Nicola Zingaretti (foto LaPresse)

Da Tsipras a Tsipras, il Pd di Zingaretti visto dal lato sinistro

David Allegranti

Radiografia dopo gli innesti nella Direzione nazionale e alle europee. Chi sono gli uomini e le donne su cui punta il segretario

Roma. “Da Tsipras a Macron” è lo slogan con cui Nicola Zingaretti ha lanciato le cosiddette “liste aperte” del Pd per le elezioni europee. In attesa di capire dove stia lo spirito macroniano e se effettivamente possa nascere un’alleanza all’Europarlamento fra En Marche e il Pd (con il partito di Macron il rapporto del segretario del Pd è molto solido), ci sono quantomeno dei punti fermi sul versante Tsipras. Zingaretti in queste settimane ha infatti puntellato il suo partito da sinistra, basta vedere chi è stato scelto nella Direzione del Pd e chi sono i candidati e le candidate alle europee.

  

 

Il segretario-governatore ha portato in direzione due trentenni movimentisti come Marco Furfaro e Maria Pia Pizzolante. Furfaro ha militato in Sel e nel 2014 era candidato alle elezioni europee con “L’altra Europa con Tsipras” (vedi intervista sotto). Oggi è coordinatore nazionale di Futura, l’associazione di Laura Boldrini; insieme a lui nella direzione nazionale c’è anche Maria Pia Pizzolante, tra i fondatori di Futura e portavoce della rete nazionale di TILT!, anche lei ex Sel. L’associazione Futura – che in campagna elettorale per le primarie era stata accusata dagli avversari di portare elettori non Pd al voto per scegliere il segretario del Pd – sostiene e promuove una serie di candidati alle prossime europee. Nel Lazio c’è Massimiliano Smeriglio, capo di Piazza Grande, il comitato di Zingaretti alle primarie del Pd nonché suo numero due in Regione. Lui e il governatore rappresentano uno schema politico. Un modello che ha permesso al centrosinistra di vincere le regionali nel Lazio e che ha consentito a Zingaretti di superare gli avversari alle primarie con l’aiuto da quella sinistra ex filiera corta Prc-Sel-Leu che Smeriglio rappresenta e che ha portato in questi anni in dote al governatore. Teorico del dialogo con i Cinque stelle, “non è del Pd ma parla sempre sul Pd. E Zingaretti glielo lascia fare”, dice chi lo conosce. In lista c’è poi Giuliano Pisapia, che è candidato capolista nella circoscrizione Nordovest con il Pd pur non avendo la tessera. “Serve un salario minimo europeo pari al 60 per cento dello stipendio medio di ogni Stato”, ha detto l’ex sindaco di Milano ieri in un’intervista a La Stampa. “Un’aliquota media del 18 per cento di tassazione per le multinazionali, anche del digitale. E poi una direttiva che azzeri le differenze di salario tra uomini e donne”.

   

In lista c’è anche Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa, che è iscritto a Demos, Democrazia Solidale, partito che alle Europee nelle liste del Pd candida Beatrice Covassi, capo della rappresentanza in Italia della Commissione Europea, Giuliano Faccani, neurochirurgo, e Eduardo Piccirilli, presidente dell’Academy School e docente all’Università Parthenope di Napoli. “Adesso è arrivato il momento di entrare in politica, perché credo nella buona politica. Perché questi accordi fatti con la Libia non fanno parte della nostra cultura italiana. Perché non è più accettabile rifiutare queste persone in un momento in cui in Libia c’è la guerra”, dice Bartolo lanciando la sua candidatura. Da Articolo 1 nelle liste sono arrivate le candidature dell’europarlamentare uscente Massimo Paolucci, dalemiano ed ex funzionario del Pci di Napoli, e Maria Cecilia Guerra, ex capogruppo di Articolo 1 al Senato nella scorsa legislatura. Anche la recente scelta dei numeri due al largo del Nazareno corrisponde a uno schema di “allargamento a sinistra”, diciamo così: Zingaretti pochi giorni fa ha nominato come vicesegretari Paola De Micheli e Andrea Orlando. Con gran disappunto delle minoranze.

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  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.