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L'intervista

"Fiorentini, non partecipate a manifestazioni illegali". Parla Dario Nardella

L'appello del sindaco di Firenze dopo l'annuncio di una protesta in piazza per venerdì prossimo

David Allegranti

"Non c'è un problema Italia, ma il governo deve dare risposte concrete dopo gli annunci per affrontare la rabbia sociale"

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Rumori di auto e clacson. Dario Nardella è con i tassisti, scesi a manifestare in piazza della Signoria. “Non c’è solo la crescita esponenziale del virus”, dice al Foglio il sindaco di Firenze mentre si allontana dalla folla, “ma anche la crescita della rabbia sociale. Le nostre città sono diventate polveriere. Come sindaci abbiamo il difficile compito di essere la prima linea delle istituzioni. Davanti a noi abbiamo la disperazione, quindi siamo in mezzo a un guado: siamo in mezzo alla protesta ma manteniamo alto anche il senso di responsabilità e lealtà verso il governo. Sono sindaco da sei anni e questo per me è il momento più difficile, perché devo tenere insieme le due cose. Le persone vanno ascoltate, quindi è giusto essere presenti in situazioni come questa, mettendoci la faccia. A volte preoccupano alcune decisioni del governo, che io pure rispetto e devo attuare, perché sembra che non siano sufficientemente condivise. Mi rendo conto però che siamo di fronte a un fatto eccezionale, quindi non vorrei mai trovarmi nei panni di chi è al governo”.

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Rumori di auto e clacson. Dario Nardella è con i tassisti, scesi a manifestare in piazza della Signoria. “Non c’è solo la crescita esponenziale del virus”, dice al Foglio il sindaco di Firenze mentre si allontana dalla folla, “ma anche la crescita della rabbia sociale. Le nostre città sono diventate polveriere. Come sindaci abbiamo il difficile compito di essere la prima linea delle istituzioni. Davanti a noi abbiamo la disperazione, quindi siamo in mezzo a un guado: siamo in mezzo alla protesta ma manteniamo alto anche il senso di responsabilità e lealtà verso il governo. Sono sindaco da sei anni e questo per me è il momento più difficile, perché devo tenere insieme le due cose. Le persone vanno ascoltate, quindi è giusto essere presenti in situazioni come questa, mettendoci la faccia. A volte preoccupano alcune decisioni del governo, che io pure rispetto e devo attuare, perché sembra che non siano sufficientemente condivise. Mi rendo conto però che siamo di fronte a un fatto eccezionale, quindi non vorrei mai trovarmi nei panni di chi è al governo”.

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Sindaco, era un fatto eccezionale a febbraio, oggi il governo non si è fatto trovare impreparato per la seconda ondata?

“Se vedo altri paesi mi rendo conto che non c’è un problema Italia. Le condizioni della Francia sono disperate e sta andando verso il lockdown. In Germania sta accadendo qualcosa di simile. Dunque non si può parlare di errori del nostro Paese. C’è stata però una sottovalutazione generalizzata e la stiamo pagando. Ognuno adesso deve fare la propria parte. Nessuno può sentirsi estraneo a questa battaglia e mi dispiacerebbe vedere inascoltati gli appelli di Mattarella sull’unità istituzionale. Vale anche per noi sindaci. Dobbiamo farci carico anche di risposte che non sono di nostra diretta competenza. Un sindaco non può mai rispondere a un cittadino: ‘Non è un mio problema’. E i problemi oggi sono di ogni tipo, dalla sicurezza al sostegno economico. E noi siamo in prima linea per questa emergenza che non è solo sanitaria ma soprattutto sociale”.

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Circola un volantino che annuncia una manifestazione anonima per venerdì in piazza Signoria, come vi state organizzando?

“Sono molto preoccupato, ne ho parlato con il prefetto e il questore, che hanno garantito massima vigilanza. Firenze è una città aperta e democratica, in questa città ognuno ha il diritto di manifestare e criticare, ma non sono tollerabili né la violenza né l’illegalità. Mi auguro che venga fatto di tutto perché questa manifestazione venga ricondotta nei binari della legalità, altrimenti rischia di essere una replica di quello che abbiamo visto a Napoli, Milano, Torino, Roma. Oltretutto il volantino è anonimo, quindi ne approfitto per invitare i cittadini che intendono manifestare democraticamente a non partecipare. I suoi presupposti sono illegali, promotori anonimi. Non è stata data informazione alle autorità competenti, né è stata concessa loro l’autorizzazione. I cittadini democratici e civili non partecipino a manifestazioni del genere, ce ne sono altre. Come quelle dei ristoratori e dei tassisti, molto accese ma pacifiche e democratiche. Dobbiamo stare molto attenti a non confondere legalità e illegalità. Lo Stato ci deve essere vicino, per darci la forza anche arginare questi tentativi di strumentalizzazione della rabbia sociale”.

  

Da sindaco preferirebbe un lockdown generalizzato?

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“Non ho elementi per sostituirmi al ministro della Salute o al presidente del Consiglio. Mi affido alle loro capacità. Le misure devono essere proporzionate all’andamento del contagio. Dico solo che i sindaci e i governatori se vogliono responsabilità devono mostrarsi responsabili a loro volta se la situazione dei contagi a livello locale scappa via. E dico solo che a livello nazionale è importante che sul piano economico agli annunci faccia seguito immediatamente la concretezza: sul tema degli indennizzi rischiamo di giocarci la credibilità se non siamo coerenti con quello che è stato detto. Il ministro Roberto Gualtieri è una persona seria e ha detto che gli indennizzi arriveranno entro il 15 novembre. Questo è fondamentale. Non ho elementi per valutare se questi provvedimenti siano giusti rispetto all’epidemia. Però è importante che il governo non faccia pagare le conseguenze dell’emergenza solo a un pezzo della società: operatori culturali, turistici, ristoratori, trasporti privati. I costi e i sacrifici devono essere condivisi. Altrimenti le disuguaglianze tra gli strati produttivi e i lavoratori si acuiscono. Le proteste mandano questo segnale: ci sono alcuni che si sentono più penalizzati di altri. È necessario che il governo se ne preoccupi”.

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Firenze ha perso molte risorse dall’inizio della crisi?

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“Veniamo da anni di tagli pesanti agli enti locali, quest’anno siamo riusciti a recuperare grazie ai decreti di quest’anno, ma la nostra testa è già al 2021. Siamo molto preoccupati. L’emergenza sanitaria e quella sociale non finiscono il 31 dicembre. Quest’anno abbiamo perso 40 milioni di euro di tassa di soggiorno, che è una parte rilevante della spesa corrente del nostro bilancio. Da parte del ministro Gualtieri e del ministro Dario Franceschini c’è stato un impegno e ci è stata rimborsata, mi auguro che anche l’anno prossimo ci possa essere lo stesso impegno. Quella che ci sembrava una corsa di cento metri si è rivelata essere una difficile maratona”.

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