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Squadra di polizia anti Covid

Luciano Capone

Dal generale Cotticelli, probabilmente drogato a sua insaputa in Calabria, al vice questore Tiani che pubblicizza l’amuleto per scacciare i virus in Puglia. Il meccanismo che porta personaggi del genere in ruoli di responsabilità è lo stesso: quando c’è casino e un po’ di inchieste, come nella sanità calabrese o in InnovaPuglia, la politica pensa di risolvere tutto mettendo uno sbirro

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Una scena comica in un momento tragico: la pubblicizzazione alla Camera dei deputati, in piena seconda ondata, di un talismano contro il Covid. E’ stato un po’ come vedere un Maurizio Mosca nella performance del pendolino con l’accento del Lino Banfi di “Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio”. Davanti alla commissione Affari costituzionali, Giuseppe Tiani si toglie dal collo un medaglione, descritto come “un micropurificatore d’aria di tecnologia israeliana che costa 50 euro”, lo mostra ai deputati e lasciandolo oscillare dice che questo oggetto “per un metro cubo attorno alla persona genera dei cationi che inibiscono qualsiasi virus. Andrebbe distribuito alle forze di polizia e a tutti i sanitari, ci darebbe una mano a combattere il virus con la tecnologia”.

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Una scena comica in un momento tragico: la pubblicizzazione alla Camera dei deputati, in piena seconda ondata, di un talismano contro il Covid. E’ stato un po’ come vedere un Maurizio Mosca nella performance del pendolino con l’accento del Lino Banfi di “Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio”. Davanti alla commissione Affari costituzionali, Giuseppe Tiani si toglie dal collo un medaglione, descritto come “un micropurificatore d’aria di tecnologia israeliana che costa 50 euro”, lo mostra ai deputati e lasciandolo oscillare dice che questo oggetto “per un metro cubo attorno alla persona genera dei cationi che inibiscono qualsiasi virus. Andrebbe distribuito alle forze di polizia e a tutti i sanitari, ci darebbe una mano a combattere il virus con la tecnologia”.

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Tiani è un poliziotto, già vice questore, che parla in veste di segretario nazionale del sindacato Siap. Ma da circa un anno è anche presidente di InnovaPuglia: la centrale d’acquisto della regione, che si occupa degli appalti nella sanità ed è anche un “propulsore dell’innovazione digitale”. Al vertice di questa agenzia, a metà tra la Consip e Invitalia, il governatore Michele Emiliano ci ha messo un tizio che vede in un amuleto il punto di unione tra acquisto di dispositivi sanitari e innovazione tecnologica. Con lui deve interfacciarsi uno scienziato serio come l’assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco, che non ha rilasciato alcun commento.

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Il caso pugliese arriva pochi giorni dopo l’analogo calabrese. Qui un generale dei carabinieri, Saverio Cotticelli, prima si è dimesso da commissario alla Sanità dopo una disastrosa intervista in cui ha detto di non sapere che toccasse a lui fare il “piano Covid” e poi è andato, sempre in tv, a dire che forse prima di quell’intervista è stato drogato da poteri forti e/o occulti che volevano farlo fuori. Al suo posto il governo ha nominato un manager militante del partito del ministro della Salute Roberto Speranza, Giuseppe Zuccatelli, che dichiarava che “le mascherine non servono a un c…”, che per contrarre il Covid bisogna “baciarsi per 15 minuti con la lingua in bocca altrimenti non te lo becchi” e che “sono più pericolose le bombole del gas”. Il meccanismo che porta a scegliere personaggi del genere in ruoli di responsabilità è lo stesso. Quando c’è casino e un po’ di indagini, come nella sanità calabrese o in InnovaPuglia dove mezzo cda è finito sotto inchiesta, la politica pensa di risolvere tutto mettendo un magistrato, un carabiniere o uno sbirro in nome della “legalità”. Come se l’abito, di per sé, fosse garanzia di purezza e competenza. L’altro criterio di selezione è quello della fedeltà politica: proprio come Zuccatelli anche Tiani era vicino al Pd. In Puglia c’è poi la variabile Emiliano, che sceglie spesso personaggi bizzarri, come nel caso della task force anti Xylella – l’epidemia che sta distruggendo gli ulivi – al cui vertice aveva posto un “agroecologo” che proponeva soluzioni contro il batterio equivalenti al ciondolo anti Covid.

 

Dopo che la sua performance ha fatto ridere mezzo paese e indignare l’altra metà, il presidente di InnovaPuglia ha voluto mettere a tacere la polemica chiarendo a una tv locale che quel medaglione “purifica l’aria” da tanti patogeni, ma non serve contro il coronavirus bensì contro “pollini, funghi, polveri sottili, fumo passivo e virus” e quindi può essere utile per i poliziotti che “combattono con l’immigrazione e strati della società che non sono portatori di igiene”. Insomma, il chiarimento è che il ciondolo non serve contro il Covid ma contro gli immigrati. Tiani è ancora incredibilmente al suo posto, dice si dimette solo se  glielo chiede Emiliano, che sta in silenzio. Evidentemente sono i cationi del talismano che gli impediscono  di parlare.

 

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