PUBBLICITÁ

L’altra Lega è ora che venga allo scoperto

Redazione

Un’opposizione irrilevante e pericolosa e la strada per dare una mano al paese

PUBBLICITÁ

La Lega risulta dai sondaggi e dall’esito delle europee il partito con il maggior numero di consensi nel paese. Prima della pandemia aveva un solo obiettivo, le elezioni, locali e poi nazionali. Poi è cambiato tutto: le elezioni non si possono più celebrare chissà per quanto tempo (se ne riparlerà alla scadenza naturale della legislatura) e questo richiederebbe un cambio di strategia. Invece Matteo Salvini continua a sgolarsi in comizi elettorali che, invece di accrescere la sua popolarità, lo fanno apparire come un leader incapace di assumersi la responsabilità nazionale che le condizioni oggettive gli impongono. E’ da questa contraddizione che probabilmente nascono le tensioni interne e le vistose oscillazioni, per esempio, sulla questione delle riaperture. Sullo sfondo c’è la scelta improduttiva di intrupparsi nella tribù dei partiti europei sovranisti, che nasceva da una esasperazione nazionalista, ma che, visto l’atteggiamento anti italiano dei partner, rischia di apparire oggi antinazionale. Che cosa dovrebbe fare la Lega per uscire dal suo rumoroso immobilismo per assumere una posizione e agire come un soggetto rilevante della politica? Invece di chiedere inutilmente dimissioni dal governo, dovrebbe prepararsi alle opportunità che potrebbero derivare dallo sfarinamento dei 5 stelle. Invece di pretendere una posizione di governo dovrebbe mettersi nella condizione di farsi chiedere di partecipare a una maggioranza e fornire le garanzie che è in grado di gestire, con vigore e rigore ma anche con intelligenza politica, l’indispensabile interlocuzione con l’Europa. Invece di rivolgere domande a Sergio Mattarella sul rispetto delle regole democratiche inevitabilmente compresse in una situazione di emergenza, dovrebbe fornire risposte convincenti sulla volontà di rappresentare in Europa e non pregiudizialmente contro l’Europa l’interesse nazionale. La Lega governando il nord in una fase di crisi senza precedenti ha dimostrato di avere a disposizione anche pezzi di classe dirigente all’altezza delle sfide. Le risorse ci sono ma verranno sprecate se nella Lega qualcuno non avrà il coraggio di mostrare al segretario la strada contraria a quella dell’irrilevanza antieuropeista.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


La Lega risulta dai sondaggi e dall’esito delle europee il partito con il maggior numero di consensi nel paese. Prima della pandemia aveva un solo obiettivo, le elezioni, locali e poi nazionali. Poi è cambiato tutto: le elezioni non si possono più celebrare chissà per quanto tempo (se ne riparlerà alla scadenza naturale della legislatura) e questo richiederebbe un cambio di strategia. Invece Matteo Salvini continua a sgolarsi in comizi elettorali che, invece di accrescere la sua popolarità, lo fanno apparire come un leader incapace di assumersi la responsabilità nazionale che le condizioni oggettive gli impongono. E’ da questa contraddizione che probabilmente nascono le tensioni interne e le vistose oscillazioni, per esempio, sulla questione delle riaperture. Sullo sfondo c’è la scelta improduttiva di intrupparsi nella tribù dei partiti europei sovranisti, che nasceva da una esasperazione nazionalista, ma che, visto l’atteggiamento anti italiano dei partner, rischia di apparire oggi antinazionale. Che cosa dovrebbe fare la Lega per uscire dal suo rumoroso immobilismo per assumere una posizione e agire come un soggetto rilevante della politica? Invece di chiedere inutilmente dimissioni dal governo, dovrebbe prepararsi alle opportunità che potrebbero derivare dallo sfarinamento dei 5 stelle. Invece di pretendere una posizione di governo dovrebbe mettersi nella condizione di farsi chiedere di partecipare a una maggioranza e fornire le garanzie che è in grado di gestire, con vigore e rigore ma anche con intelligenza politica, l’indispensabile interlocuzione con l’Europa. Invece di rivolgere domande a Sergio Mattarella sul rispetto delle regole democratiche inevitabilmente compresse in una situazione di emergenza, dovrebbe fornire risposte convincenti sulla volontà di rappresentare in Europa e non pregiudizialmente contro l’Europa l’interesse nazionale. La Lega governando il nord in una fase di crisi senza precedenti ha dimostrato di avere a disposizione anche pezzi di classe dirigente all’altezza delle sfide. Le risorse ci sono ma verranno sprecate se nella Lega qualcuno non avrà il coraggio di mostrare al segretario la strada contraria a quella dell’irrilevanza antieuropeista.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