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La Liguria al voto

“Su Sansa non si torna indietro, e Di Maio e Grillo lo sanno”, ci dice Rizzone (M5s)

Redazione

La Gronda da cambiare, il destino politico del Movimento da definire. Parla il deputato grillino che ha condotto la trattativa ligure. "Non ci sono presupposti per mettere in discussione un accordo già chiuso"

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Marco Rizzone non crede ai giornali. O, almeno, non crede ai retroscena che in qualche modo lo riguardano. "Per questo non so dire se davvero, come scrivete, Beppe Grillo e Luigi Di Maio abbiano mai criticato la candidatura di Ferruccio Sansa", dice il deputato genovese, classe '83, che per mesi è stato a capo della delegazione grillina che quella candidatura, condivisa col Pd, l'ha cercata e voluta. "Dico però che in ogni caso ora non si potrebbe tornare indietro. Sarebbe surreale, e anche tecnicamente impossibile".

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Marco Rizzone non crede ai giornali. O, almeno, non crede ai retroscena che in qualche modo lo riguardano. "Per questo non so dire se davvero, come scrivete, Beppe Grillo e Luigi Di Maio abbiano mai criticato la candidatura di Ferruccio Sansa", dice il deputato genovese, classe '83, che per mesi è stato a capo della delegazione grillina che quella candidatura, condivisa col Pd, l'ha cercata e voluta. "Dico però che in ogni caso ora non si potrebbe tornare indietro. Sarebbe surreale, e anche tecnicamente impossibile".

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Dice, onorevole?

"Sì, perché Di Maio, che non è più capo politico ma ministro degli Esteri, non ha più il ruolo per bloccare una trattativa già chiusa. E non essendo uno sciocco, Luigi sa bene che tentare di sabotare questa campagna elettorale significherebbe dichiarare guerra a Vito Crimi, che ha appena confermato il sostegno del Movimento a Sansa. D'altronde, per quanto io posso testimoniare, Di Maio non s'è mai immischiato nella trattativa: e anzi, quando noi abbiamo provato a coinvolgerlo, ci ha tenuto a ribadire che il suo impegno ora è alla Farnesina, e che dunque di questioni regionali non si occupa".

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E poi c'è Grillo, però. Che già tre anni fa, nel caso della Cassimatis a Genova, invalidò una nomina già fatta dalla base su Rousseau, in barba ai supposti principi della democrazia diretta.  

"Beppe si è sempre tenuto fuori dalle trattative. E francamente non mi sembra proprio che ci siano i presupposto per un intervento del Garante che potrebbe rimettere in discussione un accordo già chiuso che riguarda anche altre forze politiche".

 

Avanti su Sansa, quindi. 

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"Io registro un grande entusiasmo generale, tra i nostri attivisti liguri. Poi certo: qualche scontento può sempre esserci, e capisco che se quello scontento è Di Maio la cosa fa notizia, ammesso e non concesso che sia vera".

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I maligni dicono che Di Maio potrebbe voler mettere a rischio la tenuta del governo, con la sua interdizione su Sansa.

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"Mi sembrano dinamiche un po’ fumose, a dire il vero. Semmai, credo che il risultato che otterremo in Liguria, in questa alleanza che vede il M5s insieme al centrosinistra, possa essere importante per indicare una via al M5s. Che non è una forza di centrosinistra, e che però dovrà decidere se allearsi in modo più strutturale, sui territori, con le forze progressiste, trasformando questa esperienza ligure in un esperimento da ripetere, oppure restare ago della bilancia, senza alcun vincolo di coalizione, anche in futuro. Questo tentativo in Liguria, questo esperimento, può darci delle indicazioni importanti, in un senso o nell'altro".

 

E forse è proprio la parte che quell'ancoraggio del M5s nel campo riformista non lo vuole, che vi accusa, a lei e agli altri responsabili della trattativa, di aver tramato nell'ombra per chiudere su Sansa.

"No. Ci tengo a sottolineare che noi abbiamo interpretato il nostro mandato nei limiti delle indicazioni del capo politico, che è Crimi. Lo abbiamo sempre, costantemente, tenuto informato sull'evoluzione della trattativa. Che non è stata solo finalizzata a candidare Sansa, ma a definire un programma di governo ambizioso di cui Sansa può essere il migliore interprete. Ma non l'unico. E infatti abbiamo chiesto anche ad Aristide Massardo, profilo più centrista ma senz'altro prezioso, di darci una mano in questa sfida".

 

Non ci sarà Italia viva, però.

"Le divergenze, anche lì, stanno appunto sul programma. Per noi la Gronda, ad esempio, non è un'opera da realizzare così com'è, ma solo dopo la revisione del progetto. Se su questo Iv non si è sentita coinvolta, preferendo proporre candidati alternativi che non avrebbero mai riscosso il consenso di tutta la coalizione, come Elisa Serafini, ne prendiamo atto". 

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