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Toti gol. In Liguria nasce il centro moderato

Giampiero Timossi

Regionali 2020, Giovanni Toti supera la Lega e i partiti che lo sostengono. Rivince e diventa il leader del primo partito regionale. Sconfitto l'asse Pd-M5s che non ha creduto nella candidatura del giornalista Ferruccio Sansa

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Stavolta il giallorosso non ha nulla di magico. Genova (e dintorni) non è Roma, Giovanni Toti non è Francesco Totti e soprattutto il tentativo del candidato Ferruccio Sansa naufraga, fallisce l’alleanza elettorale che voleva ripetere in Liguria l'asse di governo Cinque Stelle e Pd, lo stesso patto che permette a Giuseppe Conte di governare il paese. 

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Stavolta il giallorosso non ha nulla di magico. Genova (e dintorni) non è Roma, Giovanni Toti non è Francesco Totti e soprattutto il tentativo del candidato Ferruccio Sansa naufraga, fallisce l’alleanza elettorale che voleva ripetere in Liguria l'asse di governo Cinque Stelle e Pd, lo stesso patto che permette a Giuseppe Conte di governare il paese. 

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Vince il candidato Giovanni Toti, sostenuto come nel successo di cinque anni prima dal centrodestra. Non è la notte dei miracoli, perché sono quelli che sarebbero serviti in “cinquanta giorni” per rovesciare un pronostico che già sembrava scontato, prima dei sondaggi e degli exit poll e pure degli ultimi e diabolici insider poll.

 All’inizio della notte, quando anche lo spoglio ha superato metà strada, i numeri sembrano ormai a un passo dalla realtà. Ma la loro lettura sarà oggetto di discussione già nelle prossime ore, nel fronte dei vincitori come in quello degli sconfitti. Il candidato del centrodestra stacca l’avversario giallorosso di circa 15 punti, sono tanti, tantissimi, come nelle più pessimistiche e realistiche previsioni. Toti vola sopra il 55 per cento, Sansa annaspa verso la linea di galleggiamento del 40. Sta più sul 39, il che significa che avrebbe ancora naso e bocca sott’acqua. Il 40 per cento era la linea di galleggiamento indicata dalla parte più scettica della coalizione che sosteneva lo sfidante Cinque Stelle e Pd. 

Però il confronto che può raccontare la giornata particolare del voto ligure è un altro. Sono numeri ancora provvisori ma già decisamente attendibili quelli che raccontano come la lista del presidente rieletto (Cambiamo con Toti) diventi il primo partito della regione con un dato che si aggirerebbe sul 22 per cento. La cosa cambia anche i rapporti di forza in regione, perché il “partito del governatore” diventa il primo della Liguria, due passi e punti avanti al Pd. Decisamente meglio della Lega, che terrebbe a Savona e a La Spezia, ma cede il passo al centrodestra moderato soprattutto nel capoluogo, a Genova. “Moderato” è l’aggettivo che il giornalista Toti usa di più per sottolineare la sua vittoria. Un messaggio agli amici Salvini e Meloni (Fratelli d’Italia sembra comunque raddoppiare rispetto alle ultime regionali). Il messaggio ai suoi del governatore rieletto è: il centrodestra deve capire che esistono alternative al salvinismo. E infatti ribadisce: “Mai avuto un consenso così alto, mai riconfermato un governatore del centrodestra, in una regione dove prima del mio arrivo il centrodestra vinceva poco”». Boom, gioco, partita, incontro e coriandoli arancioni sparati in area per festeggiare il trionfo. Roba da Champions League. 

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“Sansa paura” ammette la “sconfitta” e lo fa già qualche minuto prima delle sette di sera. Vuole annunciarlo prima che il rivale dichiari la sua vittoria, magari per vincere almeno questa sfida con il collega giornalista. Come dire: caro Toti lo scoop sulla tua vittoria lo faccio io. Dettagli. 

“Sansa paura” era anche un account Twitter che ironizzava sul candidato giallorosso. “Sono il poco tempo, i pochi soldi e pure la minore possibilità di attaccare sui social che hanno scavato la differenza tra noi e loro”, sussurrano dallo staff dello sconfitto. È una parte di verità, come è ammissibile che i “soli cinquanta giorni” di campagna elettorale sono dettati dalle difficoltà di Pd e Cinque Stelle nel trovare una difficile convergenza sul nome di Sansa. 

Alla fine, anche nelle presenze dei suoi big al fianco del candidato giallorosso, è sembrato il Pd l’alleato più affidabile. Partito che perde la leadership regionale e si piazza secondo a quota 20 per cento. Dato che nelle prossime settimane sarà oggetto di disputa. Andrea Orlando, vicesegretario Pd, ligure, uomo di solito coerente, ha scelto di portare avanti l’alleanza nazionale, perdendo di fatto solo gli ex compagni di Renzi che presentavano un loro candidato (Massardo). Ora quel 20 per cento non può essere sicuramente considerato un successo, anche perché il Pd perde circa 10 punti rispetto alle ultime elezioni europee. E non servirà neppure a Orlando per sostenere con forza una linea interna al partito diversa rispetto a quella del segretario Zingaretti. Resta una terza via, quella che Sansa prospetta quando parla di un laboratorio che deve restare aperto alle novità. Per ora il suo Liguria-lab ha prodotto soprattutto un minestrone alla genovese, dove tra gli ingredienti spicca anche un “no” referendario (dichiarato proprio a Il Foglio) e bocciato nettamente dai liguri: il 69,6 per cento ha invece detto “sì, segate deputati e senatori”.

Forse anche in questi dati e in queste contraddizioni sta la particolarità del voto ligure. Perché se il Pd perde, con il candidato Sansa (giornalista del Fatto Quotidiano) i Cinque Stelle crollano: stanno più o meno al 7,9, contro il 22,3 per cento delle precedenti regionali e il 16,5 raccolto alle ultime europee. È sicuramente un patatrak, ma anche un termine di confronto con la lista Sansa che sta più o meno sulla stessa linea. Come dire: anche nella sconfitta c’è qualcosa di positivo per il perdente. Se Toti è l’alternativa vincente al populismo di destra, Sansa potrebbe diventare qualcosa di simile a sinistra. Prima di rifletterci e dopo aver ammesso il ko, lo sconfitto scende in campo. È un campetto di calcio che sta sotto il suo quartier generale, in porto. E prima di andare a riposare è qui che Sansa gioca a calcetto con i tre figli. L’ultimo tiro del candidato finisce a fil di palo. Calcia con l’esterno, destro. O forse è sinistro.

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