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Casaleggio dissociati

Luciano Capone

Soldi, lobbying e conflitto d’interessi: Davide, l’Erede di Rousseau e Associati, scrive un post per smentire 10 presunte bufale. Ma la sua è un’ammissione di responsabilità

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Lunedì 30 dicembre, in serata, con i giornali verso la chiusura e gli italiani impegnati nei preparativi per i festeggiamenti di fine/inizio anno, Davide Casaleggio ha voluto chiarire o smentire una serie di questioni che lo riguardano come imprenditore e leader politico: il rapporto tra l’azienda e il partito, il presunto ruolo lobbying svolto dalla Casaleggio Associati, il conflitto d’interessi, etc. La modalità del chiarimento – quella preferita dal presidente della Casaleggio Associati, dell’Associazione Rousseau e dell’Associazione Gianroberto Casaleggio su questi argomenti – è ovviamente senza contraddittorio. Si tratta di un lungo post su Facebook suddiviso in un’introduzione e un elenco in 10 punti, formati da un’affermazione (attribuita genericamente ai giornali o agli avversari) bollinata con il giudizio “Falso” e seguita dalla spiegazione.

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Lunedì 30 dicembre, in serata, con i giornali verso la chiusura e gli italiani impegnati nei preparativi per i festeggiamenti di fine/inizio anno, Davide Casaleggio ha voluto chiarire o smentire una serie di questioni che lo riguardano come imprenditore e leader politico: il rapporto tra l’azienda e il partito, il presunto ruolo lobbying svolto dalla Casaleggio Associati, il conflitto d’interessi, etc. La modalità del chiarimento – quella preferita dal presidente della Casaleggio Associati, dell’Associazione Rousseau e dell’Associazione Gianroberto Casaleggio su questi argomenti – è ovviamente senza contraddittorio. Si tratta di un lungo post su Facebook suddiviso in un’introduzione e un elenco in 10 punti, formati da un’affermazione (attribuita genericamente ai giornali o agli avversari) bollinata con il giudizio “Falso” e seguita dalla spiegazione.

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La svolta è il 2018, quando il M5s arriva al governo, in un solo anno il fatturato della Casaleggio raddoppia (oltre 2 milioni di euro)

Visto che Casaleggio, soprattutto su certi temi, da sempre preferisce evitare il contraddittorio – quello a cui tutti i leader politici nelle democrazie sono tenuti a sottoporsi – l’unico modo per raffrontare la sua versione dei fatti con la realtà è il confronto a distanza. Pertanto qui pubblicheremo l’intera nota di Casaleggio in corsivo, accompagnata per ogni punto da un commento con alcune precisazioni. Proprio come si farebbe in un dibattito (in attesa che, prima o poi, la nostra democrazia abbia la ventura di vederne uno vero). 

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Il fine d’anno è stato pieno di fuochi d’artificio mediatici. Proprio contestualmente alla chiusura della manovra di Bilancio ho letto molte cose completamente inventate e altre verosimili, ma appositamente incomplete. Ho preferito non alimentare le polveri in un momento delicato come la legge di Bilancio visto che mi sembravano strumentali alla contrattazione in corso da parte delle forze parlamentari. Ora che la questione è chiusa credo tuttavia opportuno chiarire alcuni punti, per evitare che alla prossima occasione si torni a diffondere notizie prive di fondamento. Per difendersi da numerosi attacchi, Casaleggio Associati si è tutelata più volte per vie legali. Dunque al termine delle cause si appurerà se i tanti declamati scoop sono stati tali o solo bufale per ingannare le persone. Credo tuttavia opportuno chiarire alcuni punti. 

