PUBBLICITÁ

populismo in puglia

"Cari riformisti, perché volete buttare via le vostre idee votando Emiliano?" Parla Scalfarotto

David Allegranti

Il candidato di Italia viva (con Azione e +Europa) sul presidente della Puglia: è uguale ai Cinque stelle

PUBBLICITÁ

Roma. Non capisce, Ivan Scalfarotto, candidato alla presidenza della Regione Puglia per Italia viva, Azione e +Europa, la posizione di Fabiano Amati, che ieri al Foglio ha spiegato perché con i Cinque stelle, pur essendo dei “cialtroni”, bisogna allearsi. “La posizione di Amati, che è una persona intelligente ed è un riformista, è curiosa. Dice in sostanza che la distanza fra i Cinque stelle ed Emiliano è andata scemando. In realtà, su Ilva, Tap e Xylella, lui e i Cinque stelle hanno sempre avuto precisamente le stesse posizioni. Certo, mentre i Cinque stelle erano apertamente contrari al Tap, a Ilva e a debellare la Xylella, Emiliano diceva e faceva le stesse cose ma in maniera più sofisticata. Anziché dire ‘non facciamo il Tap’ diceva di spostarlo, invece di annunciare la chiusura di Ilva, chiedeva di utilizzare il gas, sapendo che non sarebbe stato possibile. Sulla Xylella sono stati scelti degli sciamani per abbracciare gli Ulivi, con il risultato che la Xylella è arrivata in provincia di Bari”. Per questo, dice Scalfarotto, “la posizione di Amati è paradossale: in questo modo spiega ai pugliesi i motivi per i quali non bisogna votare Emiliano. Dicendo che i Cinque stelle sono dei cialtroni per certe posizioni che hanno, Amati non fa un complimento a Emiliano”.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Roma. Non capisce, Ivan Scalfarotto, candidato alla presidenza della Regione Puglia per Italia viva, Azione e +Europa, la posizione di Fabiano Amati, che ieri al Foglio ha spiegato perché con i Cinque stelle, pur essendo dei “cialtroni”, bisogna allearsi. “La posizione di Amati, che è una persona intelligente ed è un riformista, è curiosa. Dice in sostanza che la distanza fra i Cinque stelle ed Emiliano è andata scemando. In realtà, su Ilva, Tap e Xylella, lui e i Cinque stelle hanno sempre avuto precisamente le stesse posizioni. Certo, mentre i Cinque stelle erano apertamente contrari al Tap, a Ilva e a debellare la Xylella, Emiliano diceva e faceva le stesse cose ma in maniera più sofisticata. Anziché dire ‘non facciamo il Tap’ diceva di spostarlo, invece di annunciare la chiusura di Ilva, chiedeva di utilizzare il gas, sapendo che non sarebbe stato possibile. Sulla Xylella sono stati scelti degli sciamani per abbracciare gli Ulivi, con il risultato che la Xylella è arrivata in provincia di Bari”. Per questo, dice Scalfarotto, “la posizione di Amati è paradossale: in questo modo spiega ai pugliesi i motivi per i quali non bisogna votare Emiliano. Dicendo che i Cinque stelle sono dei cialtroni per certe posizioni che hanno, Amati non fa un complimento a Emiliano”.

PUBBLICITÁ

  

In più, dice Scalfarotto, “non tira le conseguenze politiche vere di questa situazione: appoggiando Emiliano, Amati uccide la propria stessa voce, che è quella di un apprezzabile riformista. Così però sacrifica se stesso e la propria intelligenza. Qualora infatti Emiliano dovesse vincere, da solo o con i Cinque stelle, la sua voce sarebbe destinata a sparire. La mia candidatura serve proprio a questo: a non ridurre il dibattito politico pugliese a uno scontro fra il populismo sovranista di Fitto, il populismo decrescitista di Laricchia e il populismo istituzionale di Emiliano. Amati, insomma, se fosse coerente dovrebbe votare per me. Vale per lui ma anche per chi è fuori dal Pd, come Nichi Vendola”. Anche perché, dice Scalfarotto, in gioco non c’è solo la vittoria o la sconfitta i prossimi 20 e 21 settembre: “Le voci europeiste non anti scientifiche e non anti imprenditoriali che sostengono certe posizioni per puro pragmatismo stanno di fatto appoggiando Emiliano. In questo modo però si stanno scavando la fossa del loro destino politico personale e la stanno scavando anche alla rappresentatività delle idee. Il che mi lascia molto perplesso. Gli europeisti, i riformisti, chi non insegue posizioni sciamaniche: tutte queste persone dovrebbero rendersi conto che Emiliano, Fitto e Laricchia sono tre facce dello stesso fenomeno”.

   

PUBBLICITÁ

Ma perché a suo tempo Italia viva non cercò di battere Emiliano alle primarie? “Quelle che sono state fatte erano, anzitutto, primarie del Pd. E poi sono state farlocche. Amati con la sua partecipazione ha legittimato una competizione i cui numeri sono incredibili. A Roma c’è una coalizione di governo perché Giuseppe Conte è più neutro e più capace di rappresentare un punto di sintesi. Ma come si può pensare che Italia viva entri in una coalizione con chi ha sostenuto ricorsi contro l’obbligo vaccinale o con chi ha interpretato il peggiore spirito anti impresa e il peggiore populismo degli ultimi tempi? È come se, quando è nato il governo attualmente in carica, avessero detto facciamo presidente Alessandro Di Battista. Se noi fossimo entrati in una coalizione in cui ci sono pure i neo borbonici e quelli con la falce e il martello, le idee del riformismo sarebbero sparite”.

   

Scalfarotto vuole invece preservare quello spazio, dice. Anche perché la Regione Puglia ha un sacco di problemi: “Nessuno ne parla, ma con il Mes arriverebbero 2 miliardi e mezzo dei 36-37 previsti per la sanità pugliese. Sarebbero una manna dal cielo, visto che la sanità in Puglia è allo sfacelo. Ed Emiliano da 5 anni è pure assessore alla sanità. I pugliesi però continuano a viaggiare per andare a curarsi al Nord, i tempi per ottenere una visita specialistica sono lunghissimi, tantissimi ospedali sono stati chiusi senza rafforzare la medicina sul territorio. Mancano gli specialisti. Domenica scorsa ho dovuto fare un video per spiegare che il giorno dopo avrebbero chiuso il reparto pediatria a San Severo, un comune di 50 mila abitanti in provincia di Foggia, dove c’è un solo pediatra che è il primario. Per fortuna grazie a quel video hanno mandato altro personale. E ancora: la Puglia è tra le ultime regioni nei finanziamenti alle specializzazioni mediche, altre regioni sono state più proattive”. Emiliano invece “si è preoccupato di costruire consenso nominando persone di schieramenti opposti al suo, anche ex avversari. Come Simeone Di Cagno Abbrescia, ex sindaco di Bari, all’Acquedotto Pugliese, Francesco Schittulli, suo ex rivale, consulente per la sanità, Massimo Cassano all’Arpal. Dice di essere di sinistra, Emiliano, ma ha infarcito le sue squadre di persone di destra. Tra le 14 liste che lo sostengono, ci sono anche quelli che chiedono l’indipendenza del Sud, i neo borbonici. Ma si può?”.

 

PUBBLICITÁ
PUBBLICITÁ