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Storia di una marea nera che ha distrutto diritto e politica

Maurizio Crippa

Dal popolo dei fax ai 25 mila del Fatto che gridano “fuori i nomi”. Lo stile questurino, i bolli. E' l'apoteosi del piazzapulitismo

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Siamo citati a exemplum, noi come Foglio, al lemma “Popolo dei fax” del Vocabolario Treccani online, avendo anno Domini 1998 scritto del branco chiassoso di cui al lemma: “Evoluzione tecnologica delle prime ‘piazze’ di santoriana memoria, è sempre stato complesso, altalenante, a volte grottesco”.

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Siamo citati a exemplum, noi come Foglio, al lemma “Popolo dei fax” del Vocabolario Treccani online, avendo anno Domini 1998 scritto del branco chiassoso di cui al lemma: “Evoluzione tecnologica delle prime ‘piazze’ di santoriana memoria, è sempre stato complesso, altalenante, a volte grottesco”.

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Non ci sarebbe molto da aggiornare, da parte nostra, se non che dal fax ai social l’evoluzione tecnologica ha peggiorato il regno animale, e un necessario sovraccarico nell’aggettivazione: maleodorante e disastroso potrebbero bastare. E inoltre che dal fax al vaffa fino ai nostri giorni l’esondazione in politica della marea nera ha prodotto danni ormai irreparabili, nemmeno se avessimo a disposizione dieci Kamala Harris.

 

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C’è però la cronaca, che costringe ad aggiornare una lunga storia ignobile. E siano maledetti i quattro pirla del bonus non per i 600 euro, ma per aver aperto un’altra volta la valvola di sfogo dei liquami. Martedì mattina, in mezzo al borboglìo di (quasi tutti) i giornali gregari che menavano scandalo, Marco Travaglio ha preso sicuro e da par suo la testa del gruppo. In prima sul Fatto quotidiano c’era la riproduzione anastatica della lettera allo “Spett.le Istituto Nazionale Previdenza Sociale - alla ca. del presidente” in cui il direttorissimo chiedeva di “poter accedere ai documenti amministrativi, in possesso dell’istituto, contenenti le generalità dei deputati, dei senatori, dei consiglieri regionali e dei presidenti di regione che hanno chiesto e ottenuto l’erogazione del bonus”.

 

Mancava solo la marca da bollo, ma lo stile questurino suppliva alla bisogna e all’autenticazione della firma. Il giorno dopo, il titolo d’apertura del Fatto era questo: “25.000 col Fatto. ‘Fuori tutti i nomi’. Il garante dà l’ok”. Sul sito del giornale, poco dopo, erano già lievitati a 35 mila i firmatari dell’appello online promosso dal quotidiano del piazzapulitismo. E soltanto a pensare a un simile assembramento contagioso di gente che nella vita non ha altro cui pensare che chiedere i nomi, e l’Isee, e preparare la gogna, e subito dopo la forca (stante poi che il reato non è stato nemmeno individuato) perché “sono politici”, dunque gente da abbattere come statue schiaviste, mette spavento.

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E allora tocca tornare al popolo dei fax, e a Repubblica che dopo le elezioni del 1993 già usava come bandiera il famoso marchingegno, in un tripudio di odio selvaggio: “Vergogna. Vergogna per aver mandato in Parlamento i partiti che l’altro ieri hanno ‘assolto’ Bettino Craxi. Vergogna per non aver combattuto abbastanza lo sfascio morale e reale. Vergogna di essere italiani. La parola ‘vergogna’, scritta in corsivo o in stampatello, fotocopiata o ritagliata dal giornale, è quella che si legge più spesso nelle centinaia di fax arrivati ieri in tutte le redazioni di Repubblica, la parola ripetuta ossessivamente dalle migliaia di lettori che hanno telefonato, dalle decine che hanno mandato telegrammi. E poi sdegno, rabbia, delusione, dolore, schifo”.

 

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E se fosse soltanto l’inciviltà dell’indignazione, che si fa massa aizzando se stessa, si potrebbero alzare le spalle. Il problema è che i fax, e gli urrà agli arresti, e poi le campagne di piazza contro Berlusconi, e le dieci domande, e i senonoraquandismi, e il popolo dei no e quello delle manette, e i vaffa e l’apriscatole hanno distrutto il diritto e la politica di questo paese. Lo ha reso schifo. Senza contare, per decenza, che gli indegni del bonus contro cui ora ululano il Fatto e i suoi 25 mila sono proprio i politici che i fax e vaffa hanno mandato in Parlamento. Della stessa pasta e della stessa risma oscena.

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