 

Il cappello introduttivo è molto rivelatore: involontariamente svela molto di più di quanto l’autore vorrebbe dire. In sostanza è una smentita delle affermazioni successive. L’intera nota di Casaleggio ha come filo conduttore, lo vedremo in seguito, la volontà di affermare che lui, l’erede di Gianroberto, non ha alcun potere formale o sostanziale sul partito o sul governo. Eppure è lui stesso, col suo italiano malfermo – “Ho preferito non alimentare le polveri in un momento delicato come la legge di Bilancio visto che mi sembravano strumentali alla contrattazione in corso da parte delle forze parlamentari” – ad ammettere la sua enorme influenza sul M5s, sulla maggioranza e sul governo: per fare semplici precisazioni, Casaleggio si è sentito in dovere di attendere l’approvazione della legge di Bilancio, altrimenti avrebbe alimentato “le polveri strumentali” (qualunque cosa significhi) alterando la naturale dinamica politico-parlamentare.

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1– Casaleggio Associati guadagna di più con il Movimento in Parlamento e al Governo.  Falso.

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Casaleggio Associati produceva più utili prima della nascita del movimento. I fatti sono testardi e si possono verificare sui bilanci pubblici. 2.7 milioni di euro di fatturato e 617 mila euro di utile nel 2007 prima del MoVimento, lo scorso anno invece 2 milioni di fatturato e 181 mila euro di utile. 

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Nonostante i pessimi risultati tecnici nello sviluppo di un semplice sito (Rousseau) lo trattano come fosse Steve Jobs

Davide non la racconta come si deve: sono proprio i fatti testardi e i bilanci a smentirlo. Il punto è se l’influenza della politica sia benefica per i suoi conti o meno. Nel 2007, quando il fatturato è di 2,7 milioni e l’utile di 600 mila euro, la Casaleggio Associati lavora per Antonio Di Pietro: secondo i conti riportati da Nicola Biondo e Marco Canestrari ne “Il sistema Casaleggio” (Ponte alle Grazie), tra il 2005 e il 2010 Casaleggio riceve dall’Italia dei Valori non meno di 1,8 milioni di euro di soldi pubblici, gli stessi che in parte vengono utilizzati per ripianare le perdite del blog di Beppe Grillo – nucleo del M5s – che si scaglia contro il finanziamento pubblico ai partiti. Dopo che Di Pietro interrompe la collaborazione con Casaleggio, perché stava infiltrando e cannibalizzando il partito attraverso il blog di Grillo, nel 2011 la Casaleggio Associati registra il primo anno in rosso: -57.800 euro. Da lì fortune alterne. Dal 2014 al 2016 è un periodo buio, con il fatturato che si dimezza (sotto 1 milione) e perdite cumulate per oltre 300 mila euro. Il 2017 è l’anno del ritorno al pareggio, con un piccolo utile (20 mila euro). Ma la svolta è il 2018, quando il M5s arriva al governo: in un solo anno il fatturato raddoppia (oltre 2 milioni di euro) e l’utile si moltiplica di nove volte (181 mila euro).

 

2– Davide Casaleggio assiste il Movimento per soldi. Falso.

 

Seppur presente sui giornali neanche fosse una multinazionale, Casaleggio Associati rimane una Pmi i cui utili corrispondono a meno di un qualunque stipendio di una nomina governativa di cui se ne vedono a centinaia in questi mesi. Se fossi stato interessato ai soli soldi avrei forse potuto aspirare a una nomina da qualche centinaia di migliaia di euro di solo stipendio. Per le attività di Rousseau e per il Movimento non sono mai stato retribuito, se non dalla soddisfazione di aver contribuito ai risultati ottenuti. 

 

Non sappiamo chi abbia affermato che Casaleggio assiste il M5s per soldi. In ogni caso, ancora una volta Casaleggio si tradisce: quando afferma che avrebbe “potuto aspirare a una nomina da qualche centinaia di migliaia di euro di solo stipendio” sta dicendo che se non occupa un incarico è per scelta sua più che del governo, e quindi sta implicitamente ammettendo che se solo lo volesse il M5s lo nominerebbe per qualche incarico governativo. Quanto all’esposizione mediatica della Casaleggio Associati, ci sentiamo di condividere la sua analisi: è una Pmi con scarso capitale finanziario (capitale sociale: 10 mila euro) e professionale, che nonostante l’evidente incompetenza e i pessimi risultati tecnici nello sviluppo di un semplice sito (la piattaforma Rousseau), resi evidenti dall’indagine del Garante per la Privacy, viene interpellata dai grandi giornali (e dal governo) su questioni complicatissime – al di fuori della sua portata – come il futuro del lavoro, la blockchain e l’Intelligenza artificiale. “Neanche fosse una multinazionale”, proprio come dice Casaleggio. Ma questo trattamento privilegiato, che non avrebbe motivo di essere, è dovuto proprio al ruolo e al potere politico di Casaleggio più che alle sue capacità imprenditoriali, che sembrano inversamente proporzionali.

