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Sospetti del Pd: Di Maio non vuole il Pd alle regionali per far cadere Conte?

Al Nazareno erano convinti che in qualche regione si sarebbe fatta l'alleanza. Invece, dopo due giorni di grande fermento, tutto si è nuovamente fermato

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Chi ha modo di parlare con Giuseppe Conte in questi giorni lo sente molto critico nei confronti di Matteo Renzi. E anche nel Pd aumentano le (già consistenti) critiche al leader di Italia viva per il modo in cui si sta comportando sulla legge elettorale. “C’era un accordo sul 5 per cento, firmato anche da Renzi ma ora se lo rimangia perché il suo partito è fermo al 3. Pensa solo alle sue cose. E fare patti con lui è praticamente impossibile” si lamentano in Transatlantico i parlamentari Pd che stanno seguendo le vicende della legge elettorale. E dicono che anche Conte, cui conviene comunque di questi tempi tenersi buono l’ex premier, stia trattando con lui con grande diffidenza senza illudersi di aver trovato un fedele alleato.

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Chi ha modo di parlare con Giuseppe Conte in questi giorni lo sente molto critico nei confronti di Matteo Renzi. E anche nel Pd aumentano le (già consistenti) critiche al leader di Italia viva per il modo in cui si sta comportando sulla legge elettorale. “C’era un accordo sul 5 per cento, firmato anche da Renzi ma ora se lo rimangia perché il suo partito è fermo al 3. Pensa solo alle sue cose. E fare patti con lui è praticamente impossibile” si lamentano in Transatlantico i parlamentari Pd che stanno seguendo le vicende della legge elettorale. E dicono che anche Conte, cui conviene comunque di questi tempi tenersi buono l’ex premier, stia trattando con lui con grande diffidenza senza illudersi di aver trovato un fedele alleato.

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Si torna a parlare di voto a settembre, dopo le elezioni regionali. Ma la sorpresa è che potrebbe essere proprio Giuseppe Conte a portare il paese alle urne, forte dei successi sul Recovery Fund in Europa e delle regionali, (che anche secondo il Nazareno non andranno affatto male) e soprattutto stufo dei numerosi distinguo degli alleati. Fantapolitica? Pochi mesi e si saprà.

 

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L’uscita di Grillo sulla Raggi non ha avuto repliche dal Nazareno. Con la Raggi, si sa, ogni appoggio da parte del Pd è escluso. Ma il sonetto rilanciato dal “Padre Nobile” dei 5Stelle è sembrato ai vertici del Pd soprattutto un regolamento di conti all'interno di chi, nel Movimento, ancoro nicchia sul tentativo di bis della Raggi. Un fatto interno ai 5 Stelle, quindi. Ecco perché il silenzio da parte del Nazareno, che soprattutto ora non vuole intromettersi su alcuna vicenda interna dei M5S. E spera comunque che i grillini cambino cavallo per tentare un’alleanza almeno nella Capitale dove i sondaggi continuano a dare per favorito il centrodestra.

 

Al Nazareno, dopo le parole di Conte sulle alleanze alle regionali, erano convinti che in qualche regione si sarebbe chiuso. Invece, dopo due giorni di grande fermento, tutto si è nuovamente fermato. Nonostante le proposte “molto consistenti” fatte dal Pd ai 5Stelle. Qualcuno al Nazareno ha iniziato a pensare male. “Non è che non si chiude con i 5Stelle proprio perché la proposta è arrivata da Conte? Forse Di Maio ha avuto paura di essere scavalcato?” commenta un autorevole parlamentare del Pd.

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