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L’errore del Pd alle regionali

Redazione

Perché trasformarle in un test nazionale sull’alleanza con i Cinque stelle?

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Il Partito democratico insiste per stringere alleanze con gli altri soci di governo per le regionali e le comunali di settembre. In questo modo si conferisce a quei voti locali un carattere nazionale di verifica dei rapporti di forza tra maggioranza e opposizione. Non è un’idea particolarmente nuova, lo fece anche Matteo Salvini dando una valenza nazionale alle elezioni dell’Emilia e Romagna, né molto saggia. Si può capire che l’opposizione punti a delegittimare la maggioranza di governo attraverso i voti locali, ma chi è al governo che cosa ci guadagna? Se vince resta nella situazione precedente, se perde dà indirettamente argomenti a chi sostiene che una maggioranza sconfitta non ha titolo per governare.

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Il Partito democratico insiste per stringere alleanze con gli altri soci di governo per le regionali e le comunali di settembre. In questo modo si conferisce a quei voti locali un carattere nazionale di verifica dei rapporti di forza tra maggioranza e opposizione. Non è un’idea particolarmente nuova, lo fece anche Matteo Salvini dando una valenza nazionale alle elezioni dell’Emilia e Romagna, né molto saggia. Si può capire che l’opposizione punti a delegittimare la maggioranza di governo attraverso i voti locali, ma chi è al governo che cosa ci guadagna? Se vince resta nella situazione precedente, se perde dà indirettamente argomenti a chi sostiene che una maggioranza sconfitta non ha titolo per governare.

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Sarebbe meglio costruire le alleanze, dov’è possibile, a livello locale, sia perché questo è più rispettoso del carattere del voto, sia perché non si sovrappone alle campagne elettorali locali una cappa nazionale che apparirebbe strumentale. Nicola Zingaretti, che governa una regione importante come il Lazio, dovrebbe saperlo più di chiunque. E anche l’esperienza emiliana, che ha visto il centrosinistra vincere puntando sulla qualità del governo regionale, dovrebbe insegnare qualcosa.

 

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L’altra ragione di inopportunità sta nel fatto che insistere per alleanze con i 5 stelle prima di averle stipulate, se poi non si realizzano mette in difficoltà i candidati del centrosinistra, che non hanno ottenuto il sostegno di alleati di governo nonostante lo avessero chiesto in modo pressante. Gioco forza questo meccanismo spingerà i candidati dei 5 stelle a una battaglia tutta incentrata sulle critiche al candidato di centrosinistra, per giustificare o motivare la mancata alleanza, più che sulla battaglia contro quello del centrodestra. Insomma ci sono tante buone ragioni a sconsigliare una tattica di pressing sui 5 stelle per indurli a dare alle regionali un carattere nazionale, e resta misteriosa assai la ragione che ha indotto il Pd ad adottarla. Chissà che qualcuno nei prossimi giorni trovi il modo di spiegarla con argomenti persuasivi.

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