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Verso le regionali

"L'alleanza strategica tra Pd e M5s è un suicidio politico", dice Teresa Bellanova

I renziani rivedono le stime. L'obiettivo del 10 per cento è ormai lontano: "Puntiamo al massimo al 7-8 per cento"

David Allegranti

Le parole della ministra dell'Agricoltura, sul finire di una campagna elettorale tribolata. Il duello fra renziani ed ex renziani, a Firenze e non solo. "Giani vincerà anche grazie al contributo decisivo di Italia viva”, ci dice Rosato

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Roma. L'alternativa rifomista, per opporsi al suicidio politico. E' questo ciò che pensa, e dice, Teresa Bellanova, appena arrivata a Firenze per partecipare alla Leopolda speciale per le regionali toscane. E' così che il ministro dell'Agricoltura, e tutta Italia viva, tenta di caratterizzarsi nel panorama politico toscano (e non solo), in una campagna elettorale che s'è rivelata assai più complicata del previsto. "La casa dei riformisti è Italia viva. E invece la cosiddetta alleanza strategica tra PD e 5 Stelle è, per il partito che fu di Enrico Berlinguer, un vero e proprio suicidio politico", dice Bellanova. 

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Roma. L'alternativa rifomista, per opporsi al suicidio politico. E' questo ciò che pensa, e dice, Teresa Bellanova, appena arrivata a Firenze per partecipare alla Leopolda speciale per le regionali toscane. E' così che il ministro dell'Agricoltura, e tutta Italia viva, tenta di caratterizzarsi nel panorama politico toscano (e non solo), in una campagna elettorale che s'è rivelata assai più complicata del previsto. "La casa dei riformisti è Italia viva. E invece la cosiddetta alleanza strategica tra PD e 5 Stelle è, per il partito che fu di Enrico Berlinguer, un vero e proprio suicidio politico", dice Bellanova. 

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La panoramica sulla campagna elettorale

Fra renziani ed ex renziani, nonostante la vecchia consanguineità politica durata per anni, non c’è mai stato un buon rapporto dopo la scissione, con i primi pronti ad accusare di tradimento i secondi e i secondi lesti a spiegare ai primi che cos’è il vero riformismo. Nella campagna elettorale toscana – mentre arrivano a dare una mano a Eugenio Giani con iniziative pubbliche persino Stefano Bonaccini ed Elly Schlein – questo duello ha acquistato nuove sfumature. A Firenze e provincia, soprattutto, già culla del renzismo. Gli ex renziani rimasti nel Pd sfideranno nei collegi gli alleati di Italia viva, che negli ultimi mesi ha cercato di portare via eletti e dirigenti al Pd (con risultati meno soddisfacenti del previsto).

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Ettore Rosato mesi fa disse al Foglio che Italia viva in Toscana valeva minimo il dieci per cento. Adesso però l’asticella è stata abbassata, come raccontano da Iv Toscana: “Puntiamo al 7-8 per cento massimo, il che significa prendere molti voti nelle città e andare male nelle aree interne e di montagna”, dice al Foglio un candidato al consiglio regionale di Italia viva, piuttosto seccato perché nel centrosinistra c’è qualcuno, dice, che “vorrebbe vincere senza giocare. Ma la Toscana è ormai diventata una Regione come tutte le altre”. I conti di Italia viva adesso sono questi: con Eugenio Giani vincente, in un consiglio regionale fatto di 40 consiglieri (maggioranza a 21), al Pd toccherebbero diciassette consiglieri e a Iv cinque. In questo modo, spiegano da Iv, i renziani riuscirebbero a condizionare la maggioranza, diventando un punto d’equilibrio per evitare che il Pd faccia asse in aula con il M5s. D'altronde è questo l'obiettivo: essere fondamentali per l'elezione di Giani, dice al Foglio Rosato: "Non siamo preoccupati del risultato, siamo occupati a realizzarlo. E vincerà Giani anche grazie al contributo decisivo di Italia viva”, che venerdì 11 settembre alla Leopolda ha organizzato una manifestazione a sostegno di Giani con Matteo Renzi e Teresa Bellanova.

