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i fumi tossici del populismo

E ora Emiliano benedice perfino la Tap, pur di prendersi i voti dei No Ilva

Annarita Digiorgio

"Bisogna decarbonizzare l'impianto, speriamo che arrivi presto il gas a Melendugno", dice il presidente a Taranto. Ma gli oltranzisti filogrillini che ha raccattato nelle sue liste non s'accontentano: "La decarbonizzazione è una minchiata"

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Quando passa da Taranto, Michele Emiliano non fa mai comizi in piazza. Non più, almeno, dopo che l’ultima volta che ci provò – era il febbraio del 2019 – tenne un incontro pubblico quando, in un consiglio comunale monotematico su Ilva, e i movimenti civici lo attaccarono con urla e fischi. Da allora ha smesso anche di partecipare a cortei e manifestazioni, dove pure veniva sempre contestato, e ora si concede solo a incontri privati a porte chiuse, persino in campagna elettorale.

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Quando passa da Taranto, Michele Emiliano non fa mai comizi in piazza. Non più, almeno, dopo che l’ultima volta che ci provò – era il febbraio del 2019 – tenne un incontro pubblico quando, in un consiglio comunale monotematico su Ilva, e i movimenti civici lo attaccarono con urla e fischi. Da allora ha smesso anche di partecipare a cortei e manifestazioni, dove pure veniva sempre contestato, e ora si concede solo a incontri privati a porte chiuse, persino in campagna elettorale.

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Lunedì è stata la giornata dedicata a Taranto. Ed Emiliano prima ha inaugurato una biblioteca che è ancora chiusa, poi il pronto soccorso dell’ospedale, chiuso pure quello (il giorno dopo l’inaugurazione, si è recata in quegli stessi locali il consigliere regionale di Forza Italia Francesca Franzoso, e ha trovato le porte sbarrate: fra le altre cose pare che manchi ancora l’impianto di climatizzazione, e tutta la strumentazione medica). Emiliano è andato solo a farsi due selfie con le barelle. 

 

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Il tour cittadino è proseguito al Teatro Fusco. Sul palco ha firmato personalmente uno a uno 220 contratti ad altrettanti neoassunti a tempo indeterminato da una società in house, aggirando i concorsi. Selezionati da aziende private in appalto alla asl, ora, a una settimana dalle elezioni, sono stati internalizzati direttamente dal presidente. Meglio di Achille Lauro. La traversata inaugurale si è conclusa in Villa Peripato, dove lo attendevano tutti i candidati tarantini delle 15 liste

“Siamo stati capaci di reagire a Riva che elargiva soldi ai politici, reagiremo a Fitto che li prendeva”, ha esordito Emiliano, dimenticando che proprio il suo attuale assessore allo sviluppo fa riferimento a quel Pier Luigi Bersani che è l’ultimo ad aver preso dai Riva quei finanziamenti (privati, e dichiarati) ai partiti. “Se Ilva non fosse mai esistita sarebbe stato meglio per Taranto”, ha proseguito Emiliano, “ma ora siamo riusciti a imporre il mantra della decarbonizzazione, e lo rivendico perché non vorrei che qualcuno pensasse che è stato Patuanelli”, proprio il ministro di quel M5s che invece l’area a caldo non la vuole né a gas né a idrogeno, ma chiusa. 

“Per anni ci hanno raccontato storielle che inquinavano i nostri rapporti come il pm10 - ha detto Emiliano - e noi siamo stati sospettati di collusione con chi oggi non ci sostiene. Ma ora vi dico la verità: siccome l’acciaio è troppo, l’Europa non ha voluto finanziare il rinnovo dell’industria pesante costringendoci al ciclo integrato. Ma non esistono filtri per il carbone. E sapete perché hanno sostenuto quella fabbrica a carbone? Perchè – ha spiegato il presidente uscente – al mondo ci sono decine e decine di miniere che qualcuno si è comprato a 4 soldi, e se per ipotesi la più grande acciaieria d’Europa diventa  senza carbone, vanno a mare miliardi e miliardi di investimenti nel mondo. Quindi non escludo che qualche candidato a me avverso abbia ricevuto l’incarico in questa campagna elettorale di evitare che la più grande acciaieria del mondo venga decarbonizzata".

La lezione è andata avanti. "Questo – ha insistito Emiliano – è possibile grazie all’idrogeno ricavato da grandi quantità di metano. Speriamo che arrivi questo gas con la Tap", ha esclamato, proprio lui che per anni ha avversato, in tutti i modi, il gasdotto di Melendugno. Per poi proseguire: "Ma non ne sono sicuro perché in Azerbajan gas non ce n’è piu”. Spiattellando cosi, nella villa di Taranto, una rivelazione geopolitica da far scoppiare una guerra economica e strategica tra almeno 4 continenti. Ma tranquilli, “ci sono i giacimenti Eni del mare dell’Egitto che devono arrivare da questi parti”, ha raccontato Emiliano che ancora si vanta del referendum anti trivelle (perso) contro il decreto sblocca Italia del governo Pd. “Come ci dice Rifkin, useremo l’idrogeno per le industrie energivore ad alta temperatura, certo non è area di montagna, ma non bisogna spostare i quartieri” ha concluso. Eppure proprio Patuanelli, al cui tavolo ministeriale è insediato il dossier Ilva, ha detto che l’idrogeno non verrà mai utilizzato per la fabbrica.

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Ma secondo Emiliano, con questa strategia è d’accordo persino ArcelorMittal: “Ci sono fabbriche siderurgiche a idrogeno già esistenti negli Stati Uniti. Io ho chiesto all’ad di Mittal se fosse disponibile ad usare il gas se lo avesse disponibile allo stesso prezzo degli Stati uniti, e lui mi ha detto si”. In realtà non risultano dichiarazioni pubbliche in tal senso, ma forse Emiliano ha solo sbagliato il protagonista della storia, perché in un’altra occasione aveva invece raccontato che la stessa cosa l’aveva chiesta al primo ministro dell’Azerbajan da cui era andato con l’allora Ministro Alfano, e il premier azero aveva accettato di fornire il gas per la Tap a prezzo di costo cosi da poterne sfruttare una grande quantità per Ilva. 

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Mentre Emiliano racconta queste cose, un candidato – uno dei molti reclutati da una delle 15 liste che sostengono il governatore uscente – si presenta con la maglietta “No Ilva”. E ai microfoni di una tv locale racconta il suo programma: “Noi siamo per la chiusura di Ilva, oggi Emiliano dice che è per Ilva a gas, e noi no perché siamo contro tutte le fonti fossili, ma lui si può convincere a chiuderla”. Gli risponde un altro candidato sempre delle sue liste: “Il più grande fallimento è la decarbonizzaione. Una michiata”.

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