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"Con il proporzionale, Renzi sarà il regista del polo riformista". Parla Faraone

Valerio Valentini

"Nel Pd vogliono fare i liberali alleandosi con i populisti del M5s e mi pare impossibile. Noi con Salvini e Meloni non andremo mai". Intervista al capogruppo del Senato di Iv

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Ora che è il momento dell’orgoglio, Davide Faraone si prende la sua rivincita: “Non avevamo certo bisogno del permesso di Bettini per capire che eravamo nel giusto, che le ragioni per cui abbiamo fondato Italia viva erano validissime”, dice il capogruppo dei renziani al Senato. “Un Pd che involve su posizioni populiste e giustizialiste per rendere organica l’alleanza col M5s, un Pd che si vota allo statalismo, non avrebbe potuto che creare un vuoto politico enorme, al centro”.

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Ora che è il momento dell’orgoglio, Davide Faraone si prende la sua rivincita: “Non avevamo certo bisogno del permesso di Bettini per capire che eravamo nel giusto, che le ragioni per cui abbiamo fondato Italia viva erano validissime”, dice il capogruppo dei renziani al Senato. “Un Pd che involve su posizioni populiste e giustizialiste per rendere organica l’alleanza col M5s, un Pd che si vota allo statalismo, non avrebbe potuto che creare un vuoto politico enorme, al centro”.

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E’ lo spazio dei moderati, dei liberali: l’area che, secondo Goffredo Bettini, mentore e suggeritore di Nicola Zingaretti, lui che ambo le chiavi del cor del segretario tiene in mano, Matteo Renzi dovrebbe riorganizzare e guidare. “Lo hanno criminalizzato per mesi, ora a sinistra gli riconoscono i meriti che ha”. Eppure in tanti, nel Pd, dicono che la casa dei riformisti è ancora quella. Lorenzo Guerini lo ha ribadito chiaramente, che quella funzione non va appaltata all’esterno.

 

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“Io rispetto i miei amici del Pd, ma davvero resto allibito ad ascoltare le loro teorie. Per loro il Pd deve essere il partito riformista, e al tempo stesso rafforzare il legame col grillismo non solo a Roma, ma anche sui territori; vogliono il partito a vocazione maggioritaria, e però ci intimano di approvare in fretta il proporzionale. Un po’ troppe contraddizioni, mi pare, perfino per un partito plurale. Quella sulla legge elettorale, poi, mi pare davvero enorme. Col ritorno al proporzionale invocato da tutto il Pd, non capisco il senso di questa velleitaria ricerca di unità: è evidente che a quel punto ognuno punterà a rafforzare la propria identità”. E quella di Iv, dice Faraone, è un’identità solida. 

 

“Fondando Iv, abbiamo creato il primo nucleo di un’area politica improntata al riformismo europeista e liberale”, dice Faraone. “E dunque, nella ricomposizione del quadro politico che verrà, è inevitabile che tutti i riformisti, al momento dispersi in vari partiti e a dirittura in opposti schieramenti, trovino una convergenza. Penso anche a tanti amici rimasti nel Pd a cui ci legano idee comuni e storie condivise; penso a Calenda e a +Europa, penso a Mara Carfagna e a molti esponenti moderati che, nel centrodestra, vivono con sofferenza la subalternità di FI al salvinismo. Insieme, altro che il 10 per cento prefigurato da Bettini”.

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A patto, però, che finiscano i bisticci quotidiani. “La politica imporrà le sue logiche, e i personalismi cadranno. Tanti riformisti liberali sono divisi, al momento, a causa di una contingenza: il fatto che Renzi ha voluto creare un’alternativa al governo di Salvini e Meloni. Scelta coraggiosa e generosa che ora ci vincola a questa maggioranza”. Ma forse è proprio questo il timore: che messosi alla guida del polo centrista, Renzi userebbe il suo peso come arma di ricatto su tutti, e magari saltare la barricata. “Con Salvini e Meloni noi non abbiamo nulla da condividere. Ci divide tutto: la visione sull’Europa, sull’economia, sui diritti civili, sull’integrazione. Noi Salvini l’abbiamo lasciato al Papeete quando altri s’erano già rassegnati a vederlo a Chigi. Siamo alternativi sia al sovranismo trucista sia al populismo grillista”.

 

Come voterete al referendum? “Questa battaglia sul taglio dei parlamentari è del tutto marginale. Non ci prestiamo al gioco di chi vuole trasformare la consultazione del 20 settembre in un plebiscito epocale. Per noi, l’obiettivo resta superare il bicameralismo: non abbiamo cambiato idea rispetto al 2016. Il taglio di per sé non risolve nulla, dunque lasceremo libertà di voto”. E alle regionali? “Saremo decisivi ovunque: in Puglia il nostro Scalfarotto farà un grande risultato, in Toscana il contributo di Iv sarà determinante per far vincere Giani. E anche in Campania e Liguria, nelle Marche e in Veneto con Daniela Sbrollini, le nostre liste otterranno risultati ben al di sopra di quelli accreditati dai sondaggi. E a quel punto inizia un’altra partita, per tutti”. 

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