Naturalmente, c’è da finire la campagna elettorale, con tutti i suoi duelli e sottoduelli. Quello fra renziani ex renziani travalica anche i confini politici di Pd e Italia viva, come dimostra la storia di Daniele Lorenzini, candidato a Firenze città con Sinistra Civica Ecologista. Lorenzini, medico di famiglia, ex Pd, è il sindaco di Rignano, nel 2017 sconfisse con il 48,95 il suo vecchio partito e i renziani (segnatamente, Tiziano Renzi, babbo dell’ex presidente del consiglio). “Cosa è successo? Renzi nasceva come alternativa alla classe dirigente, una sorta di civismo dall’alto con la sua azione politica. In realtà quella spinta riformista e della società civile non è riuscito a rappresentarla”, dice Lorenzini al Foglio. “Oggi solo chi fa il sindaco è il collante tra i cittadini e la politica, un ascolto quotidiano che manca da parte delle classi dirigenti. Per questo sono stato uno dei cofondatori di Comunità Civica Toscana, l’associazione nata per unire le esperienze dei territori con le forze progressiste ed ecologiste. Mi è stato chiesto di presentarmi con Sinistra Civica Ecologista, la lista che raccoglie le esperienze come la mia a Rignano”.

Lorenzini è candidato nel collegio di Firenze città e sfiderà gli alleati di Iv e del Pd, che hanno messo in campo nomi competitivi. Iv candida capolista Stefania Saccardi, assessore alla Salute, che manda santini ai medici per chiedere il voto, seguita da Maurizio Sguanci, presidente del Quartiere 1, che ha lasciato il Pd a luglio. Il Pd candida in quota ex renziani Cristina Giachi e Andrea Vannucci, rispettivamente vicesindaco e assessore al welfare della giunta di Firenze (Dario Nardella è molto attivo in campagna elettorale per i suoi assessori), ma anche Massimo Mattei (ex assessore ai lavori pubblici nella giunta Renzi, a questo giro coté Luca Lotti). Non mancano gli scontri in provincia, come nel collegio 2, che comprende anche Rignano sull’Arno, cioè casa Renzi, dove si candida con Italia viva l’ex segretaria del Pd rignanse Dalida Manfroni, che ad aprile si è dimessa per motivi personali dopo neanche un anno dall’elezione. 

 

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Le parole di Teresa Bellanova

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"È soltanto con Italia viva che si dà una casa ai riformisti”, ha detto Renzi alla Leopolda menando fendenti al Pd. Ed è chiaro, come si capisce dalle parole diella ministra Teresa Bellanova che il bersaglio grosso di Iv anche in Toscana sono proprio gli alleati del Pd: "Noi siamo i veri riformisti. Lo dimostra la nostra azione di ogni giorno al Governo, lavorare per dare le risposte che servono al Paese richiamando tutti alla responsabilità della concretezza. Non abbiamo smesso di dire quello che abbiamo sempre detto, anche quando eravamo nel Pd, che al Paese non serve assistenzialismo ma lavoro e lavoro buono, che alle imprese servono politiche e politiche industriali soprattutto, che ai lavoratori non serve essere parcheggiati in cassa integrazione a vita se nel frattempo non sono sostenuti con politiche attive nell'acquistare nuove competenze e saperi. Solo così il sostegno al reddito, sacrosanto e necessario, non diventa condanna a vita ma è ponte per il proprio futuro. Siamo quelli che dicevano e dicono: meglio utilizzare le risorse di Quota 100 per sostenere le persone più fragili, le donne, i lavori usuranti, le nuove generazioni". Poi l'attacco all'alleanza fra Pd e Cinque stelle: "Non è risentimento ritenere che la cosiddetta alleanza strategica tra PD e 5 Stelle è, per il partito che fu di Enrico Berlinguer, un vero e proprio suicidio politico. Lasciatemelo dire, se abbiamo detto no al massimalismo figuriamoci se potevamo dire sì al grillismo. Con il Movimento Stelle abbiamo un'esperienza di governo, certo, a tratti molto complicata, e non dimentichiamo le ragioni che ci hanno portato a questa scelta, ma nessuna alleanza strategica. Nessuna mutazione suicida".

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