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Forza Italia sbanda sulle larghe intese. Salvini si prende tre deputati azzurri

"Un pezzo di Forza Italia pensa agli inciuci", dice il leader della Lega. Che prova, così, a stoppare il dialogo trail Cav. e il Pd

Valerio Valentini e David Allegranti

Ravetto, Carrara e Zanella lasciano il gruppo alla Camera di FI e aderiscono alla Lega. Il subbuglio azzurro nelle chat interne. E anche il M5s va in tilt: Di Maio costretto alla retromarcia

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La più spiritosa di tutti, è stata Laura Ravetto. Che, in fondo, è stata anche quella che più a lungo ha smaniato, prima di abbandonare la comitiva. Per mesi ha minacciato di andare con la Lega, e spesso ha contrattato la sua permanenza in Forza Italia in cambio di apparizioni televisive. Poi, alle 12.20, la comunicazione ufficiale sulla chat del gruppo dei deputati: "Ragazzi, vi sto lasciando. Vi saluto tutti e comunque so che mi porterete ancora qualche volta a pranzo con voi alla Camera". Ma non è stata l'unica. Perché, insieme a lei, lasciando la truppa azzurra anche Federica Zanella, veronese di nascita ma milanese d'adozione, e Maurizio Carrara, toscano e un tempo vicino a Mara Carfagna, che pure è stato per lunghe settimane in trattativa con Carlo Calenda per un suo possibile approdo in Azione, e alla fine s'è deciso ad aderire alla Lega, convinto al grande passo dalla sua amica Benedetta Fiorini, che quello stesso cambio di casacca l'aveva fatto nell'agosto scorso.

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La più spiritosa di tutti, è stata Laura Ravetto. Che, in fondo, è stata anche quella che più a lungo ha smaniato, prima di abbandonare la comitiva. Per mesi ha minacciato di andare con la Lega, e spesso ha contrattato la sua permanenza in Forza Italia in cambio di apparizioni televisive. Poi, alle 12.20, la comunicazione ufficiale sulla chat del gruppo dei deputati: "Ragazzi, vi sto lasciando. Vi saluto tutti e comunque so che mi porterete ancora qualche volta a pranzo con voi alla Camera". Ma non è stata l'unica. Perché, insieme a lei, lasciando la truppa azzurra anche Federica Zanella, veronese di nascita ma milanese d'adozione, e Maurizio Carrara, toscano e un tempo vicino a Mara Carfagna, che pure è stato per lunghe settimane in trattativa con Carlo Calenda per un suo possibile approdo in Azione, e alla fine s'è deciso ad aderire alla Lega, convinto al grande passo dalla sua amica Benedetta Fiorini, che quello stesso cambio di casacca l'aveva fatto nell'agosto scorso.

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E tano è bastato per innescare le reazioni piccate dei loro colleghi. Marta Fascina, vicinissima al Cav., sbotta così: "Viva la riconoscenza". Giorgio Mulè le fa subito eco: "e da mo' che è morta". Alla fine interviene Mariastella Gelmini, la capogruppo, a ribadire la linea: “Andiamo avanti con il Presidente Berlusconi: dalla parte giusta sempre senza paura”

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Una frattura, quella di oggi, che si realizza proprio nelle ore in cui il dibattito dentro Forza Italia su una possibile collaborazione con la maggioranza sullo scostamento e la legge di Bilancio s'è fatto aspro, coi due fronti - quello filosovranista e quello liberale - a rinfiacciarsi a vincenda le reciproche ipocrisie. "Salvini ci offende perché staremmo pensando, secondo lui, di andare al governo con Conte e il M5s?", sbotta Renato Brunetta, grande teorico delle larghe intese. "In verità l'unico che ha fatto il governo coi grillini, rompendo il fronte del centrodestra, è stato proprio lui". E se Antonio Tajani è scettico rispetto agli eccessivi entusiasmi di Brunetta, la Gelmini, capogruppo alla Camera, ribadisce che la via del dialogo e della responsabilità indicata dal Cav. è la sola che possa essere percorsa. Assai più critica, in verità, anche Licia Ronzulli. Senatrice forzista e da sempre grande confidente di Matteo Salvini, è stata proprio lei a mediare nei giorni passati, quando il capo della Lega aveva osato spingersi allo sfregio più impensabile, verso Berlusconi, quelli che ha riguardato Mediaset e il provvedimento che protegge il Biscione dalla scalata ostile ad opera di Vivendi. Ed è a lei che Osvaldo Napoli, deputato di rito carfagnano, indirizza una nota al veleno: "Trovo singolare e patetico - dice - che dentro Forza Italia ci siano ormai più avvocati di Salvini che di Berlusconi".

 

La verità, al di là delle fibrillazioni di Forza Italia, è che quello di oggi è un chiaro segnale di ostilità di Salvini all'indirizzo del Cav. L'ennesimo, dopo la presentazione di una pregiudiziale d'incostituzionalità - depositata solo ieri da Lega e Fratelli d'Italia - che contesta, nuovamente, il provvedimento "salva Mediaset" inserito nel decreto Covid. Stavolta la prova di forza è ancora più muscolare, visto che rompe un patto siglato da Salvini, Berlusconi e Meloni a inizio legislatura: "Tra di noi - era l'accordo - non ci si ruba parlamentari". E invece glieli ruba eccome, il leader della Lega. Un segnale per dimostrare che, se davvero il Cav. proseguirà sulla strada del dialogo con la maggioranza, l'emorragia nei gruppi di FI potrà essere ancora maggiore. "Un pezzo di FI pensa agli inciuci", è stato infatti il commento di Salvini. 

 

E del resto, non è solo Forza Italia a tribolare parecchio, in questo gioco di sguardi e di ammiccamenti tra il Pd e il Cav. Anche il M5s traballa non poco. E infatti Lugi Di Maio, che pure s'era intestato la linea del dialogo con gli azzurri, temendo la rivolta interna del gruppo, con l'ala degli oltranzisti pronta a dare in escandescenza seguendo gli ordini di Alessandro Di Battista, in mattinata è tornato sui suoi passi con un post su Facebook di scherno nei confronti del Cav

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