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La coppia che scoppia

Veltroni & Bettini: c'eravamo tanto amati. Sul referendum (e poteri forti) se le danno di santa ragione

Il primo annuncia il suo no, l'altro spinge per il sì e ricorda all'ex segretario (di cui fu coordinatore) che nel 2008 era a favore della diminuzione dei parlamentari

Simone Canettieri

Scontro tra l'ex sindaco e l'architetto dei modelli Roma che furono. Anche sulle forze che tramerebbero contro Conte per buttarlo giù. Fine di un sodalizio politico e storico nel Pd

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Goffredo e Walter, la fine di un sodalizio? Nella scomposizione di umori e storici sodalizi personali e politici capita che il referendum porti sue due sponde diverse del fiume addirittura Veltroni e Bettini: il sindaco visionario delle Notti bianche e il regista del modello Roma, il primo segretario del Pd e il coordinatore della sua segreteria al Nazareno. 

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Goffredo e Walter, la fine di un sodalizio? Nella scomposizione di umori e storici sodalizi personali e politici capita che il referendum porti sue due sponde diverse del fiume addirittura Veltroni e Bettini: il sindaco visionario delle Notti bianche e il regista del modello Roma, il primo segretario del Pd e il coordinatore della sua segreteria al Nazareno. 

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Una storia comune e lontanissima, un idem sentire, un'amicizia fatta di passioni comune. Come il cinema (con l'invenzione della Festa) e la musica (con la creazione dell'Auditorium).  Nelle ultime dodici ore i due se le sono date a distanza in tv e di santa ragione.

Ieri sera a Otto e mezzo Veltroni ha annunciato che voterà no "come Prodi, Parisi, Cacciari" perché, ha spiegato, "il Pd per tre volte ha votato no a questa riforma. Io penso che non si possa fare un taglio dei parlamentari senza una riforma complessiva perché se si tocca Parlamento, bisogna farlo tenendo conto degli equilibri necessari".

Una posizione opposta rispetto a quella di Bettini, agit-prop del sì. L'ideologo di Nicola Zingaretti proprio questa mattina a Skytg24, durante l'ennesima intervista, ha motivato la sua scelta  ricordando che "quando Veltroni era segretario già proponemmo una legge di questo tipo, accompagnandola a una riforma della legge elettorale e a una differenziazione delle due camere".

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Eccoli dunque, Goffredo di qua e Walter di là. Messaggi, silenzi e segnali che fanno parlare il piccolo mondo antico del Pd, sempre più scosso in queste ore.

Ma lo scontro, anzi la scissione sentimental-politica, non finisce qui. Bettini sostiene che i poteri forti (editoriali e imprenditoriali) remino contro questo governo e dunque contro Giuseppe Conte, tesi che Veltroni ha scacciato con forza ieri sera: "Evocare i poteri forti è un modo della sinistra per dire che la sfida non è sulle cose che si fanno". Zac.

Altra stilettata. E Bettini come l'ha presa? Così: "Da tanti anni non vediamo i poteri forti perché abbiamo difeso non tanto bene o non completamente i poteri deboli". 

C'eravamo tanto amati o divorzio all'italiana? 

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