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Malta, i migranti e le chiacchiere di Salvini

Redazione

Nell’ira del vicepremier contro l’Europa non c’è forza, ma molta debolezza

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Nell’ira funesta di Matteo Salvini contro l’accordo europeo per redistribuire tra otto paesi Ue, tra i quali l’Italia, i 49 migranti in attesa al largo di Malta si può cogliere non la forza (delle proprie posizioni sulla generale questione degli sbarchi, e del proprio ruolo di vicepremier e titolare del Viminale), ma piuttosto debolezza. Salvini ha molti motivi per essere furioso, ma nessuno è tra quelli che cerca di ammannire con i video quotidiani da Zelig e Chiara Ferragni della politica. Nella vicenda delle navi Sea Watch e Sea Eye la logica europea ha tenuto, a differenza della linea salviniana dei porti chiusi “contro scafisti e trafficanti di droga e morte”. In barba a Salvini l’Europa non ha chiuso il Mediterraneo alle ong; si regola a seconda dei casi, cercando di minimizzare i costi, mediatici e pratici, soprattutto come è giusto che sia non facendo annegare nessuno; e poi stabilendo chi paga. Non è cecità o cinismo, è puro buon senso (se non vogliamo chiamarla umanità); e un ministro dell’Interno di un paese evoluto dovrebbe sapere che buon senso e pragmatismo valgono e pagano molto e sempre più delle grida velleitarie.

 

Tra i paesi che hanno deciso di risolvere il caso Malta con il minimo dei danni e il massimo dei benefici ci sono quelli trainanti dell’Europa, più la Romania che ambisce ad accordi politici ed economici con Francia e Germania. Tra le capitali che continuano a fare muro, vanificando le richieste salviniane, tutte quelle dove il capo della Lega cerca di costruire alleanze europee: Varsavia (il vicepremier era lì quando è esplosa la sua arrabbiatura), Budapest, Vienna, Praga, Bratislava. L’Europa è spesso cinica, certo: anche quando prende le misure agli astri nascenti della politica. E certo ha capito, osservando quanto ricava dagli amici, per gli sbarchi come per i conti pubblici, che il nuovo strong boy italiano può essere archiviato alla voce “solo chiacchiere e distintivo”.

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