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Il personaggio

La Taverna delle nomine

Una "geniale" proposta della senatrice grillina

Salvatore Merlo

Paola Taverna promuove una riforma per introdurre il “merito” nelle nomine pubbliche. Ma il problema non è la legge. Che già esiste. Il problema è che il grillini poi nominano amici e sciroccati

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Poiché deve evidentemente ritenere di bassissimo profilo  le nomine pubbliche fin qui fatte da questo e dal precedente governo del Movimento cinque stelle – e come darle torto – ecco che  Paola Taverna ha trovato l’uovo di Colombo. Come scegliere i migliori? Ecco che dunque, presa carta e penna, la nostra vicepresidente del Senato ha proposto un disegno di legge che modifica l’articolo 9 del Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica. Un paragrafo geniale.  In pratica chi vuole candidarsi, chi voglia per esempio proporsi come presidente di Terna o consigliere di amministrazione dell’Eni, deve presentare una candidatura “trasparente” pubblicando il suo curriculum sul sito internet della società nella quale intende andare a lavorare. Geniale. Talmente geniale che è esattamente così che il sistema funziona già.  Da anni.

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Poiché deve evidentemente ritenere di bassissimo profilo  le nomine pubbliche fin qui fatte da questo e dal precedente governo del Movimento cinque stelle – e come darle torto – ecco che  Paola Taverna ha trovato l’uovo di Colombo. Come scegliere i migliori? Ecco che dunque, presa carta e penna, la nostra vicepresidente del Senato ha proposto un disegno di legge che modifica l’articolo 9 del Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica. Un paragrafo geniale.  In pratica chi vuole candidarsi, chi voglia per esempio proporsi come presidente di Terna o consigliere di amministrazione dell’Eni, deve presentare una candidatura “trasparente” pubblicando il suo curriculum sul sito internet della società nella quale intende andare a lavorare. Geniale. Talmente geniale che è esattamente così che il sistema funziona già.  Da anni.

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Infatti ci si candida via web, si presenta un curriculum pubblico, tutto si fa online   sul sito del Mef  (agevoliamo qui il link alla senatrice Taverna: http://www.dt.mef.gov.it/it/attivita_istituzionali/partecipazioni/organi_sociali/). La legge c’è. La trasparenza pure. Ma il problema resta, e non solo nelle partecipate. La cronaca  rivela infatti che si entra nei cda pubblici (o si diventa presidenti dell’Inps e dell’Anpal) per combinazione cabarettistica. E i casi di Pasquale Tridico, Mimmo Parisi e  Carmine America (ex alunno del liceo Imbriani di Pomigliano, che è tipo l’Ena del M5s),  per tacere di altri cetrioli presi al lazo e trasformati in manager, sembrano precisare in cosa consista esattamente la suddetta combinazione. Gary Lineker diceva che il calcio è un gioco semplice: ventidue uomini rincorrono un pallone per 90 minuti, e alla fine la Germania vince. Ecco. Si potrebbe dire, parafrasando Lineaker, che anche le nomine pubbliche  sono un gioco semplice: i migliori si candidano online, e alla fine  vincono i compagni di classe di Di Maio.

 

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Ovviamente la signora Taverna, che non sa come funzionano le leggi sulle nomine pubbliche ma comunque vorrebbe riformarle, non ce l’aveva  con gli strambi specialisti individuati e piazzati dal suo partito. Insomma non ce l’ha con se stessa. A lei interessava soprattutto mettersi in mostra. Trovare qualcosa da fare. Da mesi girava  infatti a vuoto come una mosca nel bicchiere. Da una parte Di Maio, il leader dei governisti, dall’altra Dibba, il leader dei rivoluzionari. E lei? “E io?”. Poiché aspira a fare la portavoce della nuova segreteria grillina, doveva assolutamente trovare una battaglia che fosse sua. Ed ecco l’idea! “La trasparenza”. Il “merito”. Ma la legge esiste già. Il problema, semmai, è che ad applicarla in maggioranza c’è lei, la  Taverna appunto.

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