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Nel Triage della democrazia

Palazzo San Macuto, dove i deputati fanno il tampone alla chetichella

La chiamata, uno per uno. Le facce dei negativi e quelle dei positivi al Covid

Salvatore Merlo

Da circa una settimana non lontano dalla Camera ha aperto il "drive-in" anti Covid dedicato ai Parlamentari. Responso in venti minuti. Una buona strategia per difendere il Parlamento. Ma il presidente della Camera Roberto Fico ha paura che si sappia

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A intervalli regolari, sul quel corridoio dove fino a poco tempo fa venivano organizzati gli incontri tra la stampa e i membri del Copasir, il comitato parlamentare che controlla i servizi segreti, ecco che si affaccia un’infermiera. Sul camice bianco la scritta “Policlinico Gemelli”. 

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A intervalli regolari, sul quel corridoio dove fino a poco tempo fa venivano organizzati gli incontri tra la stampa e i membri del Copasir, il comitato parlamentare che controlla i servizi segreti, ecco che si affaccia un’infermiera. Sul camice bianco la scritta “Policlinico Gemelli”. 

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Al suo comparire si ridestano una decina di sguardi tra l’annoiato e il preoccupato. Tutti insieme. Clima sospeso. Un po’ sala d’aspetto del medico e  un po’ esame di maturità.  Ci sono gli onorevoli Scerra, Salafia, Carelli, Occhiuto… Molti Cinque stelle, qualcuno di Forza Italia, uno del Pd. Ogni tanto si affacciano Cirielli, Fontana e D’Uva, i tre questori della Camera. Controllano che tutto funzioni a dovere. C’è chi è stravaccato sulle lunghe panche. Chi passeggia nervosamente avanti e indietro. I commessi vigilano indossando la mascherina. A un certo punto lungo il corridoio passa pure, sciabolando, Virginia Saba, la fidanzata di Luigi Di Maio. Fasciatissima. Un onorevole sguardo (stavolta non preoccupato ma quasi languido) le si poggia addosso. Ma è solo un attimo. Un brivido infinitesimale del pensiero. Ecco infatti l’infermiera. Nettissimo accento romano. Storpia il cognome di un membro del Parlamento: “Montarozzi?  Ce sta  Montarozzi?”. No, non c’è. E’  a fare due passi fuori, in piazza San Macuto. “Ma che fa se ne va in giro, che forse c’ha il Covid? Boh”. Allora l’infermiera rientra nella stanzetta, e tira fuori un altro fogliettino bianco dalla macchina dei responsi. E’ la macchina fatale. Quella dei test rapidi. Risposta quasi immediata. In venti minuti. Consegna il foglietto, che tutti chiamano “scontrino”, a un parlamentare. Gli altri lo osservano. Cercano di capire. Quello intanto spilla lo scontrino come si fa con le carte del poker. E’ una lotteria. Si vede dalla faccia.  Ci sono due tipi di reazione. Il negativo fa un cenno di vittoria. “Evvai”. Poi ci sono quelli che invece restano muti. L’onorevole Galizia è risultata positiva qualche giorno fa. Come la sua collega Conny Giordano.  


Ogni Lunedì e martedì, dalle 10 del mattino, passando da una porticina laterale del Palazzo, proprio accanto alla Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, i deputati si sottopongono ai tamponi. Test molecolari e test rapidi. Il triage della democrazia. Ma c’è un’aria di mistero e di reticenza. Il drive-in per deputati non è pubblicizzato. Fino a ieri sera non c’erano avvisi. Niente di scritto.  Il presidente della Camera, Roberto Fico, dicono fosse molto preoccupato. I grillini erano molto preoccupati. Tutti. Dopo aver suscitato e cavalcato il demone del plebeismo anticasta, Fico ha infatti spiegato in più di un’occasione, nelle riunioni alla Camera, di temere l’effetto che farebbe. Se si sapesse. I cittadini di Roma  in coda per nove ore in attesa di un tampone, i parlamentari invece col risultato in venti minuti. Privilegiati. E allora diventa quasi una vergogna difendere il Parlamento dalla malattia. Ancora niente voto elettronico da casa, tutti alla Camera. E tamponi fino a ieri praticamente  segreti. Così da circa una settimana, alla mattina, quasi alla chetichella  i deputati si lanciano dentro la porticina di Piazza San Macuto come ci si getta in uno specchio. Ci vanno un po’ tutti. Volontariamente. E’ il binario 9 e ¾ dei film di Harry Potter. Si entra con rapida circospezione. Poi la lotteria. “Montarozzi ce sta? ’Ndo sta Montarozzi che forse c’ha il Covid?”. 

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