 

3– Casaleggio Associati è una società di lobbying. Falso.

 

Il lavoro di Casaleggio Associati, fin dalla sua nascita, nel 2004 è legato allo studio e la consulenza sull’utilizzo delle tecnologie innovative per le imprese. Casaleggio Associati non ha mai fatto attività di lobbying, né attualmente lavora in ambito politico. Gli unici ‘esempi’ trovati (che non erano nemmeno esempi) dai detrattori, in realtà non sono mai stati clienti di Casaleggio Associati.

 

L’Ufficio di informazione finanziaria (Uif) della Banca d’Italia ha segnalato alcuni pagamenti della Moby (la società marittima dell’armatore Vincenzo Onorato) nei confronti di Beppe Grillo e Davide Casaleggio come sospetti, secondo le norme antiriciclaggio, “sia per gli importi, sia per la descrizione generica della prestazione ricevuta, che per la circostanza di essere disposti a beneficio di persone politicamente esposte”. Il contratto con la Casaleggio Associati, siglato subito dopo la nascita del governo gialloverde, prevede – in cambio di 1 milione di euro in tre anni (600 mila euro più 400 mila di premi di risultato) – un piano di comunicazione e di iniziative nell’interesse di Moby: “Sensibilizzare l’opinione pubblica e gli stakeholder del settore marittimo sulla tematica della limitazione dei benefici fiscali del Registro internazionale alle sole navi che imbarcano equipaggi italiani”. E come obiettivo: “Sensibilizzare le istituzioni” e raggiungere “una community di riferimento di un milione di persone”. “Sensibilizzare l’opinione pubblica, gli stakeholder e le istituzioni” nell’interesse di chi ti paga è proprio il lavoro che svolgono, legittimamente e seriamente, i lobbisti. Casaleggio lo fa in maniera meno trasparente e, probabilmente, facendo concorrenza sleale a chi fa lobbying in maniera professionale.

 

4– I nomi dei clienti di una società privata devono essere pubblici. Falso.

 

Per permettere ai clienti di comunicare in autonomia i loro successi ed evitare attacchi per meri obiettivi politici, Casaleggio Associati lascia che siano i clienti stessi – se lo vogliono – a comunicare il lavoro svolto per loro. Moby ha deciso di farlo e siamo lieti di aver iniziato a lavorare per loro con un primo contratto legato all’e-commerce già nel 2011.

 

Non risulta che nessuno abbia detto che Casaleggio Associati sia obbligata a pubblicare l’elenco dei suoi clienti, è una semplice richiesta di trasparenza rivolta a chi ha usato la trasparenza (altrui) come una bandiera (o una clava) nella lotta politica. Inoltre non è stata Moby ad aver comunicato il rapporto di lavoro con la Casaleggio Associati, ma sono stati i giornali – Stampa e Corriere della Sera – a rivelarlo perché quei pagamenti erano stati segnalati come sospetti da Bankitalia.

 

5– Moby è stata favorita dal Movimento 5 stelle nella sua attività parlamentare e governativa grazie a Casaleggio Associati. Falso.

 

Nessun parlamentare o persona con incarichi governativi ha mai ricevuto pressioni di alcun tipo a favore di Moby (o per qualunque altro cliente di Casaleggio Associati) da parte mia o della mia azienda e qualunque parlamentare che si sia occupato di trasporti lo può confermare. Tanto che in realtà per ciò che riguarda i suoi rapporti con lo stato e con il governo era spesso sotto attacco e non mi risulta alcun vantaggio ‘politico’ ricevuto dall’azienda di traghetti.

