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insensatezze a 5 stelle (e non solo)

Ora il M5s si scaglia anche contro il Recovery fund. E Renzi spera nel rimpasto

La fronda sovranista dei grillini chiede al governo di rinunciare ai prestiti di NExt generation Eu. La Castelli se ne lava le mani. Villarosa approva. Ma è solo una delle molte assurdità intorno al Recovery

Valerio Valentini

Il dibattito alle Camere sui finanziamenti europei diventa un festival delle contraddizioni politiche di maggioranza e opposizione. E il leader di Italia viva prova a infilarcisi: "Subito un tavolo di confronto sul Mes"

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Quando l’oggetto del contendere diventa il ponte sullo Stretto di Messina, si capisce subito che la situazione potrà anche anche essere grave, ma di certo non è seria. E infatti nel giorno che vede il Parlamento investito di quella centralità che tanto reclama, sull’approvazione delle linee guida al Piano nazionale di ripresa connesso al Recovery fund, la politica è come se evaporasse, tra i contorcimenti gassosi della maggioranza e delle opposizioni, ingarbugliate nelle loro reciproche contraddizioni. Al punto che alla fine si fatica perfino a riconoscere chi stia da un lato della barricata e chi dall’altro. 

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Quando l’oggetto del contendere diventa il ponte sullo Stretto di Messina, si capisce subito che la situazione potrà anche anche essere grave, ma di certo non è seria. E infatti nel giorno che vede il Parlamento investito di quella centralità che tanto reclama, sull’approvazione delle linee guida al Piano nazionale di ripresa connesso al Recovery fund, la politica è come se evaporasse, tra i contorcimenti gassosi della maggioranza e delle opposizioni, ingarbugliate nelle loro reciproche contraddizioni. Al punto che alla fine si fatica perfino a riconoscere chi stia da un lato della barricata e chi dall’altro. 

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Succede ad esempio che Renato Brunetta, che da esponente di Forza Italia dovrebbe stare all’opposizione, si spinge fino ad annunciare una risoluzione del suo partito a favore del Mes: che una buona metà della maggioranza dice di volere, e fortissimamente pure, ma che per il momento ha accantonato, un po’ come i capricci a lungo coltivati e poi dismessi, magari nell’attesa di un ulteriore scostamento di bilancio che dovesse imporsi come necessario a fine anno, se la seconda ondata del Covid s’ingrosserà più del previsto. E infatti nelle linee di guida messe in discussione, perfino alla voce “Salute”, neppure un accenno: “Ma qui si discute di Recovery, oggi, non facciamo confusione”, precisa il deputato Fabio Melilli,  presidente della commissione Bilancio, Pd, che  fa quel che può per dimostrare che si tratta di motivi tecnici, che le i puntigli ideologici del M5s non c’entrano.

 

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E appare quasi credibile, Melilli. Se non fosse che a rendere qualsiasi difesa d’ufficio dei grillini poco consistente ci pensano loro stessi, i grillini. I quali starebbero in maggioranza, e però si presentano di buon mattino in commissione Finanze per tuonare non solo contro il Mes, che vabbè, ma addirittura contro il Recovery plan. Roba che forse solo Borghi e Bagnai. E insomma eccola, la fronda sovranista del grillismo, capitanata dai veneti Raduzzi e Maniero, e poi Giuliodori e poi Zanichelli, che prendono di petto il presidente della commissione Finanze, il renziano Luigi Marattin, pretendendo di inserire nel parere da approvare un monito al governo perché ci pensi bene prima di richiedere i prestiti del Next Generation Eu, visto che ormai i rendimenti sui Btp sono ai minimi storici. Vogliono che sia una condizione vincolante, o quanto meno un’osservazione: un appiglio che, a norma di regolamento della Camera, valga qualcosa. E allora Marattin s’oppone, il Pd pure: la viceministro Laura Castelli, che sarebbe anche lei del M5s, dice di non saperne niente, e comunque di non condividere, ma di non poter neppure bocciare, e insomma se ne lava le mani. Ecco arrivare l’altro sottosegretario grillino al Mef, Alessio Villarosa, che sarebbe dello stesso partito della Castelli e che però invece condivide l’iniziativa di Raduzzi e compagni. Alla fine non se ne fa niente: il capriccio viene inserito tra le premesse del parere, roba buona solo per alimentare la polemica. E infatti i ribelli del M5s subito esultano sui social. E se a destra s’ode uno squillo di tromba, a sinistra risponde uno squillo. E così altri deputati grillini, accorgendosi che nelle linee guida è stato inserito un riferimento alla necessità di “garantire un’infrastruttura stabile e veloce sullo Stretto di Messina”, accogliendo di fatto un parere della commissione Trasporti che il M5s giorni fa aveva tentato di sabotare, protestano. 

Una matassa d’insensatezze in cui prova a insinuarsi anche Matteo Renzi. Che, intervenendo al Senato, chiede a Giuseppe Conte la convocazione di “un tavolo politico” per discutere degli unici finanziamenti disponibili  per la sanità, e cioè quelli del Mes, perché “le parole usate contro il Mes sono parole illogiche”. E nel tentativo di sparigliare, magari pensando a un rimpasto, lancia un appello alle “opposizioni liberali” perché l’indomani votino insieme alla maggioranza, peraltro caracollante per le assenze  causa Covid, lo scostamento di Bilancio. E da cosa magari può nascere cosa. Oppure niente. Ché la situazione è grave, appunto, ma non è seria.
 

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