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La De Micheli conferma l'80 per cento di capienza e apre all'accordo coi bus privati

Valerio Valentini

La riunione su scuola e trasporti produce una mezza soluzione. Servono 500 milioni per siglare dei contratti coi gestori dei mezzi turistici, che da giorni protestavano col Mit. La lettera della ministra dem alla collega Azzolina, la risposta di Viale Trastevere. Poi l'intesa

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Alla fine la strada obbligata la si dovrà percorrere, anche se impone di mettere mano al portafogli. Ma del resto, i costi in termini di contagi e di paranoie connesse rischiavano di essere più imponenti dei circa 500 milioni che ora Paola De Micheli dovrà sborsare: “Ma ho già parlato col ministro Gualtieri, e i soldi ci sono”, ha detto la titolare dei Trasporti, ieri, durante la riunione in videoconferenza che ha tenuto coi tecnici di Porta Pia e di Viale Trastevere, per porre fine a rimpalli di responsabilità con la collega di governo Lucia Azzolina, e anche per tranquillizzare gli assessori regionali  competenti e le associazioni di categoria, presenti pure loro all’incontro. E del resto servirà, quel mezzo miliardo, a fare in modo che non si abbassi – almeno per ora, almeno finché la pandemia non dovesse imporre altri sacrifici – la soglia dell’80 per cento di capienza dei mezzi di trasporto indicato dal Cts, e dalla ministra stessa, a fine agosto.  

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Alla fine la strada obbligata la si dovrà percorrere, anche se impone di mettere mano al portafogli. Ma del resto, i costi in termini di contagi e di paranoie connesse rischiavano di essere più imponenti dei circa 500 milioni che ora Paola De Micheli dovrà sborsare: “Ma ho già parlato col ministro Gualtieri, e i soldi ci sono”, ha detto la titolare dei Trasporti, ieri, durante la riunione in videoconferenza che ha tenuto coi tecnici di Porta Pia e di Viale Trastevere, per porre fine a rimpalli di responsabilità con la collega di governo Lucia Azzolina, e anche per tranquillizzare gli assessori regionali  competenti e le associazioni di categoria, presenti pure loro all’incontro. E del resto servirà, quel mezzo miliardo, a fare in modo che non si abbassi – almeno per ora, almeno finché la pandemia non dovesse imporre altri sacrifici – la soglia dell’80 per cento di capienza dei mezzi di trasporto indicato dal Cts, e dalla ministra stessa, a fine agosto.  

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E però, per non fare un passo indietro su quel fronte, la De Micheli ha dovuto farne uno in avanti sull’altro terreno: quello, cioè, che porta all’accordo con le aziende private di autobus. Quelle che, del resto, da giorni intasavano le caselle di posta elettronica del Mit, in cerca di buon senso: “Ma come? Voi vi ritrovate coi mezzi pubblici sovraffollati, e non abbiamo i nostri mezzi vuoti fermi nelle rimesse? Ma perché non ci coinvolgete?”. Questo, in sintesi, il tono di tante delle lamentele arrivate. 

 

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E così ieri la ministra ha dato nuova consistenza a quella mezza idea che da settimane circolava tra i corridoi di Porta Pia: e insomma si procederà con dei contratti di servizi che permetteranno al governo di assegnare nuove corse e nuove tratte ai gestori dei bus turistici, che contribuiranno così a decongestionare, almeno in parte, i mezzi pubblici. Che, specie nelle grandi città e a Roma in particolare, nelle ore di punta vanno avanti caracollando come possono, zavorrati da una massa di gente accalcata in una maniera che sarebbe indecorosa perfino in tempi normali, e che diventa semplicemente assurda mentre il morbo infuria e le direttive di Palazzo Chigi impongono distanziamento forzato e feste ristrette in casa.

 

E d’altronde, che non si potesse rinunciare al coinvolgimento dei privati, i tecnici della De Micheli lo hanno compreso dopo che, nello scambio di carinerie sgraziate con gli esperti del ministero dell’Istruzione, è emerso chiaramente che tutta la ragione non ce l’avevano affatto. Anzi. Perché, certo, a Porta Pia potevano ben sventolare la lettera che la De Micheli aveva inviato il primo di ottobre alla collega Azzolina, quella in cui la ministra dem invitava la “cara Lucia” a favorire “la differenziazione e il prolungamento degli orari di attività delle scuole di ogni ordine e grado”. Ma a Viale Trastevere non avrebbero avuto grossi problemi a far notare come non era certo quella l’opzione risolutiva. Perché, come la Azzolina ha ripetuto nelle ultime riunioni di governo, per rendere questo spacchettamento davvero efficace, si sarebbe dovuto spalmare le lezioni anche al pomeriggio, con la conseguente prevedibile rabbia delle famiglie, e magari la beffa di far coincidere l’uscita di scuola con quella degli uffici: “E staremmo punto e daccapo”.

 

Servirebbe insomma, e forse bisognava capirlo già nei mesi estivi, un coordinamento tra gli istituti scolastici e le aziende del trasporto pubblico locale. E in effetti a questo era finalizzata la sollecitazione della De Micheli di inizio ottobre. “Ti chiedo di valutare l’opportunità che i tuoi uffici – scriveva la titolare delle Infrastrutture alla collega del Mir – avviino le necessarie interlocuzioni con gli Enti locali competenti e contestualmente con le aziende di trasporto, affinché la rimodulazione degli orari sia comunicata in tempo utile per consentire un efficace adeguamento del sistema di mobilità pubblica”. E però da quando in qua è il ministero dell’Istruzione a mediare con le aziende dei trasporti pubblici locali, si sono chiesti a Viale Trastevere. Senza contare, peraltro, che nel “Piano scuola” pubblicato a fine giugno, sono già previsti dei tavoli regionali in cui discutere di simili problemi, d’intesa con gli assessorati competenti. E però solo in Emilia-Romagna si è avviato, secondo il protocollo, un coordinamento effettivo tra gli istituti scolastici e gli enti locali. 

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Insomma, un bel pasticcio consumatosi nell’indolenza agostana, quando forse la gravità della seconda ondata e della riapertura delle scuole è stata sottovalutata da più parti. Di certo c’è che la scuola non verrà richiusa a meno di un precipitare degli eventi: ma al di fuori di un lockdown generalizzato, secondo la Azzolina non può esistere alcuno stop alle lezioni. E dunque, se una maggiore flessibilità negli orari verrà introdotta, dovrà avvenire secondo le diverse esigenze dei singoli territori. E nel frattempo, si abbasserà il livello di guardia per quel che riguarda il sovraffollamento degli autobus chiedendo un sostegno ai privati. E poi si vedrà.

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