Non rompete le scatole
Zingaretti-Franceschini-Orlando inviano messaggi al resto del Pd. Ma oltre l’unità c’è la maggioranza Ursula che potrebbe nascere martedì in Senato sulla Libia
-
Cosa può fare il Pd per uscire dall'incubo delle istantanee maledette?
-
La rumba di Renzi sulla legge elettorale
-
Conte, Zingaretti e il settembre fatale
-
Mettere il Pd sul lettino
-
Prove (ancora) di modello Ursula
-
“Caro Zingaretti, l'intolleranza in politica porta male”. Parla Giorgio Gori
-
Emiliano si vaccina per le Regionali e candida il virologo Lopalco
-
Orfini, apri gli occhi
L’unità (nel partito) e la stabilità (al governo), prima di tutto e a ogni costo. Dario Franceschini, Andrea Orlando e Nicola Zingaretti, con una serie di interviste, dichiarazioni e telefonate in privato, hanno riconfermato quel patto di sangue tra le correnti del Pd che a marzo del 2019 aveva portato all’elezione a segretario proprio di Zingaretti, il federatore delle correnti, l’uomo la cui qualità, insieme politica e umana, risiede da sempre, dai tempi della Fgci e dei calzoni corti, in un’inesausta capacità di mediazione, l’uomo considerato necessario dopo i traumi e le scissioni, dopo l’addio di Bersani e di Renzi.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitaleLe inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioniOPPURE
- Salvatore Merlo
Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi erasmiana a Nottingham. Un tirocinio in epoca universitaria al Corriere del Mezzogiorno (redazione di Bari), ho collaborato con Radiotre, Panorama e Raiuno. Lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.