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Pizzarotti: “Con Fioramonti, perché no?”

Valerio Valentini

Collaborare con l'ex ministro dell'Istruzione aiuterebbe il sindaco di Parma a sopire quella tentazione di alcuni esponenti di Italia in Comune di confluire presto o tardi nel Pd

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Roma. Più che un accordo, dicono, è “un fiutarsi reciproco”. Lorenzo Fioramonti ammicca a Federico Pizzarotti, Federico Pizzarotti apprezza e ricambia. “Perché no?”, è la frase che il sindaco di Parma vada ripetendo da giorni a chi gli chiede di una possibile intesa con l’ex ministro dell’Istruzione dimessosi la notte di Natale. “Se l’impegno di Fioramonti – ha spiegato Pizzarotti ai suoi più fidati interlocutori – sarà indirizzato verso la transizione ecologica, i finanziamenti alla scuola, alla ricerca e al sostegno alle imprese, non vedo perché non dovremmo essere coinvolti”. E così, ecco che anche l’ex sindaco della “Stalingrado grillina”, poi cacciato con ignominia per volere di Gianroberto Casaleggio in persona, prova a guadagnarsi una sua facoltà di manovra parlamentare, sempre ammesso che poi questo fantomatico “Eco”, il gruppo parlamentare che Fioramonti sta cercando di allestire, veda la luce.

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Roma. Più che un accordo, dicono, è “un fiutarsi reciproco”. Lorenzo Fioramonti ammicca a Federico Pizzarotti, Federico Pizzarotti apprezza e ricambia. “Perché no?”, è la frase che il sindaco di Parma vada ripetendo da giorni a chi gli chiede di una possibile intesa con l’ex ministro dell’Istruzione dimessosi la notte di Natale. “Se l’impegno di Fioramonti – ha spiegato Pizzarotti ai suoi più fidati interlocutori – sarà indirizzato verso la transizione ecologica, i finanziamenti alla scuola, alla ricerca e al sostegno alle imprese, non vedo perché non dovremmo essere coinvolti”. E così, ecco che anche l’ex sindaco della “Stalingrado grillina”, poi cacciato con ignominia per volere di Gianroberto Casaleggio in persona, prova a guadagnarsi una sua facoltà di manovra parlamentare, sempre ammesso che poi questo fantomatico “Eco”, il gruppo parlamentare che Fioramonti sta cercando di allestire, veda la luce.

 

Il professore di Pretoria ci crede, e sta cercando di accelerare le operazioni: ma se alla Camera riuscirà ad arrivare a venti componenti lo dovrà, appunto, proprio a una manciata di deputati reclutati da Massimo Artini, altro ex grillino finito nel movimento pizzarottiano di Italia in Comune e attivissimo in queste settimane, al punto da aggirarsi a Montecitorio anche ieri, in un Transatlantico semideserto. Certo, Pizzarotti sperava in altro, inizialmente: sperava, cioè, di non dover finire nello stesso calderone di una maggioranza che comprende anche i suoi ex compagni di Movimento, con cui il sindaco di Parma non ha mai ricucito. E però l’occasione rappresentata dalla pur spericolata manovra di Fioramonti è evidentemente troppo favorevole per essere rifiutata: perché, oltre a rivendicare un ruolo d’indirizzo all’interno della maggioranza di governo, “Eco” aiuterebbe Pizzarotti anche sopire quella malcelata tentazione di alcuni esponenti di Italia in Comune, come il sindaco di Cerveteri Alessio Pascucci, di confluire presto o tardi nel Pd. E dunque di lasciarsi fagocitare.

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