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Conte bifronte

L'oscillare del premier attorno all'idea della "ulteriore stretta"

La smentita sul "nuovo Dpcm"

Marianna Rizzini

 “Un nuovo dpcm? Mere ipotesi senza fondamento”, precisa Palazzo Chigi. Ma non riesce a cancellare la sensazione di un presidente del Consiglio indeciso tra due linee, due strade, due ritmi

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Un nuovo dpcm? Mere ipotesi senza fondamento”. La precisazione di Palazzo Chigi irrompe a metà mattina, quando già l'allarme si è diffuso a mezzo stampa (il titolo di prima pagina su di Repubblica: “Nuova stretta in arrivo”, e altri articoli di giornale in cui l'eventualità di un nuovo decreto viene considerata probabile e vicina). Ma la stessa nota, pur smentendo, non riesce a cancellare la sensazione di un oscillare del premier tra due strade, due impostazioni, due ritmi. E anzi tra le righe la conferma: “In questa fase di continua emergenza, con la situazione in costante evoluzione, certamente non si può escludere che possano essere adottati nelle prossime settimane altri provvedimenti, ma non significa affatto che siano state già prese delle decisioni o nuove misure. Azzardare o ipotizzare adesso, quindi, nuovi e imminenti decreti rischia soltanto di creare confusione e incertezze tra i cittadini”.

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Un nuovo dpcm? Mere ipotesi senza fondamento”. La precisazione di Palazzo Chigi irrompe a metà mattina, quando già l'allarme si è diffuso a mezzo stampa (il titolo di prima pagina su di Repubblica: “Nuova stretta in arrivo”, e altri articoli di giornale in cui l'eventualità di un nuovo decreto viene considerata probabile e vicina). Ma la stessa nota, pur smentendo, non riesce a cancellare la sensazione di un oscillare del premier tra due strade, due impostazioni, due ritmi. E anzi tra le righe la conferma: “In questa fase di continua emergenza, con la situazione in costante evoluzione, certamente non si può escludere che possano essere adottati nelle prossime settimane altri provvedimenti, ma non significa affatto che siano state già prese delle decisioni o nuove misure. Azzardare o ipotizzare adesso, quindi, nuovi e imminenti decreti rischia soltanto di creare confusione e incertezze tra i cittadini”.

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E anche se la rassicurazione governativa sul fatto di “lavorare con le Regioni per coordinare l'adozione di misure specifiche legate alle aree territoriali dove si riscontrano le maggiori criticità” vorrebbe rallentare ulteriormente l'escalation percepita verso “la nuova stretta in arrivo”, la memoria dei giorni precedenti racconta altro: non è andata come sperava il premier Giuseppe Conte, uscito dall'ultima, estenuante riunione pre-conferenza stampa, domenica scorsa, con parole e pensieri sintonizzati sul concetto “adesso per qualche giorno non parliamo di nuovi dpcm”.

 

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Parole e pensieri che trovavano concordi alcuni ministri e l'ala meno allarmista del Comitato tecnico scientifico, quella che ha spiegato al premier l'altro concetto: se non si aspetta di vedere che effetto fanno le misure sulla curva dei contagi è inutile e controproducente creare allarme. E già sabato 18, alla vigilia dell'uscita sofferta del dpcm, il premier aveva fatto capire di “non volere misure estreme”.

 

E però poi ci sono gli altri: non soltanto il ministro della Cultura e capo-delegazione pd Dario Franceschini, non soltanto l'ala rigorista del Cts, ma soprattutto il ministro della Salute Roberto Speranza – che ieri si appellava direttamente agli italiani: “ Chiedo alle persone di fare uno sforzo per evitare spostamenti e uscite inutili”.

 

A questo si aggiunge la variabile mediatica (vedi alla voce Rocco Casalino): un insieme di piccoli stress-test “per vedere l'effetto che fa”, come per esempio lasciar filtrare elementi che favoriscano presso i grandi quotidiani una narrazione ansiogena – della serie “chiudere tutto alle 23 anzi alle 22, arriva il coprifuoco, arriva il divieto di spostamento tra regioni”. Poi c'è la tentazione del remake comunicativo dei tempi drammatici, con comunicazioni del premier annunciate e rimandate di qualche ora (con i social che alimentano, ironicamente e non, la suspence) e rinnovata centralità di Palazzo Chigi (cosa utile in un momento in cui alcuni retroscena segnalano una lieve flessione di popolarità).

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