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Quando il Pd abbraccia un candidato e “stritola” il M5s

Marianna Rizzini

Ferruccio Sansa in Liguria come Sandro Ruotolo a Napoli: più che vedere un Partito democratico grillizzato, si vede un Movimento Cinque stelle spaccato

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Roma. Chiamalo, se vuoi, teorema del pitone: prendi un candidato (per la regione o per le suppletive) e abbraccialo stretto stretto come fosse tuo, per far capire all’altro (M5s) chi decide come portare avanti la baracca. E poi stringerlo sempre più, il candidato, stretto stretto. E insomma un qualche rischio di stritolamento c’è – soprattutto di chi dovrebbe in teoria sceglierlo a scatola chiusa, quel nome, ma, per motivi insondabili o inconfessabili, non sa se appoggiarlo o meno.

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Roma. Chiamalo, se vuoi, teorema del pitone: prendi un candidato (per la regione o per le suppletive) e abbraccialo stretto stretto come fosse tuo, per far capire all’altro (M5s) chi decide come portare avanti la baracca. E poi stringerlo sempre più, il candidato, stretto stretto. E insomma un qualche rischio di stritolamento c’è – soprattutto di chi dovrebbe in teoria sceglierlo a scatola chiusa, quel nome, ma, per motivi insondabili o inconfessabili, non sa se appoggiarlo o meno.

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Accade dunque in quel di Napoli che, per le suppletive (seggio senatoriale), venga candidata, nel centrosinistra, una personalità stimata oltre il perimetro del Pd: il giornalista Sandro Ruotolo, precisamente scelto da Pd, deMa, LeU, Iv. E i Cinque stelle, che per Ruotolo in gran parte stravedono, si trovano nella scomoda situazione di chi, per non dare per scontata l’alleanza organica con il Pd sul territorio, deve smarcarsi scegliendo un candidato via blog (Luigi Napolitano), scontentando però chi, all’interno, compresi molti parlamentari del M5s, non vede perché non puntare su Ruotolo (vogliamo andarci a schiantare quando gli altri hanno una candidatura civica e impegnata che alla nostra base non può non piacere?, è il concetto). E dunque l’effetto paradossale è questo: più che vedere un Pd grillizzato, si vede un Movimento Cinque stelle spaccato.

 

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Lo schema è già stato messo in pratica dal Pd in quel di Calabria: l’imprenditore Pippo Callipo, che non aveva in teoria nulla per scontentare il M5s (profilo civico e potenzialmente trasversale), è stato candidato dal centrosinistra, ma con i Cinque stelle, alleati del centrosinistra nel governo Conte bis, impegnati a sostenere il proprio candidato Francesco Aiello. Ma non unanimemente, anzi: a partire dal presidente della Commissione antimafia e grillino storico Nicola Morra che ha dichiarato pubblicamente, ex post, di non aver votato Aiello (Callipo, d’altronde, era stato avvicinato dai Cinque stelle prima che la scelta cadesse su Aiello).

  

E però la strategia del pitone potrebbe raggiungere potenzialmente la sua apoteosi nel caso della Liguria, dove, pur senza ufficialità, da tempo si parla di una candidatura che potrebbe mettere d’accordo Pd e Cinque stelle, specie dopo il voto in Emilia-Romagna, il cui risultato ha gelato i fan della linea “mai con il Pd in pianta stabile”. E il nome attorno a cui si ragiona è quello di Ferruccio Sansa, cinquantaduenne giornalista del Fatto quotidiano, un tempo vicino di casa di Beppe Grillo (e, agli albori dei Cinque stelle, c’era sempre qualche cronista esperto che consigliava ai giovani colleghi: “Chiedete a Sansa”, come fosse una sorta di oracolo in grado di svelare i piani segreti dell’ex comico). Fatto sta che Ferruccio Sansa, figlio dell’ex sindaco di Genova Adriano Sansa, è il candidato che piace al Pd, alla sinistra delle associazioni e al cattolicesimo rosso della Comunità San Benedetto, creatura di Don Gallo, che ora vede Sansa come il “cavaliere Jedi” capace di battere il centrodestra e Giovanni Toti. E’ il candidato su cui i renziani non metterebbero veto. Ed è il candidato che piacerebbe al segretario emerito del Pd ed ex sindaco di Roma Walter Veltroni, racconta il Secolo XIX. E perché non dovrebbe piacere ai Cinque stelle, che l’hanno sempre seguito sul Fatto e che vedrebbero in lui il profilo extra-partitico? Non c’è motivo, infatti, e però, come ha raccontato tempo fa Antonio Amorosi su Affari Italiani, ai vertici del M5s, in area Rousseau-Grillo, si è ragionato su altro, e cioè sul nome di una m5s storica Alice Salvatore, scelta via blog. Ma la base e molti eletti ancora una volta mormorano. E mentre il reggente a Cinque stelle Vito Crimi smentisce la prospettiva dell’alleanza organica e futura M5s-Pd, la strategia del pitone sembra fruttare al Pd, in Liguria; anche prima del voto.

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