 

Non si sa chi abbia dichiarato che Moby è stata favorita da Casaleggio Associati, ma sappiamo per certo che da contratto l’azienda era pagata da Moby per “sensibilizzare le istituzioni”. Se Casaleggio non ha fatto nulla di tutto ciò per cui è stato profumatamente pagato, vuol dire che ha dato una bella fregatura all’armatore Onorato. Ma questo non rende trasparente il ruolo della sua azienda.

 

6– La Casaleggio Associati è in conflitto di interessi. Falso.

 

Il cosiddetto conflitto di interessi si manifesta quando una persona ha potere di firma su due lati dello stesso tavolo di contrattazione. Non sono parlamentare né ho incarichi di governo, non voto e non firmo leggi. Eppure da anni prosegue la litania del conflitto di interessi, con teorie al limite dell’assurdo, in cui viene continuamente messa in discussione la mia integrità e quella di Casaleggio Associati. Sarebbe interessante sapere se i parlamentari che oggi si riempiono la bocca con attacchi nei miei confronti abbiano società di proprietà o quote in diverse di esse per le quali abbiano presentato direttamente in qualità di parlamentari, qui sì con potere di firma, delle leggi o emendamenti che abbiano avuto impatto sulle loro aziende. Mi risulta che 120 parlamentari abbiano una quota di un’azienda. Immagino che qualche giornalista le andrà a verificare prima o poi. 

 

Per i grillini la definizione di conflitto d’interessi è come una fisarmonica, si allarga per gli avversari e si restringe per loro. Secondo il “contratto di governo” con la Lega firmato da Luigi Di Maio, si qualifica come conflitto d’interessi “l’interferenza tra un interesse pubblico e un altro interesse, pubblico o privato, che possa influenzare l’esercizio obiettivo, indipendente o imparziale, di una funzione pubblica”. Quanto Casaleggio possa influenzare una funzione pubblica, addirittura il governo, non c’è bisogno di spiegarlo, perché lo ha spiegato benissimo lui all’inizio della sua nota. Il M5s voleva inoltre estendere la normativa sul conflitto d’interessi “a tutti quei soggetti che, pur non ricoprendo ruoli governativi, hanno potere e capacità di influenzare decisioni politiche o che riguardano la gestione della cosa pubblica”. La commistione di interessi tra azienda e partito è tra l’altro alimentata dallo stesso Davide Casaleggio che, da gestore della struttura informatica del M5s attraverso l’Associazione Rousseau (di cui è padrone assoluto a vita), pubblica sul Blog delle Stelle – organo ufficiale e una volta sede del M5s – interviste a sé stesso in qualità di presidente della Casaleggio Associati sulle attività e gli interessi dell’azienda.

 

7– Grillo e Casaleggio in conflitto tra loro. Falso.

 

Certa stampa mi vorrebbe in conflitto perenne con Beppe arrivando ad inventarsi situazioni e virgolettati mai detti. Mentre i virgolettati purtroppo sono difficili da smentire anche se chiaramente falsi, le ambientazioni sono più facili. Il Corriere della Sera diretto da Luciano Fontana è riuscito ad inventare di sana pianta un mio incontro con Beppe e l’avvocato Ciannavei presso il suo albergo corredato di dettagli e virgolettati su quanto detto. Peccato che non sia così e chiunque mi abbia visto al Campidoglio all’ora indicata dal Corriere lo potrà confermare.

 

Fa piacere che i due vadano d’amore e d’accordo, Casaleggio fa bene a smentire e il Corriere probabilmente avrà le sue fonti per sostenere ciò che ha affermato. Ma che ci faceva Casaleggio in Campidoglio? Politica o affari?

 

8– Casaleggio scrive il piano dell’innovazione. Falso.

