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Conte nella tana di Bonomi

Simone Canettieri

Dopo settimane di stoccate, oggi Confindustria riceve il premier. Ma per gli industriali gli ultimi annunci su Quota 100 e reddito di cittadinanza sono “la scoperta dell'acqua calda”

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Roma. “Ci sembra la scoperta dell’acqua calda”. Ai piani più alti e nobili di Viale dell’Astronomia, sede di Confindustria, bollano così le “svolte” annunciate dal premier nelle ultime 48 ore. Eppure, sarebbe roba grossa, di qualità e sostanza. Ovvero: l’addio a Quota 100 e la revisione del Reddito di cittadinanza. Un cambio di rotta. Almeno a parole. Praticamente la negazione del Conte 1 (gialloverde), a favore del Conte 2 (rossogiallo), pensando, chissà, a un Conte 3 (multicolor azzurrino?). Propositi importanti, dunque. Pietre incandescenti fatte roteare sul piatto in vista dell’appuntamento di oggi a Roma. Alle 15, all’Auditorium, si celebra l’assemblea annuale dell’associazione, rimandata di mese in mese per colpa della pandemia. Davanti al neo presidente Carlo Bonomi, successore in piena fase 1 di Vincenzo Boccia, ci sarà proprio Conte. E così il menù si preannuncia interessante con un’aria molto frizzantina. Dal palco parleranno il padrone di casa, poi il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli e infine il premier. Basta così? No. Al termine dell’appuntamento “il presidente Bonomi risponderà alle domande dei giornalisti in una conferenza stampa”, si premurano di informare da Confindustria con l’aria di chi dice “fermati ancora un po’, dai retta”. A dimostrazione che ci sarà un terzo tempo e che dunque forse non saranno baci, abbracci e brindisi come nel rugby.

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Roma. “Ci sembra la scoperta dell’acqua calda”. Ai piani più alti e nobili di Viale dell’Astronomia, sede di Confindustria, bollano così le “svolte” annunciate dal premier nelle ultime 48 ore. Eppure, sarebbe roba grossa, di qualità e sostanza. Ovvero: l’addio a Quota 100 e la revisione del Reddito di cittadinanza. Un cambio di rotta. Almeno a parole. Praticamente la negazione del Conte 1 (gialloverde), a favore del Conte 2 (rossogiallo), pensando, chissà, a un Conte 3 (multicolor azzurrino?). Propositi importanti, dunque. Pietre incandescenti fatte roteare sul piatto in vista dell’appuntamento di oggi a Roma. Alle 15, all’Auditorium, si celebra l’assemblea annuale dell’associazione, rimandata di mese in mese per colpa della pandemia. Davanti al neo presidente Carlo Bonomi, successore in piena fase 1 di Vincenzo Boccia, ci sarà proprio Conte. E così il menù si preannuncia interessante con un’aria molto frizzantina. Dal palco parleranno il padrone di casa, poi il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli e infine il premier. Basta così? No. Al termine dell’appuntamento “il presidente Bonomi risponderà alle domande dei giornalisti in una conferenza stampa”, si premurano di informare da Confindustria con l’aria di chi dice “fermati ancora un po’, dai retta”. A dimostrazione che ci sarà un terzo tempo e che dunque forse non saranno baci, abbracci e brindisi come nel rugby.

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D’altronde, le relazioni, come si sarebbe detto una volta, sono quelle che sono, tra il governo e il mondo delle imprese. Settimane e mesi di stoccate (da parte di Bonomi) con i rilanci di Conte (la sfida). I duellanti si sono incontrati e scontrati, hanno finto fair play e poi sono ritornati ad azzuffarsi. L’ultimo assaggio a Villa Pamphilj durante gli Stati generali dello scorso giugno. Con il numero uno di Confindustria che va all’assalto di Palazzo Chigi (“le misure economiche italiane si sono rivelate più problematiche di quelle europee”) e l’Avvocato del popolo che minimizza, smussa e schiva (“qualcuno crede che questo governo abbia un pregiudizio nei confronti della libera iniziativa economica: ammetto i ritardi, non rispondo delle carenze strutturali”). Che duello, ma anche che film già visto e rivisto. Come dimenticare l’assemblea show alla Fiera di Vicenza con Silvio Berlusconi che attacca Diego Della Valle e tutto finisce in urla, cori e “siate ottimisti, cribbio, non fate le Cassandre”? Era il marzo del 2006. Ma alla fine sempre qui siamo: l’esecutivo va da una parte e riduce “a critiche politiche” gli appunti di Confindustria, che a sua volta, dice e ribadisce, di parlare nel merito perché l’economia e le imprese non sono di destra e nemmeno di sinistra.

 

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Anche se nel Pd la storia dei poteri forti che tramano per buttare giù l’esecutivo è ormai una convinzione da intervista settimanale di Goffredo Bettini. Ma cosa dirà Bonomi? Il suo discorso sarà sotto embargo fino a 30 minuti prima del via all’evento. Ma dagli umori che girano in viale dell’Astronomia non saranno carezze e pacche sulle spalle. Nel giro di telefonate che il presidente ha avuto ieri con i suoi collaboratori e vice, come Maurizio Stirpe, ha commentato con asprezza gli ultimi annunci del governo. Addio a Quota 100? “Bene, lo dice il bilancio dello stato più che il governo”. Il Reddito di cittadinanza cambierà pelle perché finora ha trovato il lavoro solo ai navigator e non a chi lo percepisce? “E meno male che se ne sono accorti, vanno riviste le politiche del lavoro. Bisogna sganciarle dal sostegno a chi è in difficoltà”. I vertici confindustriali definiscono “confusionaria” la logica del M5s che ha tanto spinto per il Rdc con abolizione della povertà incorporata. Ecco, perché, il commento che racchiude tutto in queste ore suona così: “Conte ha scoperto l’acqua calda”. Ma questo è il futuro, poi c’è il presente. La preoccupazione di Bonomi è tutta incentrata sulla gestione del Recovery fund, vista la logica di sussidi a pioggia, “anzi a diluvio”, che si è vista finora. Di frecciata in frecciata, è prevista anche la bordata sui rapporti del governo, “sbilanciati troppo sbilanciati”, con i sindacati. Insomma, il distanziamento fisico e politico è destinato a continuare. All’insegna del sempre attuale timeo danaos et dona ferentes.

 

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