Luigi Di Maio e Matteo Salvini (foto LaPresse)

L'Italia ostaggio degli Inganna Popolo

Claudio Cerasa

Bufale sulla povertà. Fake news sui clandestini. Fesserie sui pensionati. E poi Tav, Ilva, onestà. Lega e il M5s verranno colpiti non solo dalla realtà ma anche dall’Italia fittizia che hanno creato a colpi di emergenze farlocche, e che ora non riescono a controllare

Che cosa hanno in comune i numeri sugli immigrati irregolari mostrati da Matteo Salvini, i dati sul reddito di cittadinanza certificati dall’Inps, le adesioni alla quota cento stimate dalla Cgil, i fischi ricevuti da Luigi Di Maio a Taranto sul caso Ilva, il balletto del governo sulla Torino-Lione, la lettera contro il giustizialismo di Marcello De Vito dal carcere di Regina Coeli, il tentativo di minimizzare l’aumento progressivo dello spread, l’improvviso aumento della benzina e l’utilizzo di un’intercettazione di un sottosegretario come strumento di propaganda politica?

 

Apparentemente, messe così, le storie che vi abbiamo elencato potrebbero apparire come dei semplici e disordinati tasselli di un sempre più caotico mosaico di governo. Ma se ci ragionate solo per un istante capirete che queste storie, messe insieme, sono i fotogrammi che compongono la pellicola di uno dei film più appassionanti di questa legislatura: gli Inganna Popolo. Ci si può girare attorno quanto si vuole ma alla fine dei conti si può dire che gli undici mesi passati al governo da Luigi Di Maio e da Matteo Salvini hanno offerto numerosi spunti per dimostrare che il paese descritto per anni dai due campioni del populismo italiano è un paese che esiste più nella percezione che nella realtà.

 

Salvini e Di Maio ci avevano raccontato che l’Italia era un paese sull’orlo del collasso a causa dell’emergenza immigrazione e che un governo serio avrebbe dovuto spazzare via nel giro di pochi mesi tutti i clandestini presenti sul nostro territorio. Oggi a un anno e poco più dall’inizio della legislatura ci ritroviamo di fronte a un ministro dell’Interno che, citando dati ancora una volta non esatti, dice di essersi sbagliato, di aver sovrastimato il pericolo e di essersi reso improvvisamente conto che negli ultimi quattro anni e mezzo gli irregolari arrivati in Italia non sono 500 mila come aveva detto ma sono solo 90 mila, un dato “molto molto molto più basso rispetto a quanto potessi presumere”.

 

Salvini e Di Maio ci avevano raccontato che l’Italia era un paese sull’orlo del collasso a causa dell’emergenza povertà, Di Maio era arrivato a dire che in Italia ci sono sei milioni di poveri, ma i numeri del reddito di cittadinanza ci dicono che al momento le richieste arrivate dalle famiglie sono circa 900.000, pari a circa 2,7 milioni di persone, che con un tasso di rifiuto pari al 25 per cento diventano due, tre volte in meno il numero denunciato da Di Maio. Salvini e Di Maio ci avevano raccontato che l’Italia era un paese sull’orlo del collasso a causa di un sistema previdenziale che avrebbe penalizzato in modo eccessivo milioni di pensionati, ma – almeno stando a quello che ha comunicato due giorni fa la Cgil – in realtà la cosiddetta “quota 100” (62 anni di età e 38 anni di contributi) prevista dalla legge di Bilancio per aver diritto alla pensione anticipata coinvolgerà nel 2019 appena 128 mila persone, 162 mila in meno rispetto alla platea di 290 mila persone stimata dal governo.

 

Lo stesso ragionamento vale quando si parla dell’Ilva di Taranto (Di Maio aveva promesso di chiuderla, è stato costretto a non chiuderla), quando si parla di Torino-Lione (il M5s aveva promesso di chiuderla, il governo è stato costretto a non fermare i lavori), quando si parla di accise (Salvini aveva promesso che avrebbe cancellato le accise al suo primo Consiglio dei ministri: siamo arrivati al Cdm 56 e la benzina intanto è a due euro), quando si parla di spread (Salvini e Di Maio hanno passato anni a dire che l’Italia era peggiore di quello che sembrava, oggi si ritrovano a dire che l’Italia è migliore di quello che sembra) e quando si parla anche del giustizialismo denunciato sia da Marcello De Vito sia da Armando Siri (De Vito è stato travolto dal circo mediatico che ha contribuito ad alimentare a colpi di arance, Siri potrebbe essere travolto dallo stesso circo mediatico che la Lega ha scelto di non combattere alleandosi con il partito della gogna).

 

Tutto questo, penserete, per dire cosa? Per dimostrare che il cialtro-sovranismo, alla prova di governo, tra una lite e l’altra, si contraddice in modo sistematico? Naturalmente c’è qualcosa di più che riguarda un dato sottovalutato: il mondo che prima o poi andrà a travolgere Di Maio e Salvini non è solo quello legato alla realtà dell’economia (occhio allo spread che continua a salire: ieri 270) ma è quello legato anche al paese farlocco che Salvini e Di Maio hanno contribuito a disegnare. Non si sa quando, non si sa come, non si sa con quale pretesto ma non ci vuole molto a dire oggi che la Lega e il M5s, prima o poi, verranno spazzati via anche dall’Italia fittizia che hanno creato, a colpi di emergenze inventate in diretta in prima serata, e che oggi tentano in tutti i modi di far dimenticare, provando in modo disperato a ricordare che il nostro è un paese migliore di quello che appare. E’ l’Italia degli Inganna Popolo, l’Italia dei conta balle, l’Italia degli spacciatori di post verità, l’Italia che per combattere i falsi problemi sottrae energia ai problemi veri. La stessa Italia che per anni ha fatto di tutto per alimentare una bestia che dopo essersi portata via diversi governi un giorno potrebbe portarsi via anche questo. Si scrive Siri, ma si legge gogna: è il circo mediatico bellezza, e se scegli di fartelo alleato prima o poi verrai inghiottito anche tu.

  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.