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Toti non molla e spiega perché serve un piano per proteggere gli anziani

Annalisa Chirico

“In molti hanno voluto brutalizzare il mio concetto ma io non ho timore di ripeterlo", dice il governatore della Liguria

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Presidente Giovanni Toti, ci risiamo: il virologo Roberto Burioni è tornato a criticarla su Twitter perché lei insiste con questa storia degli anziani a casa. “In molti hanno voluto brutalizzare il mio concetto ma io non ho timore di ripeterlo. Nessuno vuole rinchiudere gli anziani in casa, ci mancherebbe altro, detto in un paese però che non ha esitato a rinchiudere tutti in casa. Con la chiusura di scuole, palestre, sport di gruppo, abbiamo sigillato in casa intere fasce di popolazione che non risentono del Covid mentre non facciamo alcunché per non far uscire di casa le persone che il Covid uccide”.

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Presidente Giovanni Toti, ci risiamo: il virologo Roberto Burioni è tornato a criticarla su Twitter perché lei insiste con questa storia degli anziani a casa. “In molti hanno voluto brutalizzare il mio concetto ma io non ho timore di ripeterlo. Nessuno vuole rinchiudere gli anziani in casa, ci mancherebbe altro, detto in un paese però che non ha esitato a rinchiudere tutti in casa. Con la chiusura di scuole, palestre, sport di gruppo, abbiamo sigillato in casa intere fasce di popolazione che non risentono del Covid mentre non facciamo alcunché per non far uscire di casa le persone che il Covid uccide”.

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Il suo tweet sembrava sacrificare gli anziani in quanto non utili allo “sforzo produttivo” del paese… “Quello è stato un tweet sbagliato, un inciampo del mio staff, mi scuso di nuovo verso chiunque si sia sentito offeso. Ciò detto, non sono io ad aver fissato l’età della pensione a 65 anni. So bene che i nonni svolgono un ruolo importante in tante famiglie, spesso con le pensioni mantengono le generazioni più giovani, forniscono un welfare diffuso, ma proprio per questo dovremmo proteggerli anziché condannarli a morte. Questo sì che mi sembra un atteggiamento particolarmente cinico. Portare i bambini dai nonni, in questa fase, è come sganciare una bomba a mano nel loro salotto, non esattamente un gesto d’affetto”.

  

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La segregazione anagrafica è a rischio di incostituzionalità. “E’ vero il contrario: trattare allo stesso modo persone esposte a rischi assai diversi è fonte primaria di disuguaglianza”. Dicono che Silvio Berlusconi si sia risentito. “Di questo non ho notizia, l’ultimo risentimento di cui ho contezza è quello per non aver riconosciuto a Forza Italia un posto in giunta. Comunque mi risulta che Berlusconi si trovi in una casa ben protetta in Francia, direi che ha seguito il mio consiglio”.

 

Al di là delle polemiche, lei ha posto un tema: un virus particolarmente letale sugli anziani rischia di bloccare il paese intero. “L’età media dei decessi per Covid è 82 anni, in Liguria il 95 percento delle morti sono sopra i 75 anni, i giovani accusano sintomi nulli o lievi. Allora io domando: un ragazzo non può prendere un aperitivo, manco fosse un untore, e poi i nonni possono giocare a bocce? Io non posso andare in palestra mentre mio padre dovrebbe andare al bar?”.

 

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sollecitato lei e il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini ad una maggiore collaborazione istituzionale. “Il capo dello Stato ha riconosciuto il ruolo delle Regioni in questa crisi, lo aveva già fatto ricevendoci ufficialmente al Quirinale per i 50 anni dall’istituzione delle Regioni. Anche nel corso del nostro ultimo colloquio, il presidente ha riconosciuto lo sforzo compiuto dai servizi sanitari regionali e ha chiesto a tutti una maggiore coesione e lealtà istituzionale. Il paese, a questo secondo giro Covid, è più stanco e sfiancato, sia nei suoi gangli economici che sociali”.

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A volte si ha l’impressione che le Regioni siano centraliste quando c’è da chiudere e federaliste quando c’è da aprire… “Io sono autenticamente federalista, il problema è un altro: le Regioni non possono semplicemente ratificare le decisioni prese dal governo, serve un confronto politico su misure che devono tener conto delle specificità di ogni singolo territorio. Spesso accade invece che il premier Conte assuma decisioni che ricalcano ordinanze regionali. Nella prima ondata, abbiamo chiuso le scuole ben prima del provvedimento governativo. Le linee guida per le riaperture sono state formulate non all’interno del governo o del Cts ma in sede di Conferenza Stato-Regioni”. E questo che vuol dire? “Che ormai la Conferenza delle Regioni rappresenta il blocco di sindacato dei territori, indipendentemente dalle appartenenze politiche”.

 

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A lei piacerebbe prendere il posto di Bonaccini… “Credo che nessuna persona di buon senso oggi invidi o voglia prendere il posto di Bonaccini. Rimanderei la discussione a tempi migliori”. E il nuovo Dpcm? “Ogni settimana inviamo al ministero della Salute una miriade di dati per definire l’indice di trasmissibilità e poi una serie di parametri che descrivono la situazione ospedaliera. Rifiuto la logica dell’automatismo perché nessuna equazione matematica può sostituirsi al compito della politica di contemperare interessi diversi tenendo conto delle caratteristiche locali: c’è il numero dei posti occupati ai pronto soccorso ma c’è anche la valutazione della capacità di resistenza del tessuto produttivo. Il governo non può giocare allo scaricabarile né può pensare di trasformare il Cts in una sorta di Consiglio dei ministri dove ogni decisione sarebbe scientificamente inoppugnabile. Io, da presidente di regione, devo anche pensare ai negozi e alle fabbriche che potrebbero chiudere per sempre”.

 

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