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Roma, polpette avvelenate e rese dei conti tra grillini all’ombra di Virginia Raggi

Gianluca De Rosa

Dossieraggio ai danni di Andrea Coia. A un anno dalle elezioni comunali il M5s va in pezzi

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Le elezioni in Campidoglio si avvicinano e tra i consiglieri grillini la diffidenza reciproca cresce esponenzialmente. Si va in ordine sparso. Ognuno ha la propria strategia. C’è chi sogna di rimanere in Assemblea capitolina e chi si vede già alla guida del proprio municipio.

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Le elezioni in Campidoglio si avvicinano e tra i consiglieri grillini la diffidenza reciproca cresce esponenzialmente. Si va in ordine sparso. Ognuno ha la propria strategia. C’è chi sogna di rimanere in Assemblea capitolina e chi si vede già alla guida del proprio municipio.

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Tutti comunque hanno ormai smesso di cercare di celare dissidi e antipatie. Anzi, l’avvicinamento alla fine della consiliatura ha fatto saltare il tappo di un pentolone bollente di malumori che travalicano i confini delle logiche politiche. Tra i sassolini che escono dalle scarpe di tutti, l’ultimo riguarda Andrea Coia di cui qualcuno vorrebbe la decadenza da consigliere.

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Coia è il presidente della commissione capitolina Commercio, spesso al centro di scontri e diatribe con esponenti della giunta ed altri consiglieri sui temi bancarelle e ambulantato. Questa volta però il commercio non c’entra nulla.

 

 

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Ad aver sollevato i malumori grillini è una scelta amministrativa che risale alla primavera del 2018, quando il comune decise che era arrivato il momento di aggiornare e migliorare il software gestionale, integrando il sistema di gestione del personale con quello contabile. Di riformare e innovare, in pratica, il sistemone informatico con cui i dipendenti capitolini lavorano e dalla cui efficienza dipende in parte il buon funzionamento dell’attività amministrativa.

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Da tempo questo cambio di software divide i grillini e ha raccolto critiche dai consiglieri di tutti gli schieramenti. Con il passaggio di sistema, infatti, sono sorte difficoltà di ogni genere: problemi di accesso, complicazione con i pagamenti, transazioni sparite e quant’altro.

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Lo scorso anno l’Assemblea capitolina rischiò seriamente di non approvare l’assestamento di bilancio entro la scadenza legale del 31 di luglio a causa dei malfunzionamenti. Problemi ancor più fastidiosi considerando la cifra pagata dal Campidoglio per il nuovo sistema: 18 milioni da saldare in 4 anni (dal 2018 al 2021).

 

E adesso a riaccendere la questione è proprio l’azienda pagata per occuparsi del software capitolino. L’Engineering ingegneria informatica. Impresa leader nel settore, ma anche datore di lavoro del consigliere Coia che dal 2013 svolge il ruolo di manager It occupandosi, si legge nel suo curriculum su Linkedin, “della fornitura di servizi e progetti per il Centro-Sud Italia”. Una coincidenza scomoda, una sovrapposizione di ruoli ambigua.

 

“Che sia conflitto d’interesse?”, chiede con insistenza qualcuno, paventando la presenza degli estremi per la richiesta di decadenza del presidente della commissione Commercio. A ben vedere, in realtà, il Campidoglio sulla decisione non ha avuto nessuna discrezionalità. La commessa è stata affidata a un raggrupamento temporaneo d’imprese (con Engineering come capofila) aderendo all’accordo quadro che Consip ha sottoscritto con il Rti per tutta Italia (Roma fa parte del lotto 3).

Traducendo: Consip ha fatto una gara che Engineering ha vinto per tutto il Paese, in questo modo le singole amministrazioni che vogliono usufruire del servizio possono semplicemente aderire all’accordo e sottoscrivere un contratto esecutivo con l’azienda.

Insomma, d’irregolare non sembrerebbe esserci nulla, ma visto il clima tra i grillini, era impossibile che la cosa non diventasse una nuova arma per alimentare lo scontro.

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