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"È il Pd che non vuole l'accordo sulle regionali", ci dice Crippa (M5s)

Valerio Valentini

Il capogruppo grillino alla Camera esclude l'ipotesi Ursula: "Forza Italia in maggioranza? E il conflitto d'interessi?". Sui territori, contano i temi e le facce: "Con Emiliano e De Luca impossibile fare patti. In Liguria, invece..."

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Ce li ricordavamo pronti a bloccare qualsiasi cantiere. “E invece oggi siamo soddisfatti per l’approvazione del decreto Semplificazioni”, conferma Davide Crippa, accettando il gioco della provocazione. “Ma non è che siamo cambiati noi: semmai si è smesso di rappresentare in modo macchiettistico certe nostre istanze”, dice il capogruppo del M5s alla Camera. Che no, non ci sta ad accettare che si pensi che l’aver ammainato le bandiere dell’ortodossia sia il segno di una voglia matta e disperata di restare al governo. “Noi non abbiamo mai detto di essere contro qualsiasi grande opera. Siamo contro le opere inutili. Dopodiché, nel Semplificazioni ci sono misure per la digitalizzazione e la sburocratizzazione, in un’ottica di economia green, che sono da sempre i nostri capisaldi”. C’è anche la riforma dell’abuso d’ufficio: roba che avreste gridato al complotto, anni fa. “Nel complesso, i protocolli contro le infiltrazioni criminali vengono rafforzati. Quanto all’abuso d’ufficio, c’è una riperimetrazione della fattispecie di reato che era necessaria, visto che spesso ad accusare il pubblico ufficiale che poneva la firma incriminata erano le aziende escluse dalle gare”.

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Ce li ricordavamo pronti a bloccare qualsiasi cantiere. “E invece oggi siamo soddisfatti per l’approvazione del decreto Semplificazioni”, conferma Davide Crippa, accettando il gioco della provocazione. “Ma non è che siamo cambiati noi: semmai si è smesso di rappresentare in modo macchiettistico certe nostre istanze”, dice il capogruppo del M5s alla Camera. Che no, non ci sta ad accettare che si pensi che l’aver ammainato le bandiere dell’ortodossia sia il segno di una voglia matta e disperata di restare al governo. “Noi non abbiamo mai detto di essere contro qualsiasi grande opera. Siamo contro le opere inutili. Dopodiché, nel Semplificazioni ci sono misure per la digitalizzazione e la sburocratizzazione, in un’ottica di economia green, che sono da sempre i nostri capisaldi”. C’è anche la riforma dell’abuso d’ufficio: roba che avreste gridato al complotto, anni fa. “Nel complesso, i protocolli contro le infiltrazioni criminali vengono rafforzati. Quanto all’abuso d’ufficio, c’è una riperimetrazione della fattispecie di reato che era necessaria, visto che spesso ad accusare il pubblico ufficiale che poneva la firma incriminata erano le aziende escluse dalle gare”.

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E insomma, a vederla con gli occhi di Crippa, “la maggioranza esce perfino rafforzata da questa pandemia, e determinata a portare a termine gli obiettivi che si è prefissa. Lo dimostra anche la fiducia sul decreto Rilancio, che introduce la misura dell’ecobonus che noi riteniamo fondamentale per rilancio dell’edilizia nel solco dell’economia verde”.

 

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E poi però c’è anche il Mes. E qui la maggioranza sembra assai meno compatta. “Noi restiamo convinti che le condizionalità siano ancora ben presenti nel funzionamento del Fondo. Quando ci dovesse essere questo fantomatico accordo tra capi di stato e di governo per modificare il trattato, ne prenderemo atto. Fino ad allora, il Mes per noi è un non problema”.

 

Lo è per il Pd, però, che non a caso invoca l’intervento di Forza Italia a rafforzare la maggioranza in ottica europeista. “Forza Italia è all’opposizione – ci dice Crippa – e credo resti assai distante da tanti nostri punti programmatici: come quello sul conflitto d’interessi, che è alla base dell’accordo di governo tra noi e il Pd”. Niente maggioranza Ursula, dunque? “E’ un’ipotesi molto, molto, molto lontana dalla realtà”.

 


Eppure anche nel M5s c’è chi invoca un cambio di passo: il viceministro Buffagni ha prefigurato un rimpasto, ha chiesto che gli esponenti di governo del M5s facciano valere di più le loro ragioni. “Spero che non si riferisse a sé stesso. Battute a parte, sì, il tema esiste: bisogna porre alcuni nostri temi, specie quelli collegati alla transizione ecologica, al centro dell’agenda di governo. Ma un rimpasto non mi sembra per nulla plausibile”. Però al M5s manca una direzione di marcia. “La si definirà agli Stati generali, che per ovvie ragioni di opportunità politica e sicurezza sanitaria non possono svolgersi nel mezzo di una pandemia. Per quanto mi riguarda, auspico una guida plurale, collegiale. Ma decideremo insieme a tempo debito”.

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In tempi più rapidi, invece, dovrete decidervi sul da farsi alle regionali: anche Conte ha fatto un appello all’unità tra M5s e Pd. “Le alleanze, a Roma come sui territori, si fanno sui temi, e poi si scelgono i volti che su quei temi sono più credibili”. Il Pd vi accusa di fare ammuina. “Al Pd avevamo proposto un accordo chiaro in Campania. Confermando De Luca, hanno scelto evidentemente di andare per la loro strada. In Puglia, Emiliano avrebbe potuto convincerci sui temi, nei cinque anni passati, e non proponendoci solo accordi politici. In Liguria credo che sia possibile, ancora, trovare una sintesi, a patto che il Pd accolga le nostre istanze di cambiamento per quella regione. Lì si potrebbero fare cose positive, ma deve esserci un accordo credibile, sul programma e sul candidato”. Sempre che non arrivi il diniego di Davide Casaleggio, ricevuto ieri da Conte a palazzo Chigi. Non è stato un incontro inopportuno? “Per valutarlo, dovrei conoscere i contenuti del dialogo, che nessuno di noi sa. Detto questo, Conte è il presidente del Consiglio: credo possa incontrare chi vuole, se lo ritiene utile”.

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