 

Quando si parla di problemi di occupazione in Italia, all’origine spesso c’è il fatto che il Paese non ha investito in modo strategico in innovazione. Mentre lo hanno fatto gli Stati e le aziende all’estero che oggi si prendono il mercato italiano. Vedere ridurre la discussione sul Piano Innovazione italiano al fatto che dovesse o meno avere il mio nome tra i ringraziamenti è veramente avvilente. Sono contento di aver messo a disposizione gratuitamente tutti gli studi che ho pubblicato in questi anni e spero siano serviti nell’elaborazione della strategia. Se può servire a parlare di innovazione in Italia si tolga pure il mio nome dai ringraziamenti di quel documento. Ma se non si riesce neanche a parlare del merito di quella strategia, non lamentiamoci quando l’ennesima società italiana chiuderà per non aver investito per tempo o non aver avuto le infrastrutture statali necessarie. 

 

Quanto possa influenzare una funzione pubblica, pure il governo, non c’è bisogno di spiegarlo: lo spiega bene lui all’inizio della sua nota

Altra falsa smentita. I giornali, a partire dal Foglio il 18 dicembre con Eugenio Cau, hanno scritto che Casaleggio ha contribuito a scrivere il piano su un settore in cui opera (cosa che lui ammette). E si è anche scoperto che parte del suo lavoro consiste nel “sensibilizzare le istituzioni” a favore dei clienti. Questo è il problema.

 

9– Casaleggio come Cambridge Analytica. Falso.

 

Tra le varie storie di questi giorni si è anche parlato di un’applicazione realizzata sei anni fa (6!) da parte di Casaleggio Associati quando ancora gestiva il blog di Beppe Grillo. L’applicazione era stata realizzata secondo i principi di legge e secondo le indicazioni di Facebook, come migliaia di applicazioni analoghe, e i dati sono stati utilizzati esclusivamente per le funzioni pubbliche a tutti e poi cancellati. Chiunque abbia scritto il contrario è già stato invitato in tribunale per diffamazione. 

 

In nessun punto Casaleggio smentisce quanto scritto da Nicola Biondo su Linkiesta. Tanto che sulla questione, secondo quanto riportato da Politico.eu, ha aperto un’indagine il Garante per la Privacy. E i precedenti, ovvero le ripetute sanzioni per violazione della privacy, non sono positivi per Casaleggio.

 

Casaleggio Associati e Associazione Rousseau sono talmente consustanziali da trarre in errore lo stesso Casaleggio

10– Casaleggio Associati riceve soldi dai parlamentari. Falso.

 

Casaleggio Associati non gestisce in alcun modo soldi dei parlamentari o del Movimento 5 stelle. Nonostante decine di smentite, ancora oggi testate a livello nazionale continuano a diffondere questa informazione completamente falsa. Non c’è alcuna questione di “opacità” o “ruoli poco chiari”, è solo una bufala. Chi ha insistito su questo punto in passato, ha già perso in tribunale. Se c’è un auspicio per il 2020 per i direttori dei giornali italiani è che ogni tanto si possano occupare anche della Luna e non solo sempre del dito che la indica. 

 

Non si sa chi abbia fatto questa affermazione, strano che Casaleggio – a differenza del punto precedente sul Corriere – non faccia nomi. Non è Casaleggio Associati a gestire i soldi dei parlamentari del M5s, ma è Davide Casaleggio attraverso l’Associazione Rousseau, di cui è padrone perpetuo e assoluto (presidente, amministratore e tesoriere). A giustificazione di chi potrebbe aver fatto confusione tra le due entità presiedute da Davide Casaleggio, c’è da dire però che la Casaleggio Associati e l’Associazione Rousseau sono talmente consustanziali da trarre in errore lo stesso Casaleggio. Il Garante per la Privacy, nell’indagine sull’insicurezza della piattaforma Rousseau, si era rivolto proprio alla Casaleggio Associati. Davide Casaleggio, destinatario dell’ispezione, specificò che la questione era affare dell’Associazione Rousseau e che la Casaleggio Associati non c’entrava nulla. Ma poi rispose alle richieste del Garante sull’Associazione Rousseau utilizzando la mail… della Casaleggio Associati. Davide era talmente impegnato a dire agli altri di guardare la Luna, che non aveva fatto attenzione al dito con cui ha cliccato “invio”.

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