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Sansa: “No, non mi hanno telefonato né Di Maio né Crimi”

Giampiero Timossi

Intervista al candidato sconfitto di Pd e M5s in Liguria. “Ma non faccio polemiche. E non mi sentito abbandonato”

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L’uomo che cammina sui pezzi di vetro ha un’anima Pd e una Cinque Stelle. Ora Ferruccio Sansa dice di star bene come sta, ed esordisce ribadendo: “Di polemiche degli sconfitti sono pieni gli archivi”. Lui vuole sottrarsi al gioco. Il gioco altro non è che un’analisi oggettiva di quanto accaduto nei “cinquanta giorni” della sua campagna elettorale in Liguria. E la domanda, inevitabile, è: chi tra Pd e Cinque Stelle è stato il sostenitore più affidabile?

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L’uomo che cammina sui pezzi di vetro ha un’anima Pd e una Cinque Stelle. Ora Ferruccio Sansa dice di star bene come sta, ed esordisce ribadendo: “Di polemiche degli sconfitti sono pieni gli archivi”. Lui vuole sottrarsi al gioco. Il gioco altro non è che un’analisi oggettiva di quanto accaduto nei “cinquanta giorni” della sua campagna elettorale in Liguria. E la domanda, inevitabile, è: chi tra Pd e Cinque Stelle è stato il sostenitore più affidabile?

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Sui vetri della sconfitta avanza l’unico candidato giallorosso alle Regionali 2020, sconfitto e in apparenza felice o almeno sereno. Rispiega: “Non esiste questo problema, è stato un gioco di reciproco sostegno, dove tutti hanno fatto lealmente la propria parte. E non era una situazione facile, era indispensabile spiegare ai nostri elettori la verità”. Cioè? “La candidatura di un candidato indipendente sostenuto in modo leale da due forze che stanno governando il paese e lo stanno facendo bene, come stanno dimostrando sull’emergenza Coronavirus, rapporti con l’Europa o Autostrade”.

 

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Sansa è abile nel mantenere quello che considera un delicato equilibrio, una “politica che ha bisogno di tempo per dimostrare di non essere una patacca, ma una forza compatta nella quale credo”. Legittimo, come lo è chiedere: chi tra i leader nazionali ha telefonato nella notte di lunedì, a sconfitta ormai palese? “Subito, cinque minuti dopo il mio discorso, il segretario Pd, una telefonata molto bella, per sostenere quello che abbiamo fatto e faremo”. Poi? “Il ministro Giuseppe Provenzano”. Ancora del Pd.

 

Telefonata di Luigi Di Maio? “No”. Vito Crimi? “No”. Nulla? “Un bellissimo messaggio di Morra, che è venuto anche ad alcuni appuntamenti in campagna elettorale, come cinque ministri del governo e lo stesso Conte”. Crimi, a dirla tutta, era atteso anche nel giorno di chiusura della campagna elettorale, ma poi è apparso non nella Liguria del laboratorio giallorosso ma in Veneto. Sansa pare aver chiaro che il percorso riserverà altri ostacoli ma davvero si dimostra sereno. Ribadisce, con caparbietà: “Cerco di essere costruttivo e lavorerò con umiltà. Credo in questa alleanza, voglio vada avanti, questa politica ha bisogno di tempo, purtroppo noi abbiamo avuto cinquanta giorni e meno di 50.000 euro mentre Toti era sempre in tv, di soldi ne avrà spesi venti volte tanti e un giorno renderà pubblici i suoi finanziatori. Credo in questo progetto, ripeto. E deve stare a cuore anche a Roma, al governo e a Conte. Se così non fosse, se non andassimo avanti compatti, questa forza nella quale abbiamo creduto e crediamo diventerebbe una patacca, insinuando il dubbio che di fondo questa alleanza non esiste”. E’ un dubbio che ha Sansa? “Assolutamente no”. Allora ci spieghi meglio? “Dobbiamo crescere, fare una opposizione che permetta di consegnare tra cinque anni una Liguria migliore ai nostri giorni. Non dobbiamo, per esempio, dividerci in un gruppo Cinque Stelle o Pd in consiglio, ma restare uniti e io sarò il coordinatore del progetto che abbiamo sostenuto in campagna elettorale”. Campagna che sarà stata breve, ma decisamente intensa. Tanto che nel giorno del suo trionfo personale Toti definisce “sgradevole” la campagna elettorale del suo avversario. E’ un coccio appuntito, “però davvero non ho nessuna voglia di rispondere a Toti”. Dieci minuti dieci, Sansa ci ripensa: “Toti dice che siamo stati sgradevoli. Che si metta il cuore in pace: non saremo gradevoli neanche come opposizione. Il compito dell’opposizione è questo. Come candidato non ha avuto il coraggio di risponderci, ora in Consiglio dovrà farlo. Rispettiamo Toti e i nostri avversari politici. Rispettiamo il loro ruolo istituzionale. Ma da loro ci divide una visione diversa della Sanità, dell’ambiente, del Lavoro, della cura degli anziani e del ruolo dei giovani nella nostra terra. Soprattutto della lotta alle diseguaglianze e della tutela degli ultimi. Ci divide una visione opposta della politica e del potere. E in fondo della nostra Liguria. Questo testimonieremo con la nostra opposizione che parte da oggi. Passo per passo. Paese per paese. Perché per costruire una nuova proposta politica servono tempo e umiltà. Tenacia e passione. Con la nostra battaglia abbiamo perso le elezioni ma conquistato rispetto e fiducia. Questo è perfino più importante che governare una regione”. Passo dopo passo, un coccio dietro l’altro.

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