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Dopo l'ordinanza della Lombardia

"Più rispetto per Fontana". Pagliarini contro "il teatrino" di Salvini sul coprifuoco

Domenico Di Sanzo

Per l'ex ministro, leghista della prima ora, il leader della Lega non doveva intervenire sulla decisione della Giunta regionale. Il Conte federalista è meglio del Capitano centralista

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"Sarei un attimino in una riunione in videoconferenza, ma per Il Foglio mi allontano", dice Giancarlo Pagliarini dopo due squilli di cellulare. Detto "Mimmo", ma anche "Paglia", leghista della prima ora, ex ministro del Bilancio del primo governo Berlusconi, è interdetto da quello che definisce "il teatrino" messo in piedi da Matteo Salvini sull'ordinanza del governatore lombardo Attilio Fontana che impone il coprifuoco in Lombardia dopo le 23. "Paglia" da tempo critica l'evoluzione "centralista" della Lega salviniana e sovranista. Ma questa volta il Capitano ha superato il limite. "Salvini non deve permettersi di intervenire su una decisione della Giunta regionale della Lombardia", ci spiega. Sottolineando come la questione non sia più di tanto nel merito, ma sostanzi il paradosso di un ex Carroccio campione di centralismo democratico.

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"Sarei un attimino in una riunione in videoconferenza, ma per Il Foglio mi allontano", dice Giancarlo Pagliarini dopo due squilli di cellulare. Detto "Mimmo", ma anche "Paglia", leghista della prima ora, ex ministro del Bilancio del primo governo Berlusconi, è interdetto da quello che definisce "il teatrino" messo in piedi da Matteo Salvini sull'ordinanza del governatore lombardo Attilio Fontana che impone il coprifuoco in Lombardia dopo le 23. "Paglia" da tempo critica l'evoluzione "centralista" della Lega salviniana e sovranista. Ma questa volta il Capitano ha superato il limite. "Salvini non deve permettersi di intervenire su una decisione della Giunta regionale della Lombardia", ci spiega. Sottolineando come la questione non sia più di tanto nel merito, ma sostanzi il paradosso di un ex Carroccio campione di centralismo democratico.

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"Questa cosa Salvini non doveva farla nemmeno se il presidente fosse stato di un altro partito ma con la Lega in maggioranza, a maggior ragione non può farlo se parliamo di una decisione di Fontana che avrà passato le notti insonni per prendere questo provvedimento". Meno Salvini, più Fontana insomma. "Io Fontana lo conosco personalmente da tanti anni - rimarca Pagliarini - è una persona seria e prima di varare il coprifuoco avrà anche sofferto, questa mancanza di fiducia di Salvini non mi piace proprio". E via, di paradosso in paradosso, elogia il Giuseppe Conte neo-federalista.

 

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"Guarda, ne parlavo oggi con l'amico Marco Vitale che mi ha detto 'Uè Paglia, è la prima volta in 150 anni in questo paese ipercentralista che si danno dei poteri e delle responsabilità ai sindaci e ai governatori', il fatto è che Salvini si mette contro a questo, io veramente non ho più parole". In sintesi, il leader della Lega "deve rispettare Fontana", spiega Mimmo Pagliarini facendo del governatore lombardo il simbolo dell'autonomia decisionale dei territori rispetto "ai ministeri di Roma che dovrebbero parlare solo a grandi linee, lasciando le decisioni concrete ai sindaci e ai presidenti di regione, anche perché la situazione vera dei contagi a Genova o a Milano la conoscono gli amministratori locali, di certo non la sanno a Roma".

 

Ma come, Salvini è nato a Milano, ha fatto il consigliere comunale e anche lui è cresciuto a pane e federalismo, obiettiamo. L'ex leghista non trattiene una risata di sdegno per il "tradimento". Però non imputa al capo del nuovo Carroccio una poca conoscenza della sua città e della sua regione. Il problema del Capitano, per "Paglia", è la sua ossessione per il consenso. Un gioco in cui ogni dichiarazione è finalizzata ai like sui social e agli umori dei sondaggi. "Allora se io sono leghista e penso che bisogna chiudere guardo a Fontana che fa il coprifuoco, ma se io sono leghista e non sono d'accordo con Fontana c'è comunque Salvini che dice che è contrario alla chiusura notturna", spiega provando a entrare nella testa dell'ex ministro dell'Interno gialloverde.

 

Dietro alla paranoia del consenso c'è anche la paura per una Lega che si allontana dalle percentuali di due anni fa. "A Salvini interessano solo i voti, siccome vede che la Lega perde voti lui per farsi votare fa perfino il controcanto a Fontana che è del suo stesso partito". Allora forse è pure peggio di uno che parla perché non conosce il territorio? "No, lui il territorio e in particolare la città di Milano li conosce benissimo, sa molto bene come funziona il Comune di Milano, ma Salvini è più di tutto un maestro nella raccolta dei voti, o se vuoi dirla così, il suo unico obiettivo è avere sempre più voti". Anche a costo di mettere in piedi un "teatrino" contro l'amico e compagno di partito Attilio Fontana, interferendo con le decisioni prese da Regione Lombardia. Parola del federalista Mimmo Pagliarini.

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