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L’universo di Sandra Savaglio, cervello in fuga tornato al servizio della Calabria

Ritratto dell’assessore alla ricerca della giunta Santelli

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Roma. Due miti sfatati in un colpo: Sandra Savaglio, di professione astrofisica, docente all’Università della Calabria, specializzata nello studio delle galassie più lontane, è andata all’estero ma è anche tornata indietro (cervello in fuga di ritorno che smentisce il mantra dell’impossibilità di affermarsi come studioso in Italia). E sempre lei, Sandra Savaglio, digiuna di politica, ha accettato un incarico da assessore alla Ricerca, Università e Istruzione nella sua Calabria, nella giunta della presidente di centrodestra Jole Santelli, trovandosi, dice, “in un ambiente di persone senza pregiudizi e preclusioni, intenzionate a lavorare sulle idee: è ora di dire basta anche al mito negativo di una regione adagiata sul passato e incapace di rinnovarsi”. E quando riflette sul suo percorso, l’astrofisica Savaglio, che una settimana fa ha partecipato alla maratona online per il Festival delle Scienze a Roma, vede chiudersi un cerchio: “Sono cresciuta in provincia di Cosenza, a Marano Marchesato, ho viaggiato dai tempi della tesi di laurea in avanti, a Monaco di Baviera e poi a Baltimora, negli Stati Uniti. E però nel 2014 sono tornata qui, e sono felice di essere qui”.

 

In mezzo c’è una copertina simbolica di Time, del 2004, in cui Savaglio compare come simbolo degli scienziati europei che si sono trasferiti all’estero, e diversi premi, tra cui il Premio Frescobaldi 2015 per i “cervelli in fuga al contrario”: chi ha rinunciato alla carriera internazionale per ripartire dall’Italia. Negli anni americani, trascorsi immersa in ricerche su angoli dell’universo che il neofita non ha mai sentito nominare, grazie al Telescopio Spaziale Hubble, con colleghi di tutto il mondo, fino all’estremo del buio inimmaginabile, Savaglio ha imparato “che non è scontato per una donna del sud affermarsi come scienziata, ma che è possibile con sacrificio e passione arrivare a grandi risultati. Questo vorrei trasmettere, ora, ai tanti ragazzi desiderosi di studiare e lavorare, ma preoccupati per il futuro”. Ed è qui che le due vite di Sandra Savaglio, quella scientifica e quella “nuova” di assessore, si possono saldare lungo la linea del “che cosa posso fare di concreto”: “Ho trovato persone con una visione e un obiettivo: fare uscire la Calabria dalle tenaglie dell’incompetenza e dell’indifferenza”. Su una situazione già critica per la ricerca e l’istruzione (non soltanto in Calabria), i mesi di lockdown si sono abbattuti aggravando problemi per categorie già svantaggiate (qualche giorno fa l’assessore ha incontrato i non udenti penalizzati dalla didattica online). Intanto la Regione ha stanziato circa cinque milioni di euro per potenziare la stessa DAD, in modo da potere raggiungere anche le famiglie impossibilitate. “Poi c’è un progetto a cui tengo particolarmente”, dice l’assessore-astrofisico: “Il programma sull’educazione civica e sulla sostenibilità nell’ambito dell’Agenda 2030, che coinvolgerà giovani e giovanissimi e darà un’impronta diversa anche all’attenzione nei confronti della persona e al rispetto dell’ambiente”.

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La pazienza e la perseveranza ora necessarie per affrontare i problemi della sua terra, dice Savaglio, sono le stesse che per anni ha esercitato nello studio dell’universo. “Universo su grande scala”, dice. Ha scritto anche un libro non “classico” di Astronomia, dove non si parla soltanto di stelle: “Tutto l’universo per chi ha poco spazio-tempo”, edito da Mondadori, due anni fa, in cui Savaglio spiega che nell’universo, appunto, le stelle sono soltanto una piccola parte del tutto. Studio le galassie lontane, mi occupo di eventi catastrofici: esplosioni stellari, onde gravitazionali provenienti dalla fusione di oggetti compatti”. E anche se tutto questo può sembrare distante dalla vita di tutti i giorni, l’universo può sorprendere anche chi è digiuno o quasi di Fisica: “Nel caso della fusione di stelle di neutroni”, dice Savaglio, “vengono forgiati gli elementi chimici più pesanti, tra cui l’oro. Un’astrofisica italiana, Marica Branchesi, ha studiato questo fenomeno”. E ci si sorprende a guardare un braccialetto e a pensare all’esplosione e fusione da cui l’oro deriva, e l’infinito sembra meno indecifrabile.

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