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Passeggiate romane

Cosa c'è dietro alla calma piatta della direzione Pd

Il ruolo di Conte, il referendum, le elezioni a Roma e la possibile resa dei conti dopo il voto delle regionali. Nomi e strategie 

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Un colpo al cerchio e uno alla botte: continua a essere questa, anche dopo la pausa estiva, la stella polare di Giuseppe Conte. E infatti il presidente del Consiglio, dopo aver partecipato alla Festa del Fatto, si è consultato con i suoi collaboratori e ha deciso che fosse opportuno partecipare anche alla Festa nazionale dell’Unità a Modena, nonostante la sua partecipazione non fosse prevista. I dem se da una parte sono contenti di ospitare il premier, perché questo dà prestigio alla kermesse e rafforza la posizione del Pd all’interno della compagine governativa, dall’altra sono preoccupati che non accada nulla. Perciò a Modena il partito locale è stato prontamente mobilitato: nessun fischio dalla platea turbi l’intervista pubblica di Conte a Maria Latella.

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Un colpo al cerchio e uno alla botte: continua a essere questa, anche dopo la pausa estiva, la stella polare di Giuseppe Conte. E infatti il presidente del Consiglio, dopo aver partecipato alla Festa del Fatto, si è consultato con i suoi collaboratori e ha deciso che fosse opportuno partecipare anche alla Festa nazionale dell’Unità a Modena, nonostante la sua partecipazione non fosse prevista. I dem se da una parte sono contenti di ospitare il premier, perché questo dà prestigio alla kermesse e rafforza la posizione del Pd all’interno della compagine governativa, dall’altra sono preoccupati che non accada nulla. Perciò a Modena il partito locale è stato prontamente mobilitato: nessun fischio dalla platea turbi l’intervista pubblica di Conte a Maria Latella.

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Altro problema, altro motivo di preoccupazione. Il referendum, che in realtà spacca il Partito democratico più di quanto appaia dalla direzione che si è tenuta ieri senza particolari sorprese. E infatti alla fine si è deciso di votare la relazione del segretario Nicola Zingaretti (213 favorevoli, 1 astenuto, 6 non partecipanti al voto su 219 componenti) estrapolando la parte sul referendum che è stata assorbita da un ordine del giorno. Questo per evitare che la relazione avesse una buona manciata di voti contrari rendendo perciò plastica la divisione dentro il Pd. E infatti sul referendum la contrarietà si è registrata, perché l’ordine del giorno è stato approvato, sì, ma con 188 favorevoli, 13 contrari, 8 astenuti e 11 non partecipanti al voto.

     

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Al Nazareno continuano a dire che il nome del candidato del centrosinistra per Roma verrà ufficializzato solo a gennaio. Questo anche perché i dem sotto sotto sperano ancora che Virginia Raggi si ritiri e che si possa trovare una qualche intesa con il Movimento 5 stelle. Intanto però si è autocandidata la senatrice Monica Cirinnà (ma sul suo nome i dem hanno parecchie perplessità). E sta scaldando i motori anche un outsider come Tobia Zevi, il quale sembra fermamente intenzionato ad andare avanti e a partecipare alle primarie per la scelta del candidato. Nel frattempo, come si è visto, Virginia Raggi non demorde. E a suo favore è arrivato anche l’endorsement di Sabrina Ferilli, che, incredibilmente, al contrario di tanti, non si è pentita per aver votato la sindaca 5 stelle. Qualche dem, maliziosamente, lega la presa di posizione dell’attrice all’attivismo del di lei consorte Flavio Cattaneo, che sarebbe ben visto non soltanto dalla Lega (che lo vorrebbe come candidato sindaco di Roma, ma Cattaneo ha già rifiutato) ma anche da un pezzo di M5s che lo osserva con attenzione in vista delle future nomine nelle aziende pubbliche (il prossimo anno si rinnova Cdp).

     

Nel Pd, comunque, sono tutti in attesa della possibile resa dei conti dopo il voto delle regionali. Nicola Zingaretti in caso di vittoria ha deciso di passare all’incasso. Ma se invece quelle elezioni dovessero rivelarsi per lui un insuccesso le dimissioni non sarebbero affatto escluse. E tutti si interrogano sul ruolo che giocheranno a quel punto il vice segretario del partito Andrea Orlando e il potente capo della delegazione dem al governo Dario Franceschini. Il primo cercherà di correre per conquistare la segreteria? E il secondo lo sosterrà o gli preferirà il presidente della regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, che sta già scaldando i motori da tempo?

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