Leader impensabili
Il miracolo di Sleepy Zinga
La battaglia sul Mes, la legge elettorale, il crollo del M5s, la vittoria sull’Europa, la divisione del centrodestra, il maloox a Salvini e il futuro al governo. Come ha fatto Zingaretti a superare la stagione semaforo e a diventare un leader tra i due mondi
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In una vecchia e folgorante imitazione di Romano Prodi fatta qualche anno fa da Corrado Guzzanti, l’allora capo dell’Ulivo venne rappresentato dal comico romano come se fosse qualcosa di simile a un formidabile semaforo politico. “Io – diceva Guzzanti nei panni di Prodi – sono sempre uguale: io sono l’unico leader europeo senza metabolismo, perché sto fermo. Sì, andavo pure in bicicletta, ma nessuno ci ha fatto caso: mica pedalavo, stavo fermo. Questo è il senso dell’Ulivo: l’Ulivo è un albero, mica va a spasso. E io sto fermo, aspetto, non mi muovo. Perché verrà anche il suo bel momento che dovran tornare qui, da me, proprio qui alla stasione dove mi han mandato”. Lo sketch di Corrado Guzzanti è forse il migliore fotogramma per provare a raffigurare quella che è la condizione vissuta oggi da un leader di partito che non nasconde di volersi ispirare al modello Prodi, e il leader in questione risponde al nome di Nicola Zingaretti, raffigurato spesso nei retroscena come se fosse eternamente immobile, incessantemente fermo, perennemente statico. Un semaforo.
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- Claudio Cerasa Direttore
Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.