PUBBLICITÁ

Ieri 753 morti

Sì: per governare la pandemia ci vuole un nuovo patto del Nazareno

Gli storici nemici di Berlusconi scoprono che non c’è alternativa a un patto con Berlusconi per gestire l'emergenza. Economia, bilancio e non solo: da dove ripartire

Claudio Cerasa

La formula non è ancora chiara ma con un occhio alla pandemia, un occhio all’economia, un occhio alla legge proporzionale, un occhio alla futura scelta del Quirinale (ops!) è possibile che qualcosa succederà. Ed è possibile che il patto del Nazareno torni grazie ai suoi nemici a guidare di nuovo l’Italia. Chissà

PUBBLICITÁ

Fare gli schizzinosi anche no, grazie. La notizia politica del momento riguarda una prospettiva tattica da sballo che probabilmente non si manifesterà mai, ma la cui semplice evocazione illumina uno scenario molto interessante, che la stragrande maggioranza delle forze politiche presenti in Parlamento, pur non potendolo confessare apertamente, oggi sogna di veder realizzato. Lo scenario è quello che riguarda la possibile convergenza in Parlamento tra l’attuale maggioranza di governo (Pd, M5s, Italia viva, Leu) e un pezzo responsabile dell’opposizione (Forza Italia) e la convergenza in questione sarebbe finalizzata a tradurre nel modo migliore possibile un’espressione sempre più ricorrente nel lessico usato, sia in pubblico sia in privato, dal presidente della Repubblica: unità nazionale.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Fare gli schizzinosi anche no, grazie. La notizia politica del momento riguarda una prospettiva tattica da sballo che probabilmente non si manifesterà mai, ma la cui semplice evocazione illumina uno scenario molto interessante, che la stragrande maggioranza delle forze politiche presenti in Parlamento, pur non potendolo confessare apertamente, oggi sogna di veder realizzato. Lo scenario è quello che riguarda la possibile convergenza in Parlamento tra l’attuale maggioranza di governo (Pd, M5s, Italia viva, Leu) e un pezzo responsabile dell’opposizione (Forza Italia) e la convergenza in questione sarebbe finalizzata a tradurre nel modo migliore possibile un’espressione sempre più ricorrente nel lessico usato, sia in pubblico sia in privato, dal presidente della Repubblica: unità nazionale.

PUBBLICITÁ

  

L’idea di fondo, ovverosia la necessità di lavorare a una stagione di solidarietà nazionale coinvolgendo in maniera non solo retorica anche l’opposizione sui dossier più importanti relativi alla ricostruzione del paese, è un’idea largamente condivisa da tutti i soggetti politici in questione ma è un’idea che né il Pd, né il M5s, né Italia viva, né Leu, né Forza Italia sanno ancora bene in che modo potrebbe prendere forma.

  

PUBBLICITÁ

   

Un governo di larghe intese sarebbe il sogno di Pd, di Forza Italia, di Italia viva e forse persino di Leu ma sarebbe difficilmente accettabile da un partito come il M5s che ha fatto dell’anti berlusconismo un suo cavallo di battaglia – anche se poi in realtà negli ultimi anni il M5s ha votato senza troppi problemi con Forza Italia sia il presidente della Camera (Roberto Fico è stato eletto anche con i voti del partito del Cav.), sia il presidente del Senato (Elisabetta Casellati è stata votata anche dal M5s) sia il presidente della Commissione europea (Ursula von der Leyen è stata votata sia dal Pd sia da Forza Italia sia dal M5s). Ma una soluzione intermedia forse esiste – una fonte del M5s importante sentita ieri dal Foglio ha detto che una soluzione “è praticamente scontata” – e per quanto ci si possa girare attorno tutte le mediazioni suggerite dai vari partiti di governo e di opposizione somigliano maledettamente a una creatura politica a lungo demonizzata dagli stessi attori che oggi cercano un modo elegante di riproporla: il patto del Nazareno.

 

L’abbraccio avvenuto nel gennaio del 2014 tra il Pd di Matteo Renzi e la Forza Italia di Berlusconi (abbraccio che curiosamente si interruppe l’anno successivo, nel 2015, in occasione della scelta dello stesso presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che oggi con discrezione sta cercando di favorire proprio la ricostruzione di quel patto) fu un abbraccio che venne osteggiato con violenza non solo dal M5s (che costruì allora parte della sua fortuna politica combattendo contro la stessa politica dell’inciucio poi splendidamente abbracciata una volta al governo) ma anche dalla stessa minoranza del Pd che in seguito confluì in Leu (Bersani e Speranza) e che successivamente ha provato a trasformare la segreteria di Zingaretti (la stessa segreteria che oggi sogna di fare un governo con il Cav.) nel simbolo plastico della fine del renzismo. E invece oggi, tutti, da Leu al Pd passando per il M5s, oltre ovviamente a Renzi e al Cav., cercano un modo per riproporre, in forme più o meno presentabili, un nuovo patto del Nazareno. E tutti si interrogano – con un occhio alla pandemia, un occhio all’emergenza economica, un occhio alla legge elettorale proporzionale, un occhio alla futura scelta del Quirinale – cosa sia giusto fare.

  

PUBBLICITÁ

Opzione numero uno: un bel rimpasto di governo utile a favorire la promozione di ministri non sgraditi a Forza Italia (modello Giovanni Tria ed Enzo Moavero Milanesi con il Conte 1) e utile a garantire nei momenti più importanti un appoggio esterno del partito del Cav. (difficile ma non impossibile).

PUBBLICITÁ

Opzione numero due: trovare un’intesa tra la maggioranza e Forza Italia per condividere la scrittura della legge di Bilancio (un doppio relatore in Commissione, uno di maggioranza e uno di opposizione), per allargare il voto sullo scostamento di bilancio.

Opzione numero tre: nulla di tutto questo ma collaborazione caso per caso su singoli provvedimenti (come già successo sull’emendamento anti Vivendi) con promessa di triangolazione con la maggioranza al Senato nei casi di necessità (come già succede da mesi: per ogni parlamentare grillino che se ne va ce n’è uno di Forza Italia che magicamente arriva nel partito di Renzi).

PUBBLICITÁ

  

“Accogliamo gli appelli del presidente della Repubblica – ha detto proprio ieri il Cav. – e ci rendiamo disponibili a collaborare per far uscire il Paese dall’emergenza. E la sede e il momento per discutere delle nostre proposte è la sessione di bilancio che sta per aprirsi”. La formula non è ancora chiara ma con un occhio alla pandemia, un occhio all’economia, un occhio alla legge proporzionale, un occhio alla futura scelta del Quirinale (ops!) è possibile che qualcosa succederà. Ed è possibile che il patto del Nazareno torni grazie ai suoi nemici a guidare di nuovo l’Italia. Chissà.
 

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