Angelo Tommasi, Gli emigranti, 1896

Perché non usiamo il Fondo europeo per i rimpatri? Viaggio virtuale tra gli italiani bloccati all'estero

Maurizio Stefanini

L'Ue finanzia fino al 75 per cento i voli di rientro e vari stati sono riusciti a far tornare a casa i loro cittadini quasi gratis. Perché l’Italia no? Una risposta (che non regge) di Di Maio e una del coordinatore del Pd in sud America

“Perché il governo italiano trova i soldi per Silvia non per noi”? La polemica che rimbalza tra gli italiani bloccati all’estero parte ovviamente dalla voce che sia stato pagato un riscatto: cosa che gli al-Shabab affermano, e Di Maio nega. Però, che ci sia gente che non ce la fa più non è tema di dubbio. “Io non voglio fare sempre le solite polemiche. Perché non è il caso”, denuncia dalla brasiliana Fortaleza un ristoratore con accento romano. “Sono contento, molto contento di questo appoggio, delle lucette bianche, rosse e verdi. Ma dal Consolato italiano non ho saputo assolutamente nulla per gli italiani che sono rimasti qua. Do da mangiare tutti i giorni, da più di due mesi, a 21 persone, che sono rimaste bloccate qui. Ragazzi che sono venuti in ferie e stanno al lumicino. Si sono messi in cinque o sei in una stanza, perché prima aveva ognuno una stanza sua. Perché i soldi stanno finendo e non c’è nessunissimo, nessunissimo nessunissimo aiuto”. Il tono si fa aspro. “A parte la cazzata di Di Maio del 75 per cento del biglietto che darà di rimborsi adesso, dopo che tutte le altre nazioni lo hanno fatto, e che comunque non è vero, ancora non c’è. Ma che ve state a inventà? Ma quale aiuto!”.

  

Il riferimento è a quel Fondo per i Rimpatri europei col quale la Ue finanzia fino al 75 per cento i viaggi di rientro, e grazie al quale vari stati europei sono riusciti a far tornare a casa i loro cittadini, per lo più gratis. Ma l’Italia non ne ha usufruito, salvo per un volo da Tokyo con 37 passeggeri. “In Argentina sono arrivati due voli della compagnia Neos”, è la testimonianza di un altro italiano che invece è rimasto bloccato a Buenos Aires, e che ha avuto esperienza professionale di traffico aereo. Quindi, ne parla con competenza. “Erano due voli chartetizzati dalla Costa Crociere per rimpatriare gli argentini rimasti bloccati a bordo di navi che nessun porto voleva far sbarcare. Al ritorno hanno imbarcato italiani facendo pagare solo i 60 euro delle tasse aeroportuali. Poi ne sono arrivati altri due di Alitalia, che erano però vuoti. Ai passeggeri hanno fatto pagare biglietti al prezzo spropositato di 2.200 euro l’uno, proprio perché non hanno potuto ottimizzare la capienza. Oltretutto, per le esigenze del distanziamento su 350 posti ne hanno utilizzati 128: cosa che secondo la Iata era inutile, perché una volta che hai misurato la temperatura e preso il tampone ai passeggeri ed hai igienizzato la cabina il rischio di contagio non c’è più. Aerolineas Agentinas ha a sua volta organizzato due voli speciali per Roma: 800 euro, più una tassa speciale del 30 per cento”. La metà di Alitalia, comunque. “Ma gli italiani qua ormai sono disperati. Al Consolato dicono che non sanno neanche loro quanti siano esattamente. Si pensava fossero 300 o 400, ma adesso stimano che debbano essere almeno 500. Molti di loro hanno potuto sopravvivere solo perché aiutati da parenti”.

 

Anche il Clarín, autorevole giornale di Buenos Aires, ha dedicato un servizio a due youtubers italiani rimasti bloccati con un camper in Patagonia mentre cercavano di completare un tour del continente americano dall’Alaska alla Terra del Fuoco. “E sono stati pure osteggiati dalla popolazione, che li ha trattati come possibili untori. Consolato e Ambasciata si sono mossi per aiutare i casi più gravi, ma in molti si chiedono perché Di Maio questo fondo europeo per i rimpatri non voglia utilizzarlo”. Giriamo la domanda a Fabio Porta: già deputato per gli Italiani all’Estero e coordinatore del Pd in sud America. “Anche in Brasile ci sono situazioni simili, soprattutto nel nordest”, testimonia. “Secondo Di Maio, non ne abbiamo usufruito per la lentezza delle procedure europee. Ma è una risposta che non regge”. Quindi? “Fonti ministeriali mi dicono che i voli con il fondo Ue non sono stati usati, almeno in Sudamerica, per il grande numero di italiani da rimpatriare. Con i fondi Ue saremmo stati ‘costretti’ a imbarcare passeggeri di tutti gli altri paesi europei”. Un dispetto?

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