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E adesso Salvini dice agli alleati: "Se abbiamo perso è tutta colpa vostra"

Luca Roberto

"Fitto e Caldoro non hanno scaldato i cuori degli elettori". Così nel centrodestra si scatena il rimpallo di responsabilità

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Che l'abbia meditata per tempo e quasi pregustata in anticipo, la reazione, lo si capisce dalla facilità con cui si esercita in una replica sempre uguale a se stessa. “In Puglia e Campania abbiamo sbagliato candidati”, va ripetendo in automatico da due giorni a questa parte Matteo Salvini, in ultimo questa mattina a Radio Anch'io (“Fitto e Caldoro non hanno scaldato i cuori degli elettori”) o in un'intervista al Corriere della Sera (“Posso dire che in Puglia e in Campania non abbiamo intercettato la richiesta di cambiamento che veniva dai cittadini. E adesso dobbiamo guardare al futuro”).

  

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E così, percorrendo a ritroso le settimane di campagna elettorale appena trascorse sul suo profilo Twitter, lo si ritrova gaudente in piazza Chanoux ad Aosta a sostenere Nicoletta Spelgatti, a rendere omaggio devoto alla tomba di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, tutto un tour di visite tra le aziende e gli artigiani tra Luco e Campi Bisenzio per tirare la volata a Susanna Ceccardi in Toscana, e mai nelle due regioni meridionali (dove pure è stato capace di stazionare per intere settimane – a Foggia ha persino celebrato il passaggio del sindaco Franco Landella da Forza Italia alla Lega nell'aula consiliare) in compagnia dei due candidati governatori, se non per un paio di eventi ufficiali impostigli come rito dai compagni di coalizione.

 

   

D'altronde, la partita del leader del Carroccio era a tal punto sbilanciata sulla contesa toscana che quasi gli si parava, sin dall'inizio, uno scenario lose-lose: se avesse perso bene nella regione più difficile avrebbe sempre potuto far pesare agli alleati un'eventuale sconfitta in una regione in cui la vittoria era cosa più fattibile, dove “il centrodestra aveva già governato in passato”, s'è affrettato a ricordare Salvini. Ma il suo disinteresse per Fitto e Caldoro, che in Puglia ha prodotto l'effetto perverso di una campagna elettorale più a sostegno di Nuccio Altieri che del candidato principale (non a caso era proprio Altieri il prescelto di Salvini a concorrere per la carica di governatore), ha dato fastidio agli alleati di centrodestra. Tanto da far dire al neomeloniano sconfitto da Emiliano che per l'impegno profuso in campagna elettorale si sente di ringraziare solo chi all'interno della coalizione lo ha sostenuto davvero, e cioè “Meloni, Tajani e Berlusconi”. Salvini non pervenuto. E sembra tutto fuorché una dimenticanza casuale. 

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Se però, nel breve termine, la strategia del Truce porta a sottolineare i successi della Lega in termini di consiglieri regionali acquisiti ("siamo passati da o a 7, se questo vuol dire perdere firmo subito") o circoscritti a vittorie molto locali come a Macerata o in Valle d'Aosta, nel lungo termine potrebbe portare a uno stravolgimento del metodo nella scelta dei candidati di centrodestra, sin dal prossimo appuntamento elettorale: e cioè le comunali della primavera 2021, quando saranno chiamati alle urne i cittadini di Roma, Milano, Torino, Napoli e Bologna, tra le altre città. Dove, a questo punto, Salvini e la Meloni si contenderanno, per interposte candidature, non solo le singole amministrazioni ma forse pure la leadership del centrodestra.

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