PUBBLICITÁ

editoriali

Ora è il M5s a salvare le banche

redazione

Si va verso la ricapitalizzazione statale di Mps e per i grillini di governo è tutto ok

PUBBLICITÁ

Il momento della verità si sta avvicinando per il Monte dei Paschi. E questo momento potrebbe costare tra 1,5 e 2,5 miliardi alle casse dello stato, quindi ai contribuenti italiani. E’ in questo range, infatti, che potrebbe collocarsi l’aumento di capitale necessario per ripristinare il patrimonio di vigilanza dell’istituto senese che versa in una situazione complicata, aggravata dal deterioramento della qualità degli attivi che ci si attende nel 2021 a causa della crisi Covid-19. Inoltre la recente condanna in primo grado degli ex vertici della banca, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, ha reso necessari ulteriori accantonamenti per coprire i rischi legali. Il fatto che il cda di Mps abbia deciso di passare da “possibili” a “probabili” una serie di controversie e richieste stragiudiziali è stato interpretato da molti osservatori come un preludio alla ricapitalizzazione. In più, alcune indiscrezioni di stampa hanno riferito di contatti già avvenuti tra funzionari del Mef e il ceo dell’istituto senese, Guido Bastianini, per discutere dell’operazione di aumento nella quale il ministero dovrebbe sottoscrivere la quota di sua competenza, pari al 68 per cento, e anche l’eventuale inoptato.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Il momento della verità si sta avvicinando per il Monte dei Paschi. E questo momento potrebbe costare tra 1,5 e 2,5 miliardi alle casse dello stato, quindi ai contribuenti italiani. E’ in questo range, infatti, che potrebbe collocarsi l’aumento di capitale necessario per ripristinare il patrimonio di vigilanza dell’istituto senese che versa in una situazione complicata, aggravata dal deterioramento della qualità degli attivi che ci si attende nel 2021 a causa della crisi Covid-19. Inoltre la recente condanna in primo grado degli ex vertici della banca, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, ha reso necessari ulteriori accantonamenti per coprire i rischi legali. Il fatto che il cda di Mps abbia deciso di passare da “possibili” a “probabili” una serie di controversie e richieste stragiudiziali è stato interpretato da molti osservatori come un preludio alla ricapitalizzazione. In più, alcune indiscrezioni di stampa hanno riferito di contatti già avvenuti tra funzionari del Mef e il ceo dell’istituto senese, Guido Bastianini, per discutere dell’operazione di aumento nella quale il ministero dovrebbe sottoscrivere la quota di sua competenza, pari al 68 per cento, e anche l’eventuale inoptato.

 

L’ipotesi, nell’aria da una decina di giorni, per certi versi allontana la possibile aggregazione con un partner bancario e per altri, invece, la rende più fattibile proprio in virtù del rafforzamento patrimoniale. Si vedrà. Intanto, però, a quattro anni dal salvataggio di Mps, avvenuto durante il governo Gentiloni che fu accusato dal M5s di aiutare le banche, nuove risorse pubbliche saranno impiegate per mettere l’istituto nelle condizioni di resistere alla pandemia e di essere venduto a privati nella speranza che la Commissione europea sia meno inflessibile nell’applicare le norme sugli aiuti di stato. All’epoca il M5s e Beppe Grillo erano in piazza a Siena a sbraitare contro i salvataggi bancari a carico dei cittadini, mentre ora che i grillini sono al governo la musica è cambiata. Nessuna protesta, ora a salvare le banche con i soldi del popolo ci sono loro.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