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Traduttore traditore

La Farnesina inciampa in Google Translate. E il vice di Di Maio diventa "Of" Stefano

Enrico Dalcastagné

È l'inglese che ti frega: un comunicato apparso sul sito della Farnesina macchiato da un errore di traduzione. Da Mr. Ping agli "amici libici" di Beirut: è solo l'ultimo degli incidenti del ministro degli Esteri e del suo sottosegretario preferito

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Manlio Di Stefano esprime “grande soddisfazione per la firma degli Accordi Artemis, un traguardo che rappresenta un tangibile passo in avanti a 50 anni dal primo sbarco sulla Luna”. Detto così non fa una piega, l'entusiasmo del sottosegretario agli Esteri è sincero e le parole scivolano via lisce. Peccato che il messaggio comparso sul sito della Farnesina fosse pensato in italiano e tradotto in inglese. Con l'aiuto di Google Translate, spesso utile e a volte traditore.

 

Se “di” in inglese è “of”, ecco che il testo del comunicato stampa – pubblicato ieri e subito rimosso – esibisce un errore che non passa inosservato: la “great satisfaction of the Undersecretary Of Stefano” è incontenibile, e non c'è software che possa domarla. Manlio Di Stefano diventa insomma "Of" Stefano, il vice perfetto per Luigi "Of" Maio. Dopo poche ore il titolo è stato cambiato e il comunicato rimaneggiato, ma per il sottosegretario era già tardi. Tu nascondi la gaffe e le tracce resteranno ovunque.

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Nomi e cognomi stranieri, l'inglese e le altre lingue. L'inadeguatezza grillina nei rapporti con il mondo passa anche da questo, tra errori e malintesi che già hanno fatto scuola. Memorabile fu la figura di Luigi Di Maio, due anni fa, quando sbagliò il nome del secondo uomo più potente al mondo: il presidente cinese Xi Jinping, il suo amico “Ping”. O quella di un anno fa, salutando a Villa Madama un tale “mister Ross” mentre stringeva la mano al segretario di Stato americano Mike Pompeo.

 

Manlio Di Stefano però è un caso a parte. Se il titolare della Farnesina confonde i cognomi, Di Stefano ricorda male la storia e la geografia. L'Italia non ha “scheletri nell'armadio, non abbiamo una tradizione coloniale, non abbiamo sganciato bombe su nessuno”rivendicava orgoglioso due estati fa. Mai sentito parlare di Libia, Eritrea, Etiopia? Per non parlare dell'abbraccio “ai nostri amici libici” all'indomani dell'esplosione al porto di Beirut, capitale del Libano.

 

“Oggi mi trovo primo nelle tendenze di Twitter e in home page di svariati giornali. Sono felice che qualcuno goda a sentirsi migliore di me”, aveva scherzato Di Stefano in quell'occasione. Stavolta errore corretto e il più stretto riserbo; nessun commento per una gaffe passata quasi inosservata. Chi abbia sbagliato non è dato saperlo, difficilmente il sottosegretario in persona. Il virus dei grillini con “Of” nel cognome ha contagiato anche altri in quel ministero.

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Riceviamo e pubblichiamo la precisazione del ministero degli Esteri:

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In relazione a quanto riportato in data 14 ottobre dall’edizione on line de “Il Foglio” nell’articolo “Di Maio inciampa ancora in Google Translate. E il suo vice diventa Of Stefano” relativo all’erronea traduzione del titolo del comunicato stampa del 13 ottobre scorso “Firma degli Artemis Accords per l'esplorazione dello spazio. Grandissima soddisfazione del Sottosegretario Di Stefano”, la Farnesina, ribadendo quanto già precisato ieri sul proprio sito, conferma nuovamente che si è trattato di un mero errore materiale interno occorso nella fase tecnica di caricamento del contenuto e dunque in alcun modo imputabile al Ministro Di Maio o al suo staff. L’errore è stato rapidamente corretto. Ce ne scusiamo con tutti i nostri utenti.

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