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Come occupano bene il potere questi mostri

Giuliano Ferrara

Ricordate vecchi i ladri di democrazia, l’editto bulgaro, la video-tirannia di Renzi? Ora si sono presi tutto quel che è pubblico e sorvegliano le coscienze con la tivù russo-gialloverde e le sue leccate. Rivoglio quelli di prima e Veronesi capo della Rai

Se Sandro Veronesi è disposto a firmare con il suo prezioso sangue per il ritorno al potere di Berlusconi, tra le altre, una ragione fondante ci deve essere, e riguarda, se ci sia, economia e informazione. Questi che non hanno conflitti di interessi, questi che in teoria non hanno una lira bucata, questi del popolo issati al potere, due minoranze faziose, dalla torma urlante dei media e dalla caduta delle élite, che si stanno rimettendo in gioco poco poco, questi si sono presi tutto quel che è pubblico, e sorvegliano la coscienza nazionale come il settore privato dall’alto di una formidabile occupazione degli spazi di potere, altro che spoils system. Cercando nel frattempo di danneggiare e chiudere le voci pallide di una possibile alternativa.

 

E’ un vantaggio su Trump, che nei media non ha toccato palla, se ne è rimasto con la sua Fox e Rupert Murdoch, non poco è vero ma scontati e da lungo tempo incardinati nel sistema di pensiero della destra populista americana, per il resto tuìt a iosa e controlli severi e botte da orbi all’impostore. Ma vi ricordate quando il Cav. si provò, in due o tre occasioni, a far trasmettere un video autoprodotto da Arcore? Un diluvio di proteste, e talk shit e inchieste e grida sulla morte della democrazia e della libertà di stampa. L’editto di Sofia fece impressione, ma qualcuno si ricorda, Giuliano Ferrara a parte, un servo del potere che difendesse de core il superpopulista straricco inquisito, pedinato, intercettato e messo alla berlina su ogni tribuna pubblica e privata? Ora è un’orgia di video autoprodotti, in divisa, in automobile, dal solo Truce multitravestito, o dai due Gianni e Pinotto che danno di marchetta al palazzo del Parlamento europeo, o dalla piccina che amministra la giustizia bona fide e si mette anche lei in divisa da secondino. E a resistere, a parte Fazio semibollito e funambolo, che tra un po’ lo cacciano e lo fanno povero, ci sarebbero Bianca Berlinguer in gialloverde, e Gennaro Sangiuliano tiggidue in russo stretto, Marcello Foa in kirghiso kagebista, e il figlio nello staff trucibaldo, e il tiggiuno contiano amebico e molto autorevole-lobbistico. Vi ricordate quando la Rai ruffiana lodava la tenuta in loden, anziché in divisa, e le vacanze di Monti in Engadina? Certe leccate non si scordano mai, ma era un loden, via, niente di così trasgressivo. E vi ricordate uno della famosa èra Renzi, giusto quel delicato Semprini, che faceva tv in inglese, è durato un mese, a parte lui tutti anchor e martiri dell’informazione libera che schieravano i mezzi pesanti contro questa orrenda sinistra di tinte liberali e riformiste e Jobs Act. E quando il solito ruffiano della solita Rai fece vedere le immagini grottesche di Renzi adulato in coro dai bambini, una tantum della leccata, apriti cielo.

  

Bisogna dire che tanta disinvoltura è perfino piacevole. Ti espelle d’un tratto dal panorama anche solo come spettatore, impedisce accostamenti sghembi, militarizza gli spazi nei quali uno normale vorrebbe non essere compreso. E aspetto Maria Giovanna, ex fogliante e come me ex comunista ed ex craxiana ed ex neocon, ma molto molto ex, che mi spieghi lo scontro di civiltà all’ora di cena. Sono pronto. Vorrà dire che diventerò multiculti, laico stretto, abortista, e mi batterò con il mio sangue perché Sandro Veronesi venga fatto al più presto direttore generale della Rai. Delenda Rai!

  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.