di Bagnai e di Foa la scelta del prossimo presidente della Repubblica) e nei prossimi giorni capiremo con quale velocità prenderà forma. Ma la maggioranza Ursula, a guardar bene, non nasce solo per certificare la centralità dell’Europa per l’Italia. Nasce anche per certificare involontariamente un’altra splendida verità con cui i vecchi nemici del Cav. oggi sono costretti a fare i conti: la compatibilità assoluta tra gli interessi privati del Cav. (la salvaguardia di Mediaset) e gli interessi pubblici dell’Italia (la salvaguardia della sua economia). E’ successo nel 2011 (quando il Cav. mollò Palazzo Chigi anche per non danneggiare troppo Mediaset) e sta succedendo nel 2020 (con il Cav. disposto ad aiutare persino un governo con il M5s pur di dare una mano al paese). E la lezione per i nemici di Berlusconi in fondo è semplice: il conflitto di interesse che gli avversari del Cav. hanno combattuto per anni è lo stesso conflitto di interessi che da anni permette al Cav. di tenere le sue antenne lontane dalle sirene del populismo. Viva le nuove geometrie, viva i ripensamenti, viva la stagione di Ursula.
 

PUBBLICITÁ
Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