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Guardie civiche, un’idea bocciata

Carmelo Caruso

 Il capo del sindacato della polizia contro l’esercito dei 60 mila: “No, la sicurezza non si può improvvisare”

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Roma. Ha sorpreso il modo in cui è stata comunicata e da chi è stata comunicata (in televisione e dal ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia). Non è gradita al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, che in una nota ha contenuto il suo malessere e la sua contrarietà (netta, assicura chi la conosce): “Il Viminale non è stato informato”. Sessantamila assistenti civici, sessantamila volontari selezionati attraverso un bando, ma senza nessuna formazione, per vigilare sul distanziamento sociale. E da quello che si capisce, e davvero si capisce poco, il bando è aperto a inoccupati, a chi non possiede titoli di studio, ai percettori di reddito di cittadinanza. Insomma, un “corpo”, ma che non ha corpo e che, nelle intenzioni del ministro Boccia, “ci ricorderà con gentilezza, nei luoghi dell’assembramento, che occorre ancora qualche sacrificio”.

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Roma. Ha sorpreso il modo in cui è stata comunicata e da chi è stata comunicata (in televisione e dal ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia). Non è gradita al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, che in una nota ha contenuto il suo malessere e la sua contrarietà (netta, assicura chi la conosce): “Il Viminale non è stato informato”. Sessantamila assistenti civici, sessantamila volontari selezionati attraverso un bando, ma senza nessuna formazione, per vigilare sul distanziamento sociale. E da quello che si capisce, e davvero si capisce poco, il bando è aperto a inoccupati, a chi non possiede titoli di studio, ai percettori di reddito di cittadinanza. Insomma, un “corpo”, ma che non ha corpo e che, nelle intenzioni del ministro Boccia, “ci ricorderà con gentilezza, nei luoghi dell’assembramento, che occorre ancora qualche sacrificio”.

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Ma occorreva sul serio questa nuova fantasia? “Da quanto leggo, e premetto che voglio entrare nel merito, mi sembra una proposta pericolosa per un incarico delicato e che presenta molti aspetti problematici” dice Daniele Tissone, segretario generale del Silp Cgil, il sindacato dei lavoratori della Polizia di stato, spiazzato e preoccupato non solo per noi, ma anche per loro, gli assistenti civici che saranno mandati in strada. “Non sono solo preoccupato per la proposta lanciata un po’, come dire …”. All’italiana, vuole dire? “Questo lo dite voi, e però viene da pensarlo. Per quanto buona possa essere l’idea non possono essere nascoste le criticità”. E infatti, a impensierire Tissone, sono le funzioni che verrebbero assegnate e per di più senza un’opportuna verifica, quelle a cui si sottopongono perfino gli steward degli stadi (lo spieghi Luigi Di Maio al ministro Boccia), i quali hanno meno compiti dei futuri assistenti civici, ma più obblighi. “C’è un problema di affidabilità innanzitutto per quanto riguarda queste nuove figure. Dovranno confrontarsi con i giovani e con le fasce più deboli. Leggo che avranno la possibilità di trasportare la spesa degli anziani e quella di ‘invitare’ al distanziamento. Un po’ degli ausiliari del traffico e dissuasori sociali, ma senza la formazione per gestire queste relazioni complesse”. 

 

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Tissone poi pone la domanda più elementare: “Non saranno pubblici ufficiali e nemmeno incaricati di pubblico servizio e pertanto saranno sprovvisti di qualsiasi potere coattivo. La domanda è una: il cittadino potrà mai ottemperare ai solleciti di chi è giuridicamente privo di qualsiasi status giuridico?”. E il segretario che, da sindacalista e da agente, sa bene come sia facilissimo passare dall’assembramento alla tensione, si chiede ancora se sia il caso di metterli in pericolo, ma anche di metterci in pericolo trovandoci di fronte a uomini non sufficientemente addestrati a gestire crisi urbane. Gli agenti di polizia hanno limiti stabiliti dalla legge e questi limiti li conoscono perché si sottopongono a una preparazione severa e rigorosa. Non è un di più, ma un prerequisito essenziale.

 

“E come detto, anche gli steward vengono sottoposti a verifica. Devono soddisfare requisiti soggettivi. Si controlla che non abbiano precedenti penali. Nel caso degli assistenti civici chi dovrà farlo? E’ probabile che vi saranno situazioni di tensione, penso per accedere alle spiagge, ad esempio. Chi lavora a contatto con il pubblico, sa bene che serve calma, determinazione ma anche una buona dose di pazienza. Il loro potrebbe essere un servizio opportuno, mi spingo a dire necessario, ma appare difficile preparare, in così breve tempo, personale tanto eterogeneo”, argomenta Tissone cosciente delle sfide che ci attendono per riuscire a convivere con il virus. E sono così alte e importanti che meritano agenti di pubblica sicurezza, personale più che qualificato e preparato. In Italia, l’età media del personale di Polizia e Guardia di Finanza è di cinquant’anni. E’ il dato più alto d’Europa. “E siamo sotto organico di ventimila unità”, ricorda ancora Tissone che parla di come sia urgente assumere personale di Polizia giovane, qualificato. “Sappiamo già che il Covid non è solo un’emergenza sanitaria. Sarà sempre più una crisi sociale. Bisognerà vigilare sui tentativi della mafia di infiltrarsi e sostituirsi allo stato. Il disagio è destinato ad aumentare e deve trovare di fronte le forze di Polizia. Non parlo solo dal punto di vista numerico. Penso più alla professionalità dei nuovi agenti. La strada migliore mi sembra una: professionisti e professionali. Non possiamo permetterci l’improvvisazione”.

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