PUBBLICITÁ

l'intervista

"La politica deve essere accessibile a tutti"

Parla Iacopo Melio, l'uomo dei record alle regionali in Toscana: così la disabilità è diventata un tema politico

David Allegranti

Ha ricevuto oltre 11 mila preferenze e ora potrebbe fare l’assessore alle politiche sociali della giunta di Eugenio Giani. Non potendo fare una campagna elettorale tradizionale, Melio, che si sposta in carrozzina, ha trasformato la difficoltà “in un tema politico”, dimostrando che “chiunque può fare politica e deve fare politica se la vuole fare"

PUBBLICITÁ

“Avere un post con 20 mila like non vuole dire 20 mila persone che vanno a votare. Quindi la mia era una scommessa. Poteva finire benissimo o finire malissimo”. Iacopo Melio, neo consigliere regionale eletto in Toscana con il Pd – la cui candidatura è stata fortemente voluta da Marco Furfaro, responsabile comunicazione della segreteria Zingaretti – ha preso 11.233 preferenze nel collegio di Firenze città, battendo anche esponenti della giunta di Dario Nardella. La sua campagna elettorale è stata tutta online e il volantinaggio è stato affidato ai sostenitori della sua campagna, coordinata da Diego Blasi, alla quale ha lavorato anche Andrea Giorgio, coordinatore dell’area Zingaretti a Firenze. 

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


“Avere un post con 20 mila like non vuole dire 20 mila persone che vanno a votare. Quindi la mia era una scommessa. Poteva finire benissimo o finire malissimo”. Iacopo Melio, neo consigliere regionale eletto in Toscana con il Pd – la cui candidatura è stata fortemente voluta da Marco Furfaro, responsabile comunicazione della segreteria Zingaretti – ha preso 11.233 preferenze nel collegio di Firenze città, battendo anche esponenti della giunta di Dario Nardella. La sua campagna elettorale è stata tutta online e il volantinaggio è stato affidato ai sostenitori della sua campagna, coordinata da Diego Blasi, alla quale ha lavorato anche Andrea Giorgio, coordinatore dell’area Zingaretti a Firenze. 

PUBBLICITÁ

 

Il voto di Melio è stato distribuito in maniera omogenea in tutta la città, segno che su di lui è scattato il voto d’opinione: “In questi anni”, dice Melio al Foglio, “avevo ricevuto tante offerte di candidatura da chiunque, naturalmente sempre in partiti di sinistra, ma ho sempre rifiutato. Stavolta mi è sembrato il momento giusto. Ho accettato la candidatura del Pd dopo la sua apertura alla società civile”. Melio cita la scelta di Elly Schlein in Emilia-Romagna e di Pietro Bartolo alle Europee come il segno di un partito che vuole “allargarsi a chi viene dall’attivismo civile. Questo mi ha dato speranza”. Melio è convinto che la sua presenza nel Pd “abbia allargato” il bacino classico del centrosinistra: “Sono stato sommerso di messaggi di persone che mi hanno detto di aver votato per il Pd perché c’ero io candidato a Firenze”. Nicola Zingaretti e Marco Furfaro lo hanno sostenuto, spiega Melio, “e questo mi ha fatto sentire ben accolto. Con Marco poi c’è un’amicizia che va avanti da anni. Ma le correnti non mi interessano”. Melio adesso continuerà a fare “dentro le istituzioni quello ho fatto finora fuori, con il mio lavoro e con la mia onlus: dare voce agli ultimi”. Le proposte da realizzare sono quelle contenute nel suo programma. Da un albero da piantare per ogni cittadino della Toscana (“tre milioni e settecentomila alberi, sarebbe un segnale forte in difesa dell’ambiente”) alle proposte in tema di trasporti, gratuiti sotto i 25 anni. C’è poi la proposta, ricorda Melio, dell’asilo nido gratuito per le famiglie sotto una certa soglia di Isee (40 mila euro): “Trovo assurdo che una donna nel 2020 debba decidere fra fare la mamma e andare a lavorare”.

PUBBLICITÁ

Non potendo fare una campagna elettorale tradizionale, Iacopo Melio, che si sposta in carrozzina, ha trasformato la difficoltà “in un tema politico”, dimostrando dunque che “chiunque può fare politica e deve fare politica se la vuole fare. La mia elezione è un segnale di accessibilità alle istituzioni”. Per mesi non è potuto uscire di casa, causa emergenza sanitaria. Adesso lavorerà in smart working: “Non è stata una campagna semplice. Non potevo incontrare le persone in piazza o avere un contatto diretto con loro. Questo è stato un esperimento unico in Italia. Poteva andare benissimo come malissimo. Da una parte c’ero io collegato attraverso i miei canali, dall’altra c’erano i miei interlocutori. Ho parlato con tutti, dal singolo cittadino fino alle cooperative, alle associazioni, ai gruppi di lavoratori, agli studenti e ai giovani. Ho ascoltato tutti. Se avessi fatto una campagna elettorale normale non sarei potuto rimbalzare da una parte all’altra della città in meno di due ore. C’erano centinaia di ragazzi che hanno fatto volantinaggio per me, portando le mie idee in giro. Ma da un problema ne è nata una campagna elettorale bellissima. E’ venuto fuori il senso di fare politica: insieme, non da soli”.

Melio potrebbe fare l’assessore alle politiche sociali della giunta Giani, ma quel che gli interessa è anzitutto “lavorare bene per i cittadini, per continuare a fare quello che ho fatto finora in maniera incisiva. Spetta a Giani decidere quale sarà il modo migliore. Non è il ruolo che fa la differenza. L’importante è ottenere dei risultati, così smonterò anche la tesi che la mia candidatura è stata solamente strumentale. Sono sette anni che dicono che vengo pagato dal Pd, ancora prima di candidarmi. Ormai sono completamente impermeabile a questi attacchi”.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