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Morte agli F-35, viva gli F-35

Il governo del cambiamento (di idee). Adesso il M5s difende i caccia

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Il sottosegretario grillino alla Difesa, Angelo Tofalo, nel corso di un convegno svoltosi a Montecitorio si è sperticato in lodi al cacciabombardiere F-35. Si tratta effettivamente di un aereo tecnologicamente avanzato e costantemente aggiornato. Quel che sorprende è che Tofalo spiega che “si è parlato in Italia degli F-35 e spesso in maniera distorta. Bisogna conoscere e valutare le informazioni”. Giustissimo. Però a sviluppare una polemica rovente su questo tema era stato proprio il Movimento 5 stelle, che proseguiva una campagna già avviata dall’estrema sinistra già nel 2003. Dieci anni dopo, nel 2013, pure Alessandro Di Battista si era scagliato contro il governo e il Partito democratico, accusandoli di volere gli F-35 “per i loro affari e per servire i loro padroni”, aggiungendo che “gli F-35 sono uno strumento di morte e chi nasconde la testa sotto la sabbia… non solo è un pavido ma è colluso con questo sciagurato governo dell’inciucio permanente”. Solo nel 2016, il gruppo M5s delle commissioni Difesa di Camera e Senato scrivevano sul Sacro Blog: “Il programma F-35 registra dei costi fuori controllo e le spese militari vanno ridotte fortemente. Questo per favorire investimenti nel sociale, a sostegno delle imprese e nella creazione di posti di lavoro per il rilancio della nostra economia”.

 

E’ naturale che alcune posizioni, stando al governo, possano cambiare soprattutto nel settore Difesa, se si hanno a disposizione le informazioni dei vertici militari. Ma il cambiamento di toni e di giudizi del M5s sembra davvero spericolato. Ci sono stati altri clamorosi cambi di campo anche in merito alla politica militare. Felipe Gonzalez galvanizzò la sinistra spagnola imponendo un referendum per l’uscita dalla Nato, salvo poi, appena arrivato al governo, schierare i socialisti per il no. Però giustificò la sua virata con argomenti politici convincenti dopo aver sostenuto una battaglia interna al suo partito. Quel che stupisce nei 5 stelle non è che cambino opinione, ma che siano assertivi e tetragoni al confronto con le opinioni altrui, anche quando sono le stesse che hanno sostenuto loro stessi fino a quel momento.

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