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tra recovery fund e femminicidio

Per Bagnai, Giorgetti è come una donna che ama farsi brutalizzare dall’Ue

Luca Roberto

E' da settimane che l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio si spende per moderare la linea in Europa. Ma secondo il responsabile economico del partito l'Unione è "un marito violento che non cambierà"

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Roma. Facciamo un gioco. Indovinate chi ha detto che “il Recovery fund è una sterzata in rapporto alla politica di sola austerità che la Lega ha sempre combattuto” e che bisognerebbe “cogliere i cambiamenti in atto dentro l’Unione su temi fondamentali che fino a tre anni fa erano considerati tabù”? E chi invece, nelle stesse ore, ha equiparato il rapporto tra Europa e Italia a quello tra un marito violento e una donna che ha paura di denunciarlo perché in fondo spera di poterlo cambiare? Indizio: sono entrambi della Lega.

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Roma. Facciamo un gioco. Indovinate chi ha detto che “il Recovery fund è una sterzata in rapporto alla politica di sola austerità che la Lega ha sempre combattuto” e che bisognerebbe “cogliere i cambiamenti in atto dentro l’Unione su temi fondamentali che fino a tre anni fa erano considerati tabù”? E chi invece, nelle stesse ore, ha equiparato il rapporto tra Europa e Italia a quello tra un marito violento e una donna che ha paura di denunciarlo perché in fondo spera di poterlo cambiare? Indizio: sono entrambi della Lega.

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Il primo virgolettato è uno stralcio dell’intervista di Giancarlo Giorgetti alla Verità, all’indomani dell’incontro con i 28 europarlamentari leghisti, l’ultimo instancabile tentativo che il responsabile Esteri sta portando avanti, con un lavorìo di fino, per tessere il futuro del partito. Che l’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio voglia passare da una nuova collocazione in termini di alleanze, e a questo punto pure da un rinnovamento della grammatica e della prassi istituzionale che ridimensioni a poco a poco le derive euroscettiche di stanza a Bruxelles è cosa nota. Anche se, come ha ribadito al gruppo degli europarlamentari, “non ho mai detto che dobbiamo entrare al Ppe”. Più che altro l’obiettivo è tendere le orecchie e monitorare quanto accadrà alla fine dell’anno all’interno della Cdu tedesca, il baricentro politico da cui passa molto del destino del centrodestra europeo.

 

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E’ per questa ragione che la cena di Giorgetti con l’ambasciatore tedesco in Italia Viktor Elbling di due sere fa, a chi tiene sotto osservazione il sismografo della diplomazia sotterranea, è sembrata un’altra tappa di un traghettamento oramai ininterrotto verso la normalizzazione dei rapporti con le cancellerie europee. Il materializzarsi concreto di un piano strategico che segue le dichiarazioni sibilline di Giorgetti sull’importanza di poter contare su un deep-state, un apparato statale “senza il quale nel lungo termine si è impossibilitati a governare”.

Il ragionamento è lecito, e avrebbe pure una sua logica, se non fosse che la sottile strategia del sottosegretario venga puntualmente vanificata da personalità come il senatore Alberto Bagnai. Che da poco ha inaugurato un format in cui, mentre va in Parlamento o gira in auto, registra interventi di alcuni minuti per ragguagliare i follower. In un video della scorsa settimana, registrato nei giorni in cui Salvini tanto s’affannava per accreditare la credibilità del nuovo corso “liberale” del Carroccio, l’ex presidente della commissione Finanze al Senato, mentre svolta con dimestichezza nel traffico romano, se la prende con un intervento parlamentare di Daniele Manca, senatore del Pd, reo di aver sostenuto che l’Europa non sia più quella dell’austerità, delle riforme e dei tagli lineari.

“Visto che va di moda il femminicidio, avete presente quando una donna si innamora di un ubriacone che la malmena e non riesce a liberarsene? Ascoltando il collega Manca in qualche modo ho visto questa donna brutalizzata da una violenza cieca, feroce, sostanzialmente immotivata, che però dice ‘in fondo lui mi ama, cambierà’, e non ha il coraggio di andarsene”. Per poi aggiungere che “questa idea che il Pd da coniuge malmenato racconta a se stesso circa il fatto che l’Europa, cioè il marito violento, sia cambiato o cambierà, non ha fondamento nella struttura del Recovery fund”. Di fatto, se si legge il documento diffuso dal gruppo parlamentare della Lega a Bruxelles, in cui si definisce il pacchetto europeo come una sorta di anticamera della Troika, il giudizio è simile.

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E’ certo che l’equiparazione tra Unione europea e chi si rende autore di un femminicidio è deprecabile già di per sé. Ma sentirla fuoriuscire dalla bocca di Bagnai, e cioè da uno dei fedelissimi di Salvini e responsabile economico del partito, rende chiaro perché anche a Giorgetti il suo storytelling di una Lega moderata ed europeista debba apparire ridicolo. A smantellarlo basta una diretta su Youtube.

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