Editoriali
I dubbi del Parlamento Ue sul Recovery fund
Il tempo è poco, meglio un accordo rapido e realista anche se imperfetto
Al rientro dalle vacanze il Parlamento europeo deve decidere se accettare rapidamente l’accordo sul Recovery fund, che era stato raggiunto dai capi di stato e di governo all’alba del 21 luglio, oppure cercare di strappare qualche miglioramento e un po’ di soldi in più, ma correndo il rischio di ritardare l’arrivo dei 750 miliardi che dovrebbero contribuire alla ripresa dell’Ue.
Al rientro dalle vacanze il Parlamento europeo deve decidere se accettare rapidamente l’accordo sul Recovery fund, che era stato raggiunto dai capi di stato e di governo all’alba del 21 luglio, oppure cercare di strappare qualche miglioramento e un po’ di soldi in più, ma correndo il rischio di ritardare l’arrivo dei 750 miliardi che dovrebbero contribuire alla ripresa dell’Ue.
Domani i negoziatori del Parlamento europeo, la presidenza tedesca dell’Ue e il commissario al Bilancio Johannes Hahn si incontreranno per la prima volta per discutere di Recovery fund e bilancio 2021-27. La trattativa non è una formalità. Il Parlamento europeo può solo approvare o rigettare il bilancio pluriennale. Inoltre deve adottare la legislazione legata a Next Generation Eu. Il tempo è poco se si vogliono far partire i finanziamenti agli stati membri e i programmi del budget Ue il primo gennaio 2021.
Gli eurodeputati lamentano tagli ad alcuni capitoli del budget, mentre sul Recovery fund rivendicano il diritto di valutare i piani nazionali di riforme e un meccanismo più stringente sullo stato di diritto. Le intenzioni sono nobili. Ridurre le risorse per i programmi orientati al futuro (ricerca, clima, digitale, sanità, cultura e gestione delle frontiere) è stata una scelta di corta veduta dei leader. I rebates (gli sconti, ndr) ai paesi “frugali” sono difficili da digerire. Polonia e Ungheria hanno cantato vittoria dopo che il meccanismo sullo stato di diritto è stato annacquato.
Affidare agli eurodeputati un ruolo sui piani nazionali di riforme permetterebbe di dare una patina democratica al Recovery fund. Ma il Parlamento europeo farebbe bene a dar prova di realismo. Il compromesso del 21 luglio non sarà modificato, se non in modo cosmetico, perché gli stati membri non lo accetteranno. Su Recovery fund e bilancio Ue meglio un accordo subito, anche se non è perfetto.