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Tutte le bufale complottiste sul voto in Usa rilanciate da Lega e Fratelli d'Italia

Dalla Donato a Lollobrigida, da Picchi a Fazzolari. Ci sono europarlamentari, deputati e senatori. Le mille sfumature della propaganda sovranista in favore di Trump

Valerio Valentini

Dai morti resuscitati alle frodi postali in favori di Biden. I brogli e le oscure macchinazioni. Ecco come i parlamentari di Salvini e Meloni hanno dato voce alla propaganda di Trump

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C'è chi l'ha fatto con indignazione sincera anche se estemporanea, e chi invece s'è messo lì con zelo da investigatore a scartabellare i siti internet più bistrattati dai grandi media, "ché a me il New York Times e la Cnn non me la fanno mica sotto il naso". C'è poi chi l'ha fatto come un obbligo di servizio, che non si dica che non si è applicato, e chi infine ha usato una sulfurea ironia, come a dire che sì, certo, partecipo alla cagnara perché lo impone la bolla dei social, ma non è che ci credo fino in fondo. Sta di fatto che le mille sfumature di complottismo sull'elezione di Joe Biden alla Casa Bianca stanno tutte racchiuse lì, nel perimetro del fronte sovranista e patriottico che unisce la Lega e Fratelli d'Italia in sostegno di Donald Trump.

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C'è chi l'ha fatto con indignazione sincera anche se estemporanea, e chi invece s'è messo lì con zelo da investigatore a scartabellare i siti internet più bistrattati dai grandi media, "ché a me il New York Times e la Cnn non me la fanno mica sotto il naso". C'è poi chi l'ha fatto come un obbligo di servizio, che non si dica che non si è applicato, e chi infine ha usato una sulfurea ironia, come a dire che sì, certo, partecipo alla cagnara perché lo impone la bolla dei social, ma non è che ci credo fino in fondo. Sta di fatto che le mille sfumature di complottismo sull'elezione di Joe Biden alla Casa Bianca stanno tutte racchiuse lì, nel perimetro del fronte sovranista e patriottico che unisce la Lega e Fratelli d'Italia in sostegno di Donald Trump.

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La più pura, nel suo candore indemoniato, è stata forse Francesca Donato. Avvocato siciliano che decide di predicare il verbo antieuropeista, fonda e dirige un'associazione che si propone di condurre l'Italia al ritorno alla Lira ("Porgetto Eurexit") e viene pertanto candidata con ogni merito al Parlamento europeo da Matteo Salvini. E lei, in fondo, non fa altro che dare voce agli umori che nella pattuglia dei leghisti di Bruxelles, quella che Giancarlo Giorgetti vorrebbe avvicinare al Ppe, sono vivi e vivaci. E lo dimostrano i tweet e i commenti che nel frattempo faceva l'altro alfiere del No Euro Antonio Rinaldi, o quelli del capogruppo Marco Zanni o il capo delegazione Marco Campomenosi, che parla di un Donald Trump "fatto fuori" da non meglio definiti poteri e rilancia da giorni le bufale sulle frodi relative al voto postale. 

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Guglielmo Picchi, deputato toscano del Carroccio, ci ha invece tenuto a far vedere che è un ex sottosegretario agli Esteri. E così, mentre altri si limitavano a qualche tweet scoordinato, lui, che col governo gialloverde presidiava la Farnesina in nome e per conto del Capitano,  ha srotolato un papier lungo e articolato dl titolo sentenzioso - "Perché Donald Trump ha vinto e come i democratici provano a rubare le elezioni" - in cui ha elencato nientemeno che dieci "intoppi" che chiaramente dimostrerebbero l'irregolarità dell'elezione in corso. E insomma, se Giorgetti, attuale responsabile Esteri della Lega, ci impiegava quattro giorni a riconoscere la vittoria di Biden, a Picchi, che quell'incarico nel partito lo ha rivestito fino al 2019 bastavano poche ore per svelare l'imbroglio celebrato in mondovisione. E la sera del 4 novembre, aveva già capito tutto, il Picchi: "Donald Trump ha vinto superando la soglia dei 270 grandi elettori del collegio elettorale. I Democratici stanno facendo di tutto per vincere. E per farlo si scoprono alcune gravi anomalie che meritano prima attenzione e poi azione per rimediarvi". Va da sé che il post riassumeva tutte le più bislacche teorie del complotto che circolavano in Rete nelle prime ore dopo il voto, compresa quella delle penne "sharpie" usate in Arizona, al punto che il suo post finiva segnalato da Fecebook in quanto condito di "informazioni false".  E sono soddisfazioni. Il che dimostra, peraltro, come nel settore specifico, la Lega abbia dei problemi di bipolarismo identitario: perché anche il responsabile Esteri della Regione Lombardia, Max Ferrari, da giorni rilancia senza sosta tweet e commenti che accreditano la tesi del complotto. 

 

E uno dice vabbè, questa è la Lega. Poi c'è anche l'altra destra, quella di Giorgia Meloni. La quale, in effetti, dopo aver sostenuto Trump con toni e foto meno sbracate di quelli del collega Salvini, decide che è ormai il momento di denunciare il clima d'odio e di violenze che ha accompagnato la campagna presidenziale, e lo fa per denunciare la foga di alcuni manifestanti antitrumpiani che, per le strade di New York, prendono a calci e pugni un fantoccio con l'immagine di The Donald.

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E nel frattempo, il suo manipolo di parlamentari si lasciava tentare dalle teorie del complotto. Francesco Lollobrigida, capogruppo di FdI alla Camera, con una battuta rilanciava ad esempio le accusi sulle presunte frodi postali. "Dalle ultime notizie da Oltreoceano appare chiaro che Trump ha regolarmente votato per Biden per posta...".  Il suo collega senatore Giovanbattista Fazzolari si spingeva oltre: arrivando a sostenere, anche lui con sfoggio di ironia, la tesi secondo cui a Biden sarrebero stati assegnati i voti di americani morti.

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E come nel caso della Lega, anche per FdI la polemica complottista trovava poi sfogo a Bruxelles. E infatti Carlo Fidanza, capo delegazione del partito nel gruppo dei Conservatori europei di cui la Meloni è stata recentemente nominata presidente, venerdì pomeriggio illustrava in diretta televisiva, su Sky, le varie presunte frodi e i molteplici supposti brogli. Prove a disposizione, nessuna. Ma molto sentito dire. E tanto basta, evidentemente. 

 

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