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L'intervista

Volpi (Copasir): "Le rivolte si fermano coinvolgendo tutto il parlamento: basta dpcm"

Il presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica: "Conte si basta da solo? I numeri di cui ora dispone gli bastano davanti a questa emergenza?"

Simone Canettieri

"Il governo usi i decreti legge affinché siano emendabili dalle opposizioni".  E sul caso del tunisino di Nizza sbarcato a Lampedusa: "Ho chiesto l'audizione di Gabrielli e Lamorgese"

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“In questi momenti serve cultura istituzionale: occorre scegliere tra popolarità e responsabilità”. E’ un appello a chi governa? “E’ un dato di fatto che parte dai numeri drammatici dei contagi e dal disagio profondo che sta crescendo nelle piazze e nel paese”. E quindi, presidente Volpi? “Il governo deve essere consapevole quando si parla di numeri della maggioranza: se si basta e se gli bastano”. Il leghista Raffaele Volpi è il presidente del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Ragiona sulla scorta delle notti violente che vive il paese, e non solo.   

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“In questi momenti serve cultura istituzionale: occorre scegliere tra popolarità e responsabilità”. E’ un appello a chi governa? “E’ un dato di fatto che parte dai numeri drammatici dei contagi e dal disagio profondo che sta crescendo nelle piazze e nel paese”. E quindi, presidente Volpi? “Il governo deve essere consapevole quando si parla di numeri della maggioranza: se si basta e se gli bastano”. Il leghista Raffaele Volpi è il presidente del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Ragiona sulla scorta delle notti violente che vive il paese, e non solo.   

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Mentre Volpi parla – è l’ora di pranzo –  i siti di tutti i giornali stanno rilanciando la notizia dell’attentato di Nizza: tre morti e un ferito grave, una vittima decapitata. “E’ il segno di una situazione fuori controllo che si trasferisce anche su tensioni di carattere geopolitico fino ad arrivare ai livelli più periferici di terrorismo”.

 

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Anche l’Italia deve preoccuparsi?

“Un allarme del genere va tenuto sempre in considerazione, la situazione è  monitorata con costanza, per quanto sia difficile, perché si tratta di persone che non hanno una rete organizzata. Allo stesso tempo, l’occidente ha frontiere europee che non possono essere così permeabili come potrebbe essere accaduto per il tunisino”.

 

Intanto, però, le strade italiane sono attraversate dalle proteste, anche violente dopo l’ultimo dpcm. Si può ridurre tutto a frange di estrema destra, al mondo degli ultras e delle periferie disagiate o c’è qualcosa di più profondo in questi focolai?

“Innanzitutto, la ministra Lamorgese aveva già lanciato mesi fa questo tipo di allarme sociale.  Alcune situazioni sono rimaste sottaciute”. Cioè? “C’è una categoria di persone legate a un’economia marginale che rasenta l'illegalità e che ora si trova senza ammortizzatori né sussidi. Si tratta di tutte quelle persone che facevano mestieri non regolari, ma che permettevano a molte famiglie di portare a casa un reddito. Si tratta di una fascia condizionabile da posizioni estremiste che coincidono con i riferimenti degli ultras calcistici. Altra cosa, invece, sono le proteste delle categorie dei professionisti che possono  diventare forme di mimetismo per chi vuole creare disordini”.

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Poi c’è la criminalità organizzata al sud, si può dire in maniera chiara, presidente Volpi?

“Sì, guardando le manifestazioni che si sono svolte in importanti città del sud  c’erano molte persone che si muovevano, tra gli scontri, con i motorini. Un segnale, per me, chiaro”. 

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Infine, c’è Forza nuova con i soliti Roberto Fiore e Giuliano Castellino: vista la situazione di emergenza non si possono sciogliere queste formazioni politiche e usare ancora di più il pugno duro?

“Per farlo servirebbe una legge dello stato, ma stiamo parlando di criminali che cercano un alone politico. Stesso discorso vale per i centri sociali che da anni sfasciano le città”.  

 

Il Copasir sta monitorando anche l’infodemia che sta dilagando intorno alla crisi da coronavirus? Vi risulta l’azione sui social di bot russi e cinesi?

“Sì, da mesi stiamo monitorando queste attività. Addirittura è girato anche un video di italiani al balcone che cantavano l’inno nazionale cinese. Questo per dire che ormai le tecnologie sono facilmente utilizzabili per eccitare gli animi e creare complotti. Vuole un altro esempio?”.

 

Certo.

“L’altro ieri si è svolto il Consiglio supremo di difesa, niente di segreto: la notizia era uscita sul sito del Quirinale, ma sui social si è letto  di tutto. Dal presidente della Repubblica pronto a usare l’esercito per strada alle ricostruzioni più strampalate. Quando invece  si trattava di un appuntamento semestrale che di solito arriva prima della legge di Stabilità per analizzare gli scenari”.

 

Invece?

“Invece per due settimane c’è stata una disinformazione terrificante  per fare pensare al cittadino comune, dalle mie parti si dice ‘insigare’, chissà  cosa stesse per accadere”.

 

L’Italia è sott’attacco?

“I nostri servizi e le nostre agenzie controllano e sono in uno stato di avanzamento ormai riconosciuto in tutto il mondo. E’ chiaro che, in questa fase, il monitoraggio delle banche come di alcune aziende strategiche sia parte importante dell’azione del Copasir”.

  

La situazione italiana sembra comunque fuori controllo, il paese sta marciando a passi spediti verso un nuovo lockdown: la tensione è destinata a degenerare?

“Voglio fare una premessa: le scelte che tra poco dovrà prendere l’Italia saranno molto serie. Occorre alzare, innanzitutto, il livello della comunicazione. Bisogna che si vada in tv per spiegare alle persone lo stato dell’arte. Il negazionismo è anche frutto di pareri scientifici spesso troppo contrapposti. E, allo stesso tempo, chi governa deve dare messaggi chiari”.

 

Invece di rincorrere il virus a colpi di dpcm?

“Sì, nella prima fase comprendevo il ricorso a questo strumento, ma credo che ora si possa cambiare impostazione e passare ai decreti legge, che possono essere emendabili in Parlamento e hanno caratteristiche di necessità e urgenza. Non si può solo andare alle Camere per informative. C’è un problema, e non lo dice solo l’opposizione ma anche la maggioranza. La questione è reale. Solo così ci può essere fattiva e democratica collaborazione con tutte le forze espressione del voto dei cittadini. Lo spazio c’è. Invece si usano i dpcm con le raccomandazioni. Non mi sembra di dire nulla di eversivo se si cambia metodo: solo così riusciremo a isolare questa gentaglia estremista”.

 

Ma Conte può reggere una pressione tale con una maggioranza così litigiosa?

“Le ho già risposto: se  è uno statista trovi in se stesso la misura. E si chieda se si basta e se i numeri gli bastano”.

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